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FAMILY DAY - Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò

Orofino C.
Regia: Nicola Alberto Orofino
Drammaturgia: Nicola Alberto Orofino
Attori: Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Egle Doria, Alice Ferlito, Rita Salonia
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Prosa

Tags: spettacolo muto, famiglia, domenica, coro

FAMILY DAY è un progetto teso a raccontare la famiglia italiana in 7 spettacoli teatrali. Ogni spettacolo presenta una giornata tradizionalmente importante di una famiglia (la domenica, il matrimonio, la nascita di un figlio, il funerale, l’arrivo di un lontano parente, la rottura di un matrimonio…).
Ogni capitolo avrà un titolo ironicamente tratto dalla Bibbia.
Si propone il primo capitolo di FAMILY DAY dedicato al giorno della domenica.

FAMILY DAY 1: Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò

Raccontare la famiglia tradizionale... oggi.
Oggi quale può essere il significato di famiglia tradizionale? Il senso di appartenenza, la patria, la religione, la famiglia, il lavoro… sono ancora questi i valori che costituiscono le fondamenta dell’istituzione familiare?
"Contano ancora i valori di una volta?"...
Quali sono (se ci sono) le basi su cui poggia la famiglia oggi? E la causa dei cambiamenti è da ricercare semplicemente nel mondo che cambia?
In definitiva è possibile ancora discutere di famiglia tipo al di fuori di ogni retorica e di ogni anacronistico retaggio religioso?
Questi gli interrogativi di partenza.
Un coro che si muove all’unisono. Una madre, un padre, una figlia, una nonna e un cane sono i protagonisti di FAMILY DAY per raccontare il rito della domenica.
Tradizionalmente la domenica è la giornata in cui tutta la famiglia si ritrova assieme. Tradizionalmente è la giornata della messa, della preparazione e del consumo del pranzo domenicale, del confronto (scontro), delle partite e dei contenitori domenicali in tv, del riposo dalle fatiche settimanali (solitudine o noia?).
Tradizionalmente tutto questo nell’immaginario comune che per noi italiani si aggrappa a precetti cattolici e spot pubblicitari "Barilla/Mulino Bianco style".
Certo, discutere di “modello familiare” significa non avere nessuna percezione di cosa sono le famiglie oggi, delle tante singolarità che il contesto familiare prospetta. FAMILY DAY mette in scena quell’immaginario contemporaneamente sacro e falso, istituzionale e televisivo, ma per niente aderente alla composita realtà contemporanea della famiglia italiana (e globale). Un immaginario fatto di gesti, riti, abitudini che si reiterano sempre allo stesso modo al solo scopo di mettere a tacere le vere dinamiche relazionali, mai del tutto idilliache.
Quella idea di famiglia non ha parole, non può usarle perché deve nascondere costantemente ciò che non può essere confessato, quello che deturperebbe l’ideale da Bibbia e Codice Civile.
Per queste ragioni FAMILY DAY è uno spettacolo quasi del tutto muto. Soltanto negli ultimi minuti dello spettacolo i personaggi trovano le parole: finito il rito domenicale, turbati da un episodio di trash televisivo, in cui una nota conduttrice racconta un fatto privato, la famiglia, ormai slegata dalla coralità che il rito domenicale aveva imposto, parla svelando torbidi segreti. La parola (laica, cruda e concreta) si fa rivelazione, svelamento, verità.

Altri crediti: Scene e costumi Vincenzo La Mendola
Luci e fonica Simone Raimondo
Grafica Salvo La Piana
Foto di scena Gianluigi Primaverile
Staff organizzativo
Alessandra Barbagallo, Egle Doria, Oreste Lo Basso, Nicola Alberto Orofino, Matilde Russo, Filippo Trepepi

Produzione: XXI IN SCENA - ETNA 'NGENIOUSA

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Nicola Alberto Orofino, catanese, classe 1980, si forma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Luca Ronconi. Qui lavora con personalità teatrali come Luca Ronconi, Massimo, Mariangela Melato, Lydia Stix, Marise Flach, FerrucioSoleri. Partecipa a “La vita è sogno”, “Phoenix”, “Candelaio”, “Infinities”, “Amor nello Specchio” diretti da Luca Ronconi. Nel 2000 recita in “Socrate”, di V. Cerami e N. Piovani per la regia di Gigi Proietti. Nel 2001 collabora con Franco Zeffirelli in “Aida” e lavora con Augustì Humet (direttore dell’Istituto del Teatro di Barcellona) nello spettacolo “El otro el mismo”, assieme agli allievi delle maggiori scuole teatrali italiane ed europee. Ha curato la regia di più di 50 spettacoli tra cui: “Il libertino”, “Ciano”, “Il Gabbiano”, “Glam City”, “Tartufo”, “Virginedda Addurata”, “Ippolito”. Partecipa alla drammaturgia di vari testi tra cui “Nove”, “Aquiloni”, dei quali è anche regista. Nel 2009 collabora con l’Istituto di Cultura Italiano di New York e l’Università di Princeton. Dal 2012 al 2015 è stato direttore artistico del progetto XXI IN SCENA. E’ stato prodotto dal Teatro Stabile di Catania negli spettacoli “Troiane, canto di femmine migranti”, “Sessantotto punto e basta”, “Tornati a casa per tempo”, di cui è anche autore, “ETerNA”. Ha diretto numerosi laboratori teatrali e corsi di aggiornamento in Sicilia e a Milano.
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