← Indietro
immagine-grande

ANCHE I SOGNI IMPOSSIBILI: il quindicesimo ottomila di Fausto de Stefani

COMPAGNIA ATIR TEATRO RINGHIERA

Genere Prosa
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Jacopo Bicocchi, Mattia Fabris

Drammaturgia: Jacopo Bicocchi, Mattia Fabris

Attori: Jacopo Bicocchi, Mattia Fabris

Altri crediti: scene Lucia Rho light designer Roberta Faiolo

Parolechiave: Montagna, Fausto De Stefani, Nepal

Produzione: produzione ATIR in collaborazione con Montura con il sostegno di NEXT ed. 2022/2023 Progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo

Anno di produzione: 2023

Genere: Prosa


Chi sono io? Questo sembra chiedersi, senza timore, da sempre, Fausto De Stefani. La risposta è facile, potremmo dire noi: Fausto De Stefani è il secondo alpinista italiano e sesto al mondo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila. Quindi va da sé: Fausto de Stefani è un alpinista. Meglio: uno dei più forti alpinisti al mondo. Ma sarebbe una risposta sbagliata. Fausto non si definirebbe mai così. Semmai l’alpinismo lo ha aiutato e spinto a domandarsi con più intensità e precisione la stessa domanda: chi sono io? Non sono tanto le imprese a definirlo, non è tanto il cosa ha fatto in montagna, ma piuttosto il come lo ha fatto. Fausto ha sempre guardato alle montagne come a un mezzo, mai come a un fine. Un tramite per conoscere il mondo e - questa sì un’impresa - conoscere se stessi. Le montagne sono state il coronamento di un sogno, ma solo uno dei tanti che popolano il suo animo.
Contadino, carrozziere, escursionista, alpinista, fotografo, ambientalista, attivista, Fausto è un sognatore da sempre. Fin da quando, bambino, ascoltava le storie di Mandelo, un vecchio vagabondo della Bassa Mantovana, che incantava i bambini delle cascine con i suoi racconti. “Salite sulla mia mongolfiera”, diceva loro, e quella voce capace di dialogare con il vento e con i fiori, li trasportava nei più remoti angoli del globo. Da quella mongolfiera, spinta dal vento della fantasia, Fausto non è mai sceso. È da quella speciale prospettiva tra sogno e realtà che ha visto il mondo, le persone che lo abitano e le diverse culture che lo popolano. Ripercorrere la strada di Fausto dunque, significa non solo conoscere la storia di uno dei più forti e determinati alpinisti del mondo ma, soprattutto, immergersi in una visione del mondo. Una visione che mette in cima alla scala delle priorità sempre l’uomo, le sue fragilità, le sue ambizioni, i suoi sogni e le sue contraddizioni. Ovunque Fausto sia andato ha sempre cercato di lasciare un segno, di comprendere la cultura del luogo, incontrare le persone, stringere relazioni, rispettare l’ambiente. Un percorso umano, molto prima che alpinistico, coronato dalla sua impresa più grande, forse l’unica di degna di portare quel nome, il suo XV Ottomila: la realizzazione della “Rarahil Memorial School”, una scuola in Nepal, nella valle di Katmandu. Un gesto di senso, concreto, duraturo, al servizio dei bambini e dei ragazzi di quel Paese che tanto gli ha dato. Ma Fausto non si è fermato. Ha continuato a scalare le vette dei suoi sogni fino a vederne realizzato un altro: “La collina di Lorenzo”, la sua dimora incantata. Lì, su quella piccola altura tra Brescia e Mantova, giungono bambini da tutta Italia, per imparare a conoscere la natura e l’ambiente. Tutti riuniti attorno a lui, mentre li porta in volo, sulla stessa mongolfiera che fu di Mandelo, ad esplorare il mondo. Bonatti, alla fine della sua carriera, si dedicò a quello che lui chiamava alpinismo orizzontale; nel caso di Fausto possiamo parlare senza sbagliare di “alpinismo umano”. La

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

    Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Acquista opera