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The angry man

Bande a part
Regia: Luigi Maria Rausa
Drammaturgia: Michele Mariniello
Attori: Giorgia Indelicato, Maria Elena Iozza, Marcello Rimi e Luigi Maria Rausa
Anno: 2023
Adatto a: VM14


Generi: Prosa

Tags: Remake, immobilismo, brivido, rabbia

“The angry man” è una riscrittura del celebre testo di John Osborne “Ricorda con rabbia” commedia che nel‘59 diede vita in Inghilterra al movimento degli Angry Young Men. Il nostro lavoro, oltre all’aggiornamento dei riferimenti culturali e del linguaggio, consiste nel tentativo di assecondare la necessità del protagonista Jimmy Porter, di rompere gli schemi in cui è rimasto incastrato. La storia per i primi due atti segue le stesse dinamiche dell’originale, i personaggi restano i medesimi, con parole diverse, ma pedissequi nelle intenzioni e nelle finalità; questo fino a quando il protagonista, in maniera quasi pirandelliana, non entra in conflitto con la drammaturgia stessa. In virtù di questo, la commedia comincia a decostruirsi, cambiando i linguaggi scenici, fino a trasformarsi in qualcosa di nuovo. The angry man, così come l’originale, sembra quasi un monologo, uno sproloquio, un’invettiva contro tutto e tutti, che gli altri personaggi, nello specifico Alison e Cliff, moglie e miglior amico di Jimmy, subiscono e che provano a mitigare con i loro interventi. Jimmy vive le pagine dell’opera in due modalità: quella apatica e quella provocatoria, come se la provocazione fosse l’unico modo per sentirsi vivo, basta che faccia accadere qualcosa che riempia il suo vuoto emotivo e che rompa l’immobilità da cui si sente inghiottito. Chi fa teatro conosce bene l’importanza della provocazione; è un generatore d’impulsi; quando cade nel vuoto si può considerare un errore grave, se invece viene raccolta allora la scena continua a vivere e a rinnovarsi. Anche in questo il teatro fa da specchio alla vita; ci obbliga ad abbandonare le strade troppo conosciute, a rischiare uscendo dalle zone comode, a stare nel vuoto, perché solo da lì può nascere qualcosa di vivo. JIMMY “[…] Perché non facciamo un gioco? Giochiamo a far finta che siamo degli esseri umani e che siamo vivi sul serio. Cosa ne dite? Sì, facciamo finta di vivere. È un secolo che non vedo qualcuno che abbia un briciolo di entusiasmo per qualcosa.” Il non essere vivi in vita è per Jimmy una condizione che riguarda tutti. Se nessuno è più capace di provare entusiasmo, vuol dire che il problema è a monte, è un male collettivo, societario, di un’epoca. Vivere in questa condizione di apatia e immobilismo fa sbiadire qualsiasi prospettiva futura e rischia di far diventare malattia l’infinita ricerca di senso. “The angry man” sceglie di dare a Jimmy la possibilità di un finale imprevisto, un terzo atto inaspettato, sperimentale, a tratti improvvisato. La scenografia si distrugge, il linguaggio muta; gli schemi si spezzano e la storia comincia ad offrire possibilità fino a quel momento impossibili. “The angry man” racconta una generazione ancora immersa nel fallimento, pervasa da un senso di sconfitta di fronte a una società immobile, satura e a un pianeta esausto. Rileggere un testo oggi significa per noi aprire una finestra su una prospettiva diversa.

Altri crediti: Drammaturgia Michele Mariniello
Regia Luigi Maria Rausa
Scene di Alessandra Guagliardito
Assistente alla regia Emanuele Russo
Supporto artistico e sound designer Giancarlo Latina
Foto Francesco Ippolito

Produzione: Babel crew

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BANDE a PART è il nome informale di un progetto di Luigi Maria Rausa, attore e regista diplomato nel 2011 all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Nel 2012 viene scelto da L. Ronconi per la Biennale di Venezia. Lavora in teatro con registi internazionali e nazionali tra cui E. Nekrosius, G. Lauvadant, F. Scianna, M. Bavera, B .Sicca, L. De Fusco, B. Fornasari, S. Cicardo, P. Clough, L. Loris, L. Chiappara, P. Mannina, K. Arutyunyan, R. Trifirò (che affiancherà anche in qualità di aiuto regia per 2 anni) .
Il progetto "Bande a part" ha attraversato diverse tappe di sperimentazione contemporanea e ha come obbiettivo la salvaguardia del “linguaggio” in quanto azione verbale, azione fisica e non fine a se stessa. Restituire quindi dignità e forza alla parola, ai testi classici e moderni, è la missione principale del progetto che vede in “Carne macinata extra” il primo fiore. Un altro lavoro, “Ridicolo Epico”, testo tratto dai racconti di F. Dostoevkij, è finalista con l'attore Giancarlo Latina al MTF 2018 di Palermo, mentre nel 2017 nasce “Sopralerighe”, lavoro in forma di Happening, tratto da “Ie lettere dello yage” di A. Ginsberg e W.Burroughs.
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