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Le lacrime amare di Petra Von Kant

Camilla Brison
Regia: Camilla Brison
Drammaturgia: Rainer Werner Fassbinder
Attori: Eliana Miglio, Angelica Giusto, Rosa Ferrara
Anno: 2022
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Fassbinder, dipendenza, amore

“Io credo che ogni essere umano per come è fatto, ha bisogno di un altro essere, eppure... non ha imparato a stare assieme a un altro”.
Le lacrime amare di Petra von Kant è una storia d’amore. Definirlo dramma, melodramma o commedia è ininfluente se ci si pensa bene. Come ogni storia d’amore nasce, cresce e finisce. Per alcuni questo arco riassume la bellezza dell’amore, per altri è una verità insostenibile. Per noi che abbiamo dovuto mettere le mani in pasta, è soltanto come le cose si svolgono tra Karin e Petra. Non siamo andate a caccia del carnefice e della vittima. Ci siamo soprattutto chieste: come ama questo personaggio? E come ama quest’altro? Partendo sempre dal presupposto che se un qualche tipo di relazione intercorre tra due persone, se esiste quindi una relazione, esiste l’amore, un qualche tipo d’amore. Il risultato non lo conosciamo; il risultato è probabilmente agli occhi del pubblico una dinamica di potere e un gioco di ruolo, ma se si lascia scorrere lo sguardo oltre all’utilitarismo apparente dei due personaggi ci si accorge che siamo di fronte a due esseri che cercano disperatamente di capirsi e non ci riescono. Soprattutto, quando non riescono a capirsi, vanno oltre. Questo è il vero dramma, ed è anche la cosa per me più affascinante del testo. Fassbinder mostra tutta la fragilità dei personaggi per poi mostrarcene la capacità di recupero, di cambiare pagina. Infatti questi personaggi cambiano, cambiano tantissimo da una scena all’altra. Petra è cinica e un momento dopo si innamora, è innamorata pazza e un momento dopo è disperata; è disperata e un momento dopo risoluta e poi ancora innamorata e così via. Guardando queste due donne che si conoscono, si amano e si tradiscono dovremmo chiederci: chi di noi pensa di essere egoista quando ama? Nessuno di noi lo affermerebbe apertamente. Così Petra vuole sì disperatamente Karin per sé, ma è convinta di amarla. Così Karin difende disperatamente la propria libertà, ma è convinta di amare Petra. E allora viene spontaneo domandarsi: chi siamo quando amiamo?
Gli ambienti del Museo, tra casa privata e spazio espositivo, sono il luogo ideale per ospitare questo racconto che ha luogo proprio all’interno di un appartamento, dove il pubblico abita lo stesso spazio scenografico delle attrici e ne segue tutti i movimenti da vicino, riducendo così la separazione classica tra palcoscenico e platea.
Per la produzione di questo spettacolo teatrale il Museo Bagatti Valsecchi si è avvalso di un intreccio virtuoso di collaborazioni, cercando di riscoprire ed esaltare le professionalità che ruotano intorno al teatro. La partnership con l’ACCADEMIA IUAD di Napoli e Milano nasce proprio con questo spirito: mettere al centro di una produzione teatrale le competenze degli studenti che si sono cimentati nell’ideazione e nella creazione dei costumi di scena delle due attrici coordinati dalla regista Camilla Brison e dai loro docenti.

Altri crediti: Traduzione di Roberto Menin
costumi di Vittoria Bellingeri, Chiara Buoninconti, Valentina Derudi, Rosa Ferrara, Mario Loreto
in partnership con ACCADEMIA IUAD
con il sostegno di SCAVIA, Rotary Club Milano Cordusio,
Rocca di Frassinello e First Tax & Legal
grafica di Silvia Ciceri
Produzione Museo Bagatti Valsecchi

Produzione: Museo Bagatti Valsecchi

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Camilla Brison si è laureata in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano e l’Université de Nîmes. A Londra ha conseguito il Master in Advanced Theatre Practice presso la Royal Central School of Speech and Drama.
Come regista ha diretto tra gli altri: 2032 Smart Family, spettacolo telematico in coproduzione col Teatrul George Ciprian di Buzau e finanziato da Creative Europe, Notte Bianca di Tatjana Motta, testo vincitore del Premio Riccione per il Teatro 2019, No Land Lady di Greta Cappelletti, finalista del bando Giovani Registi Under 30 della Biennale di Venezia e vincitore del Bando CURA 2019.
All'interno del progetto Beyond the Sud, scambio di artisti provenenti da Italia, Grecia, Uruguay, Argentina e Chile, ha dato vita, insieme a Nicolás Lange, ad Archipelagos.
Come assistente alla regia ha lavorato per Il Macello di Giobbe di Fausto Paravidino e La vita Ferma di Lucia Calamaro, Queen Lear di Nina’s Drag Queens, Per il tuo Bene di Pier Lorenzo Pisano.
Dal francese ha tradotto Kif Kif di Pietro Pizzuti, George Kaplan, del Frédéric Sonntag e Sicilia di Clyde Chabot; dall’inglese ha tradotto Lessons Sweet and Honourable di Edward Fortes e Angry di Philip Ridley.
È stata membro del Comitato di Lettura e del laboratorio CRISI condotto da Fausto Paravidino dal 2012. È commissaria di selezione per il Premio Riccione per il Teatro 2015 e 2017.
Dopo un periodo di ricerca del 2018 sotto il tutorato della Maison Antoine Vitez e grazie ad una borsa di studio della regione Lazio, nel 2019 ha creato Italy Uncovered - new plays from Italy con Edward Fortes e Anna Landi, un festival di drammaturgia italiana contemporanea a Londra.
Dal 2019 è regista di audiolibri per Emons.
Oltre all’italiano, parla inglese, francese, spagnolo e portoghese.
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