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I D O N T W A N N A F O R G E T

MarinaRomondia
Regia: BRESSAN ROMONDIA
Drammaturgia: BRESSAN ROMONDIA
Attori: MARINA ROMONDIA NICOLÒ SORDO
Trailer: Link
Anno: 2018
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: NAN GOLDIN, FOTOGRAFIA, RICORDO, FOTO, THE BALLAD OF SEXUAL DEPEDENCY

GENESI DEL PROGETTO DI SPETTACOLO E TAPPE DI PRODUZIONE
Dopo aver condiviso gli anni di formazione all’Accademia, ci ritroviamo per caso negli spazi della Triennale di Milano in occasione della mostra “The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, un’artista che seguiamo e amiamo da tempo. Quel giorno scopriamo di condividere la necessità di trovare un linguaggio per portare in scena quel disarmante senso di appartenenza alla sua opera.
La fotografia della Goldin utilizza archetipi comuni, di memoria collettiva, di storie con le quali la maggior parte di noi si identifica. Interrogare e lasciarsi interrogare dalla sua opera è stato per noi come entrare in un labirinto di specchi: quale aspetto di noi riconosciamo in lei? Perché le sue foto non ci lasciano in pace? Perché guadando le foto dei suoi amici, dei suoi amanti, dei luoghi in cui ha vissuto è come se si mettesse in moto una parte del nostro passato?
Nello spazio di queste domande abbiamo mosso i primi passi. Ci siamo accorti che affrontare l’opera di Nan Goldin non poteva prescindere dalla sua storia personale. E noi ci siamo entrati. In questa moltitudine di racconti umani ci siamo resi conto di quanto fosse importante per noi come per lei il bisogno di ricordare. Abbiamo capito che è quel ricordare che ci spinge in avanti, che ci rende umani, che rende dignitosa ogni esistenza, qualunque essa sia. La nostra esistenza non è più un’esperienza straordinaria ma è un cammino breve, umile e comunitario. Il suo essere mitologica sta solo nella relazione, senza giudizio, con qualcun altro. E nel bisogno di non dimenticarlo.
NOTE D’INTENZIONE
I D O N T W A N N A F O R G E T è un cammino che, grazie all’opera di Nan Goldin, vuole attraversare il senso del ricordare. E’ il tentativo di raccontare una storia, la sua, e di attraversare la storia di tutti, quando i ricordi salgono a galla senza un perchè e ci ritroviamo a fare i conti con un’immagine del passato, una sensazione, un’odore, e veniamo trasportati in un luogo che non ha contorni fisici definiti, parla di noi, ma mancano tasselli, bisogna ricostruire, ritrovare a fatica la storia che ci appartiene. Che memoria di noi portiamo nel nostro presente? C’è davvero tutto quel che è successo? Perché alcuni vuoti si depositano nel nostro esistere e pesano più di ricordi definiti, chiari, mai cancellati?
La volontà è quella di creare un grande momento di condivisione con il pubblico. Alle immagini di Nan Goldin sono affiancate fotografie delle nostre vite, fotografie del passato, timidi ritratti di famiglia, banali pomeriggi di infanzia. Foto rubate al pubblico. Vogliamo che IDWF diventi un momento intimo, qualcosa di simile alle serate passate a guardare vecchie fotografie, a raccontarsi, a ricordare. Nessuna finzione, nes- suna quarta parete. Solo uno spazio, due attori che spesso danno le spalle al pubblico per attraversare con loro una moltitudine di fotografie, farsi toccare, parlarne, ricordare.


Altri crediti: di Francesco Bressan e Marina Romondia
con Nicolò Sordo e Marina Romondia
disegno luci Andrea Berselli
Liberamente ispirato all’ opera “The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin

Produzione: CIE BRESSAN | ROMONDIA
con la complicità di Strabismi Festival, Nuovo Teatro delle Commedie (LI), Scenica Frammenti - Teatro di Lari (PI)

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Dagli spazi di formazione dell’AccademiaTeatraleVeneta la compagnia nasce per volontà di Marina Romondia durante l'estate 2014 con la voglia di creare uno spazio immaginario, dove poter incontrare, di volta in volta attori registi drammaturghi e tecnici dello spettacolo che condividano e si contaminino nel realizzare progetti.
"Rien Ne Va Plus" è il titolo del primo e per ora unico lavoro della Compagnia.
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