Regia: Andrea Santantonio
Drammaturgia:
Attori: Nadia Casamassima Dino Paradiso
Altri crediti:
Parolechiave:
Produzione:
Anno di produzione: 2013
Genere: Teatroragazzi (6-14)
Lo spettacolo nasce dalla riflessione sull’educazione dei bambini e ragazzi. La scelta di partire dal romanzo di Pinocchio è dovuta al fatto che questo, oltre a raccontare di un bambino burattino con una particolare avversione all’educazione e alle regole sociali in generale, è l’emblema di come le voci fuori dal coro vengono trattate nel nostro sistema educativo.
Nella nostra storia, Pinocchio non nasce burattino, ma è un bambino che incontra da subito i personaggi della sua storia, della sua vita con i quali si instaura una relazione asimmetrica: tutti vogliono dare il loro contributo alla crescita di Pinocchio e nessuno è completamente disposto ad ascoltare le sue esigenze.
Le vicende dello spettacolo hanno significato inverso rispetto a quelle del testo di Collodi. Pinocchio non cercherà la redenzione per diventare bambino, nello spettacolo compie un percorso di consapevolezza: Geppetto, Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe, la Fàtina cercheranno progressivamente di mettergli addosso un progetto di educazione ma alla fine Pinocchio si renderà conto di quanto sta accadendo a lui e agli altri bambini come lui e si ribellerà, veramente, chiedendo di essere ascoltato e di essere considerato.
I bambini vengono coinvolti attivamente nello spettacolo: Pinocchio chiederà consigli, si confiderà e confronterà con loro e li coinvolgerà nella decisione di ribellarsi a quanto sta succedendo.
I bambini e ragazzi sono lo specchio di quanto accade a Pinocchio: se lui dimostrerà di essere credibile in quello che dice il pubblico gli darà fiducia e lo spettacolo diventerà corale.
"L'educazione deve servire a tutti per avere il proprio spazio di sole e di dignità. A questo serve."
Lo spettacolo è adatto ai bambini tra gli otto e i quattordici anni, ma anche agli insegnanti, educatori e genitori.
Informazione riservata agli Organizzatori
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