Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Prove Aperte

Libero Teatro
Regia: Max Mazzotta
Drammaturgia: Max Mazzotta
Attori: Max Mazzotta Paolo Mauro Graziella Spadafora
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Teatroragazzi (13-80), Prosa

Tags: metateatro, commedia, compagniaTeatrale, divertenete, sorprendente

Prove Aperte racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l'allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile. Mimì e Cocò fanno fatica a capire le idee del folle regista, la sua poetica e il suo modo di concepire l'arte teatrale, anche perché egli vorrebbe realizzare uno spettacolo incentrato sulla ricerca di «Un teatro moderno che parla dei tempi moderni» e che esprima attraverso metafore il tema della vittima e del carnefice. Questo li porta a sperimentare, in uno spazio ideale che Carminuzzu chiama Quadrato Magico (il magma della creazione), improvvisazioni di «storielle brevi, semplici e dirette», scelta che lo porterà alla creazione di una nuova forma di teatro che chiamerà Flash Art.
Come tutti gli attori, anche Mimì e Cocò vivono il dramma di dover recitare sia sulla scena che nella vita e durante la preparazione di uno spettacolo questo dilemma si fa più stridente, portando i personaggi a compiere azioni la cui irrazionalità sorprende anche loro stessi. E' proprio durante le prove che vengono fuori tutti i lati oscuri delle loro personalità, permettendo così al pubblico di conoscerli, di amarli, di odiarli, di giustificarne ogni intenzione.
La forza di Prove Aperte sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. La sincerità della loro follia fa sì che ciò che avviene in scena risulti nello stesso tempo del tutto incredibile e assolutamente verosimile; il pubblico viaggia sospeso fra questi due opposti, domandandosi per tutto il tempo se i personaggi sul palcoscenico siano tre poveri guitti, oppure degli artisti talmente grandi da risultare incomprensibili. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.

Produzione: Libero Teatro

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Fondato nel 1997 dall'attore-regista Maxmilian Mazzotta* , Libero Teatro è composto da diverse figure professionali, provenienti da tutte le provincie della Calabria, che da oltre dieci anni operano insieme all'interno dell'UNICAL (Università della Calabria) Da 15 anni il progetto di Libero Teatro è sempre lo stesso: investire sulle energie creative del territorio, creando opportunità di lavoro in un settore, quello culturale e teatrale di cui la Calabria vanta una grande tradizione. Non a caso molti degli spettacoli messi in scena dalla compagnia vengono fuori da esperienze di ricerca antropologica e linguistica, nel tentativo di valorizzare, attraverso l'uso dei dialetti calabresi (parola / epòs) e la gestualità, la tradizione teatrale di cui è ricca la nostra regione. Così, allontanandosi dal vernacolo, la lingua diventa strumento di comunicazione poetica e identità culturale di una terra, che nulla ha da invidiare ai grandi drammaturghi e teatranti siciliani o campani. Infatti alcune peculiarità del lavoro del Libero Teatro che ritornano in molti spettacoli sono: un interesse a rielaborare opere di grandi maestri del teatro classico e moderno come W. Shakespeare, S. Beckett, B. Brecht, C. Marlowe, L. Pirandello e altri ancora; l'utilizzo dei dialetti calabresi sia come traduzione di testi conosciuti che come costruzione ex novo di scrittura teatrale, Ci
ò che accompagna in maniera costante la poetica delle produzioni è il lavoro sullo spazio scenico, inteso non come luogo fisico, ma come spazio ideale: una zona franca in cui l'attore-alchimista può trasformarsi, spogliarsi, giocare con la verità e la finzione per essere contemporaneamente se stesso ed altro da sé.

*Allievo del regista Giorgio Strehler, diplomato nel 1995 alla scuola di recitazione del Piccolo Teatro di Milano.
Condividi