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No Land Lady

Camilla Brison
Regia: Camilla Brison
Drammaturgia: Greta Cappelletti
Attori: Ippolita Baldini, Astrid Casali, Daniele Natali, Anahì Laura Traversi
Trailer: Link
Anno: 2020
Adatto a: VM14


Generi: Prosa, Performance

Tags: Giorgione, Tempesta, Straniero, Casa, Drammaturgia Contemporanea

Nota dell'autrice:
Quando ho iniziato a scrivere No Land Lady, avevo con me diverse immagini di una città, la solitudine di certi suoi paesaggi e degli interni di case che ho potuto solo scrutare e che non ho mai sentito come vere abitazioni ma, piuttosto, come rifugi provvisori. A poco a poco, sono affiorati i dialoghi e i personaggi ma, ancora adesso, penso che non sia il gusto per una storia e un intreccio a costituire No Land Lady, bensì, un ritmo e un senso di malessere legato all’abitare o, ancora meglio, provare ad abitare uno spazio, reale o immaginario.
Un quadro che è stato fonte di numerose suggestioni è La tempesta di Giorgione, un dipinto catalizzante, dotato di una struttura e di un paesaggio, concreto e onirico al contempo, che vive sotto il peso di una minaccia. Soffermandosi meglio sulle figure: il personaggio di lui è un omino di cima che si è accorciato i pantaloni e che sorregge un bastone come fosse la lancia di un guerriero privata della punta, le due colonne sono spezzate a suggerire un’antichità che si sta rompendo, la natura si scopre e trova il suo massimo nella madre che allatta un piccolo.
Il gioco tra i personaggi è una relazione che mi affascina per la sua irresolutezza: lui osserva la donna quasi a proporsi come possibile compagno ma, per la sua distanza e il sorriso ingannevole, può esserle anche nemico mentre lei, nuda e vulnerabile, osserva noi.
Un altro gioco è quello proposto dall’ambiente circostante, perché i tre sono ai margini della città o, se preferiamo, del borgo. Il nucleo di case, che sembrano come sbarrate, è interrotto dagli alberi e il peso della minaccia arriva dall’alto, ovvero, il temporale.
Ciò che più mi suggerisce legami con No Land Lady sono i rapporti ambigui, a metà tra calore umano e minaccia, il senso di atemporalità ma anche la difficoltà di slegarsi a un passato, le figure dipinte in primo piano che risultano, paradossalmente, ai margini dell’ambiente cittadino. Flora è la nostra colonna spezzata, una donna che desidera mettersi in contatto con la propria infanzia sino a risultare ridicola e che ha difficoltà a calarsi nel qui e ora. Luder è l’omino di cima, uno straniero abituato a chiedere ospitalità, amante caloroso e potenziale minaccia al tempo stesso, mentre Lucy, la donna nuda, è un personaggio vulnerabile e innamorato, incapace di slegarsi dall’ambiguità che la tiene salda a Luder.
Nota della regista:
No Land Lady è stato scritto e va sul palco ispirandosi a La Tempesta di Giorgione.
 Il testo è come un prisma per la storia dei quattro personaggi: mi ha catturato l’assenza di linearità temporale e certe didascalie oniriche, che mostrano cose che potrebbero sognare e quindi potrebbero volere i personaggi. In questo modo l’autrice ha scombinato il consequenziale e ha creato una commistione tra vero e diversamente vero, dando l’occasione di guardare, anziché cercare di capire. Ho provato a restituire un’estetica che abbia a che fare con lo stupefacente, più più che col bello.

Altri crediti: vocal coach Sara Persali
elementi scenografici Tommaso Osnaghi
costumi Rosa Mariotti
tecnico di compagnia Rossella Corna
Finalista del Concorso Giovani Registi under 30 della Biennale di Venezia 2018.
Vincitore del Bando Cura Residenze Interregionali 2020.
In residenza presso OTSE – Officine Theatrikès Salento Ellàda, 
R.A.M.I. Residenza Artistica Multidisciplinare ILINXARIUM e 
Elsinor - Centro di Produzione Teatrale, Teatro Cantiere Florida.
Con il sostegno di Chronos3 Compagnia Teatrale.
La compagnia ringrazia Marianna Folli e Nina's Drag Queens.

Produzione: Autoproduzione, Bando Cura 2020; OTSE- Officine Theatrikés Salento, Chronos3 Compagnia Teatrale.

File scaricabili:
2020100546518617.pdf
Anni.luce.per.la.nuova.scena.italiana._.Doppiozero.pdf
NO.LAND.LADY_Dossier_2020.pdf
pds.brison.pdf

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Camilla Brison si è laureata in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano e l’Université de Nîmes. A Londra ha conseguito il Master in Advanced Theatre Practice presso la Royal Central School of Speech and Drama.
Come regista ha diretto tra gli altri: 2032 Smart Family, spettacolo telematico in coproduzione col Teatrul George Ciprian di Buzau e finanziato da Creative Europe, Notte Bianca di Tatjana Motta, testo vincitore del Premio Riccione per il Teatro 2019, No Land Lady di Greta Cappelletti, finalista del bando Giovani Registi Under 30 della Biennale di Venezia e vincitore del Bando CURA 2019.
All'interno del progetto Beyond the Sud, scambio di artisti provenenti da Italia, Grecia, Uruguay, Argentina e Chile, ha dato vita, insieme a Nicolás Lange, ad Archipelagos.
Come assistente alla regia ha lavorato per Il Macello di Giobbe di Fausto Paravidino e La vita Ferma di Lucia Calamaro, Queen Lear di Nina’s Drag Queens, Per il tuo Bene di Pier Lorenzo Pisano.
Dal francese ha tradotto Kif Kif di Pietro Pizzuti, George Kaplan, del Frédéric Sonntag e Sicilia di Clyde Chabot; dall’inglese ha tradotto Lessons Sweet and Honourable di Edward Fortes e Angry di Philip Ridley.
È stata membro del Comitato di Lettura e del laboratorio CRISI condotto da Fausto Paravidino dal 2012. È commissaria di selezione per il Premio Riccione per il Teatro 2015 e 2017.
Dopo un periodo di ricerca del 2018 sotto il tutorato della Maison Antoine Vitez e grazie ad una borsa di studio della regione Lazio, nel 2019 ha creato Italy Uncovered - new plays from Italy con Edward Fortes e Anna Landi, un festival di drammaturgia italiana contemporanea a Londra.
Dal 2019 è regista di audiolibri per Emons.
Oltre all’italiano, parla inglese, francese, spagnolo e portoghese.
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