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Annabel - Ballata anoressica per manichini bulli

Fenice dei Rifiuti
Regia: Michela Giudici e Alessandro Veronese
Drammaturgia: Michela Giudici
Attori: Michela Giudici
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Prosa

Tags: Anoressia, bullismo, monologo, adolescenti, gioco

3000 addominali al giorno. 1 pacchetto di caramelle al giorno. 1 colore di capelli diverso ogni settimana. Annabel. 15 anni. Un monologo.

Una mostra fotografica sui temi del bullismo e dell’anoressia delimita il percorso che il pubblico deve compiere per entrare in sala. È il prologo dello spettacolo. Prosegue fin sopra lo spazio scenico e nasconde altri elementi scenografici: due specchi, uno schermo, una gigantografia di un’opera di Carl Warner dalla serie “foodscapes” che raffigura un paesaggio naturale ricreato usando unicamente cibo. Le sedie per il pubblico sono disposte tutte attorno ad Annabel. Annabel che quando il pubblico entra è già in scena, intenta a costruire una barriera tra sé e le fotografie che le mostrano quel mondo in cui lei è immersa ma dal quale vorrebbe fuggire. La costruisce usando metri da sarta, righelli ed evidenziatori colorati. La costruisce seguendo il contorno di un tappetto rosso, il colore dei suoi capelli. L’ossessione del rosso. Anche il baule, al centro del tappeto al centro della scena, è rosso. Il baule che è un letto per gli incubi, una panca per gli allenamenti, un possibile balcone per un possibile salto, un altare per un sacrificio. Nascondiglio di 52 parrucche di colori diversi: una per ogni settimana, una per ogni insulto, una ogni sessanta addominali.

Tutto è perfettamente simmetrico. Come in un rituale, come in una dieta, come nella testa di Annabel.

Poi le luci si spengono.

Luce a pioggia. Rossa.
Una ragazza seduta a terra, gambe al petto. Rossa anche lei.

Tutto intorno, voci, sussurri. Insulti.

"Grossa. Vacca. Dai. Capelli. Rossi."

Aumentano gradualmente di intensità, si sovrappongono tra loro, esplodono insieme ad una musica violenta.

Anche il corpo della ragazza esplode. Si alza e inizia a muoversi, convulsa, frenetica.

Poi la calma.

Una luce fredda, ghiaccio, impersonale, asettica. Scientifica. Da scuola, da palestra o da sala operatoria.

La drammaturgia prosegue su due binari: quello della geometria e quello della vita.

“Quante calorie bastano per sopravvivere?”

Tutto ciò che non è geometria, dieta e perfezione, è la vita: confusione, una massa di suoni fastidiosi, di rumori assordanti, di movimenti sconnessi, di azioni e di gesti fuori controllo.

Nel suo mondo perfetto e colorato, Annabel gioca, ride. Cinica, fredda, ingenua, dolce, spaventa, arrabbiata, determinata. Lucidissima.

Annabel la vediamo solo a casa sua, solo nella sua cameretta, solo sola.

La drammaturgia prosegue a quadri.
Un giorno dopo l’altro, un’immagine dopo l’altra.
Un chilo dopo l’altro, con disciplina feroce e premeditata.
La fede incrollabile nell’autodistruzione.

Pochi essenziali elementi di scena per concentrarsi sui pensieri e le emozioni di una ragazza che dopo le continue vessazioni dei suoi compagni di classe per il suo aspetto fisico e il colore rosso dei suoi capelli, decide di sottoporre se stessa a un regime alimentare ferreo e di annientarsi con una estenuante attività fisica.

Produzione: Fenice dei Rifiuti

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La compagnia teatrale Fenice dei Rifiuti nasce all’interno dell’Associazione Culturale C.T.A.S., attiva sin dal 2004 in ambito teatrale. Da sempre impegnata nel teatro civile, ha recentemente impresso una svolta alla sua attività attraverso sperimentazioni drammaturgiche, registiche e studi sulle possibilità di commistioni tra varie arti. Senza mai abbandonare il terreno del teatro impegnato civilmente (come ad esempio il progetto "Teatri di Indagine"), si è recentemente avvicinata alla riscrittura di alcuni testi classici ("Baccanti Meccaniche"), al teatro contemporaneo anglosassone e mitteleuropeo (Harold Pinter, Sarah Kane, Bertolt Brecht, Heiner Müller) e allo sviluppo di drammaturgie originali (i recentissimi spettacoli di "Sacrificio del fieno" e "Nascondigli").
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