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Incorporeo

Zivagobazar
Regia: Andrea Fugaro
Drammaturgia: una performance che affronta il tema della corporeità a partire dalla paura generata dalla scoperta di se stessi e dell
Attori: Rossella Dassu
Anno: 2016


Generi: Teatro-danza

Tags: corpo, videoproiezione

Il corpo come elemento costitutivo della soggettività è il luogo in cui si sovrappongono codici culturali, etnici, sociali legati a pratiche e ritualità talvolta contraddittorie e senz’altro di difficile gestione.Poiché i codici della corporeità e della bellezza hanno sempre avuto dei modelli di riferimento mutevoli, in relazione ai luoghi e alle culture, la modificazione del proprio corpo è una pratica universale che ha sempre fatto parte della natura umana.Tuttavia viene da chiedersi quanto disagio si possa celare nel desiderio di aderire a modelli che escludano la propria specificità, in virtù di un universale spesso riduttivo e sicuramente incapace di contenere la varietà delle tipologie umane fisiche e psichiche.Se si considera il corpo come luogo sostanziale di esperienza e dunque come ricettacolo emotivo, questa dissociazione rischia di essere fortemente compromissoria nel processo di accettazione di sè stessi e nella costruzione dei paradigmi dei propri assi identitari.In una società come quella contemporanea, in cui si fa sempre più evidente il paradosso della scomparsa e della sovraesposizione del corpo, che sia virtuale oppure biologicamente modificato secondo schemi e modelli prepotentemente proposti dai mass media(magrezza, altezza, giovinezza),si assiste sempre di più al disagio di coloro che in questi parametri non si riconoscono e al conseguente svuotamento del valore specifico e individuale della corporeità in virtù del bisogno di conferire al proprio corpo una forma attraverso una serie di pratiche più o meno invasive(dallo sport e dalla dieta alla chirurgia plastica).Questo approccio alla corporeità svincola il soggetto corpo oltre che dalla sua natura poliedrica(se si intende il corpo come un mix di natura, cultura e storia), dalla sua funzione di soggetto emotivo.Soprattutto nella fase adolescenziale,in cui il corpo assiste a quella trasformazione che dall’infanzia conduce all’età adulta,le pressioni esercitate dai modelli dominanti e il conseguente desiderio di aderirvi(e la conseguente frustrazione nel non riuscire a farlo) impoveriscono fortemente,oltre che la fiducia in se stessi, il concetto di diversità,riducendolo ad un termine di paragone in negativo del modello imposto. Più si impoverisce il proprio modello di riferimento,più la diversità diviene minacciosa e inaccettabile.Lo spettacolo affronta il tema della corporeità a partire dalla paura generata dalla scoperta di se stessi e della propria trasformazione nel passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza,mettendo l’accento sulla separazione generata dal pensiero occidentale tra il corpo e l’anima.Accompagnati dalla proiezioni di una serie di immagini che illustrano l’evoluzione dei canoni estetici nel corso della storia e nelle diverse culture del mondo,gli attori(che rappresentano rispettivamente i due generi) indagano il rapporto tra il corpo e i modelli dominanti proposti dalla società contemporanea per concludere con la narrazione della loro storia

Altri crediti: suoni/video Fabio Fiandrini
luci Marco Ponti

Produzione: Zivagobazar

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Zivagobazar si forma nel 2010 dal'unione di Andrea Fugaro, Rossella Dassu e Luca Piga. Personalità con differenti percorsi accumunati dalla volontà di trovare un approdo che raccogliesse le proprie differenti istanze recitative, coreutiche, musicali e si aprisse di volta in volta a collaborazioni esterne che arricchissero l'esperienza personale di ognuno.
Nel 2010 produce "RADIO. Marie Curie aveva una bicicletta": L'omonimia della parola radio (la scoperta dei Curie, la scoperta di Marconi) ha suggerito l'idea di partire dalle voci, voci trasmesse come in una radio, voci che si insinuano in una biografia, voci che ripetono e trasformano. Tra queste voci, silenziosa, procedeva la ricerca, la volontà di comprendere, dividere, separare, sciogliere. Lo spettacolo è stato rappresentato in forma di studio a PerAsperaFestival Bologna, nella rassegna "Libri in scena" 2011 organizzata da Scarlattine Teatro a Brivio(LC) e nei giorni dedicati al radiodramma in PerAsperaFestival Bologna 2012, ospitato a RadioRai3 nella trasmissione "Il Cantiere" e partecipa al concorso Radio Doc del BellariaFilmFestival 2012.
Nel 2011 produce lo spettacolo Déjà vu: il lavoro si ispira all’ immaginario cinematografico in cui si sviluppano sospetti, ambiguità e fasulle soluzioni, attraverso un flusso di tempo senza inizio né fine, immersi in un luogo dove coabitano ombre ed immagini originali, generate dall’elaborazione di una personale memoria cinematografica, dalla frammentarietà dei nostri ricordi-appunti.
Collabora il musicista Francesco Serra (Trees of mint). Debutta come studio a PerAspera Festival Bologna e in seguito replica all’Atelier SI ospite di Teatrino Clandestino
Nel 2012 produce Tatto teller: ideato e realizzato da Andrea Fugaro con la partecipazione di Marco Ponti e il writer Roberto Cireddu. Istallazione performativa il cui Il materiale narrativo deriva da una suggestione sinestetica, una situazione cioè in cui una stimolazione sensoriale è percepita come due eventi distinti ma conviventi.
Nello stesso anno produce Mepris, con Rossella Dassu e Francesco Serra.
Nel 2013 produce Logomachia, album di Famiglia: con Andrea Fugaro, Rossella Dassu, Ada Quondamatteo e le maschere diEva Geatti (Cosmesi).
La compagnia è inoltre attiva nell’organizzare laboratori teatrali per adolescenti e adulti al fine di promuovere lo sviluppo e la condivisione delle arti dello spettacolo e della cultura in genere.
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