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L'uomo rivoltato

Post Scriptum Company
Regia: Giulio Boato
Drammaturgia: Pietro Quadrino
Attori: Pietro Quadrino
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Prosa, Performance

Tags: performance, uomo, rivolta, amore, libertà

Un uomo si ritrova gettato in un mondo assurdo, dove ciò che lui vorrebbe accadesse, non accade.
La distanza tra i suoi sogni, i suoi desideri, il suo amore e la realtà inesorabile della vita spingono l’uomo a rivoltarsi. La scelta della rivolta è eroica, ma non scontata: rabbia, sofferenza, disperazione e ironia sono le armi in mano ad un uomo che vuole diventare eroe.
L’uomo rivoltato ama con l’eloquenza di un poeta romantico e con l’ingenuità di un bambino. Urla con la forza di un titano e la fragilità di una foglia secca. Ride come un diavolo, danza come un pazzo, racconta come un cantore. Dalla più triste e miserabile alla più nobile e raggiante, ogni faccia dell’uomo è esaltata nel suo splendore o nella sua forza distruttrice.
L’uomo rivoltato è una celebrazione dell’umano, del suo coraggio e della sua debolezza. È un omaggio alla vita, un inno all’amore, nei suoi colori più tragici.
NOTE DI REGIA
Cosa può fare, un uomo, con le sole proprie forze? Un uomo che, naufrago come tutti, è stato «gettato da onde crudeli, e nudo a terra giace, in spiagge di luce» (Lucrezio, De Rerum Natura). Ogni essere umano ha due possibilità: può accettare l’ambiente in cui vive, oppure può alzarsi, combatterlo e cambiarlo, in perenne e fragile equilibrio tra i propri limiti e la realtà che lo circonda. Che questa realtà sia il teatro o la vita, poco importa.
L’Uomo rivoltato non ha alcun appiglio cui aggrapparsi, al di fuori di sé stesso. Ed è con tutto sé stesso, corpo, voce e cervello, che cerca di alzarsi, e con sé sollevare tutto il mondo, rivoltare l’intero teatro a mani nude, in una progressiva presa di coscienza, tanto morale quanto fisica, mentre le nozioni di persona, personalità e personaggio si scontrano, fondendosi e rigenerandosi nell’etica/estetica contemporanea del performer.

Altri crediti: musiche originali di Lorenzo Danesin
foto e progetto grafico di Guido Mencari

Produzione: Produzione Post Scriptum Company in coproduzione con Troublyen / Jan Fabre

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La POST SCRIPTUM COMPANY è stata fondata nel 2016 da Pietro Quadrino (attore e autore) e Giulio Boato (regista e video maker) con lo scopo di creare opere teatrali, cinematografiche e performance. Dopo aver lavorato con artisti affermati della scena teatrale europea (Jan Fabre, Romeo Castellucci, Jan Lauwers, Pascal Rambert, Alex Rigola), Quadrino e Boato decidono di collaborare alla realizzazione di un progetto comune che unisca la radicalità della performance alla tradizione teatrale. Nel panorama artistico contemporaneo in cui tutto sembra essere già stato detto, il loro post scriptum è: “Abbiamo ancora qualcosa da dire”.
Il primo spettacolo della compagnia è stato “L’uomo Rivoltato”, che ha debuttato ad Anversa a maggio 2016. Attualmente è in lavorazione il secondo spettacolo della compagnia “Jungle Drum”.
Pietro Quadrino (Roma, 1987) è attore e autore teatrale. Dal 2012 fa parte della compagnia belga di Jan Fabre, con il quale ha creato tre spettacoli: This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982-2012), The power of theatrical madness (1984-2012), e Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy. A 24h performance (2015). Nel 2015, partecipa alla creazione dello spettacolo Dans une chambre en Inde, per la regia di Arianne Mnouchkin.
Giulio Boato (Venezia, 1988), regista teatrale e cinematografico, collabora con Troubleyn/Jan Fabre (Anversa), Socìetas Raffaello Sanzio/Romeo Castellucci (Cesena), Dumb Type/ShiroTakatani (Kyoto), La Compagnie des Indes (Parigi), Alchemy/Phil Griffin (Londra) e DOYOUDaDA (Venezia-Bordeaux) di cui è fondatore. Diplomato in arti dello spettacolo (Università IUAV di Venezia e Università di Bologna), ha redatto articoli accademici sull’opera di Jan Fabre e Robert Lepage per le riviste «Antropologia e teatro» (Bologna), «Revista brasileira de estudos da presença» (Porto Alegre), «Alfabeta2» (Roma), «Agon» (Lione), «Traits d’union» (Parigi).
Collaboratore fisso della compagnia è il compositore e sound designer Lorenzo Danesin (Treviso, 1988), che ha studiato chitarra classica e musicologia. Ha firmato le colonne sonore dei film-documentari Jan Fabre. Beyond the artist e Animata Resistenza (diretto da Alberto Girotto e Francesco Montagner) vincitore del Leone come miglior documentario sul cinema alla 71 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
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