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Tu uomo, tu donna

Lucio Celaia
Regia: Lucio Celaia
Drammaturgia: Lucio Celaia e Vittoria Badaracco
Attori: Lucio Celaia Vittoria Badaracco
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Prosa

Tags: donna, uomo, teatro, infanticidio, gender

Nel nostro spettacolo abbiamo voluto trattare il dramma della depressione post partum e della gestione della vita lavorativa e famigliare da parte della donna. Abbiamo voluto però dare voce anche alla difficoltà di condivisione della vita famigliare da parte dell'uomo, dovuta anche e soprattutto dallo scarso appoggio dato ai padri nell'ambiente lavorativo, che impedisce una completa condivisione da ambedue le parti delle nuove responsabilità che emergono quando la famiglia si allarga. Riteniamo fondamentale osservare da entrambe le prospettive le dinamiche che portano alla solitudine e alla mancanza di comprensione reciproca in questo delicato momento di cambiamento. I nostri protagonisti esprimono così la loro frustrazione e il bisogno comunque urgente di ritrovare la propria identità, malgrado gli impegni quotidiani che li travolgono, senza abbandonare i sogni e i desideri che li caratterizzano come individui.

Ci sono un uomo e una donna.
Non si vedono: si parlano solo al telefono.
Lui lavora, lei fa la mamma.
Eseguono tutti e due un copione consegnato loro tanti anni fa: nessuno si interroga più su quel testo, nessuno osa metterne in dubbio la verità. Pena la follia, l'esclusione, peggio la sofferenza.
Lui lavora, lei fa la mamma ma tutti e due hanno un punto di rottura, non reggono il ritmo e un giorno si fermano a sentire la disperazione del nonsenso.
Un canto, una pioggia notturna e finalmente il risveglio. Mancano gli strumenti, però, per gestire la creazione di un nuovo percorso. Manca l'unione vera tra di loro, la comunicazione, il progetto condiviso. L'unica strada possibile diventa l'azione che distrugge e abbandona. Azione condannata da tutti, compiuta in solitudine, senza possibilità di rimediare.
La coppia continua a essere divisa ma forse l'atto magico, seppur estremo, provoca un risveglio ancora più profondo. La vera strada è la sofferenza, vissuta con coraggio e onestà. La vera strada è abbattere il giudizio tra ciò che è bene e ciò che male. Allora l'altro diventa reale ed è possibile un ultimo sguardo l'uno negli occhi dell'altra.

Altri crediti: Assistenza audio e luci Fabrizia Vietto

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NOTE BIOGRAFICHE
Lucio Celaia, attore e regista -fa Teatro dal 1994-, ha studiato presso l'Accademia Napoletana di Teatro e il Centro di Ricerca sull'Attore e la Sperimentazione Culturale (CRASC). Si è, inoltre, formato e ha lavorato con importanti maestri -quali Eugenio Barba, Lucio Colle, Pippo Del Bono, Massimo Lanzetta, Armando Marra, Grazia Scorza, Julia Varley, Torgeir Wethal-, esibendosi nelle città di Napoli, Salerno, Caserta, Matera, Milano, Padova, Roma e Torino. Nel corso delle sue esperienze artistiche, che spaziano dal lavoro attoriale a quello registico e di ricerca teatrale, ha maturato anche esperienze di teatrodanza, teatroterapia, televisione e cinema.

FARE
un:
Teatro Sociale Attivo.
Teatro come ricerca -non solo teatrale-, Teatro antropologico e sociale.
Teatro che incontra il Mistero inteso come cerimonia (dal latino misterium), come iniziazione (dal greco mysterion / mýstēs).
Teatro che si rifà rituale; Rito che evoca il concetto profondo di armonia restauratrice e della sua funzione terapeutica.
Teatro che è Esoterico (esoteros: interno; eikos: è naturale) come rappresentazione dei molteplici sé interiori, attraverso la ricerca sulla natura intima di ogni singolo individuo.
Teatro come cerimonia rituale sulla natura intima dell'individuo.
Teatro dove lo Spazio Scenico diventa Altare, l'Attore il Sacerdote, il Pubblico l'Iniziato.
Teatro che è un Mistero Rituale Esoterico.
Teatro che non dice: esprime;
Teatro che non finge: vive;
Teatro che non imita: crea;
Teatro che non rappresenta: è.
Teatro che è Provocazione. Provoca azioni fisiche come se è fossero le ultime che si possano fare per non morire; provoca la destrutturazione della parola esatta e del gesto ordinario, dove la stessa parola fa parte del corpo, si fa corpo.
Teatro dove il quotidiano diventa extra-quotidiano in uno spazio non reale ma Vero.
Teatro che pratica il dubbio contro ogni è così.
Teatro che capovolge le attese, scommette sul rumore e sulle dissonanze, procede per citazioni e interferenze.
Teatro i cui luoghi di indagine -mondi, testi, parti di universo- sono attraversati per punti di rottura e di affinità: si sviluppano con il senso del mondo.
Teatro che ha visto, studiato, letto, conosciuto e amato il passato, giustamente; ma è capace di recuperarlo all’interno di cornici assolutamente contemporanee.
Teatro che alle molteplici possibilità della tecnologia, a volte sostituisce il sudore del corpo, altre volte le sostiene.
Teatro che mette in scena frammenti di esistenza.
Teatro che non sfiora le cose, è dentro.

SUGGESTIONI
Letture, ascolti e visioni molteplici mi portano a creare l’artista ideale che fa vibrare le mie corde teatrali. Alcune suggestioni:
Antropologia dell'Attore di Renzo Casali;
all'Attore di Michail Cechov;
per un Teatro Povero di Jerzy Grotowskij;
Teatro. Solitudine, mestiere, rivolta di Eugenio Barba;
Il teatro e il suo doppio di Antonie Artaud;
le dissonanze di Thelonious Monk;
la materia di Joseph Beuys;
le mani di Pina Bausch
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