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7 PECCATI CAPITALI

ote compagnia le saracinesche
Regia: Emiliano Minoccheri
Drammaturgia:
Attori: Valentina Bressanin, Mario Coccetti, Lisa Foletti, Prisca Fortini, Massimiliano Musto, Piero Tassarelli, Brunella Zaccherini.
Trailer: Link
Anno: 2013
“Un impianto scenico puramente evocativo. Un atto performativo nel quale la narrazione è interamente affidata alla potenza delle immagini. Una riflessione onirica e al tempo stesso concreta sugli errori umani. Uomini e donne senza identità eternamente condannati al Giudizio. Un’opera visionaria e oscura raccontata da 7 attori-danzatori che hanno deciso di mettersi in gioco, nel disperato tentativo di un riscatto morale, etico e sociale.”

Un viaggio dalle tinte oscure attraverso il senso ed il significato della parola PECCATO. Una narrazione “a quadri” che utilizza immagini, musica e parole esplorando alcune delle domande esistenziali che da sempre attanagliano l’uomo. Un codice espressivo basato su movimenti forti, esplosivi, a tratti disperati. Un insieme di corpi alla continua ricerca di una luce, una speranza. Anime che vivono nel torbido ma che sperano in una salvezza, una redenzione. Esseri umani perennemente condannati al giudizio morale, religioso, sociale. Individui bisognosi di conoscersi e di sfogare tutta la propria rabbia, tra intense partiture fisiche e momenti di sospensione e riflessione.
Lo spettacolo 7 PECCATI CAPITALI prosegue la ricerca della compagnia sul tema dell’identità contemporanea ed è la tappa conclusiva del Progetto Biennale “Die Sieben Todsunden-performing act” patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ozzano dell’Emilia (Bologna) nel 2012 e 2013. La prima assoluta è avvenuta l’8 ,9, 10, 11 Luglio 2013 all’interno del Festival LA TORRE E LA LUNA 2013.
Due anni di lavoro che hanno coinvolto numerosi artisti provenienti dalle più disparate discipline (danza, mimo, prosa,teatro fisico, musica, giocoleria).

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O.T.E. Ozzano Teatro Ensemble, nasce a Ozzano dell’Emilia (Bologna) nel 1997 da un laboratorio teatrale condotto da Pietro Floridia (regista,scrittore e direttore dell’ Itc Teatro di San Lazzaro –Bologna-) e finanziato da fondi del Ministero degli Interni per la prevenzione alle tossicodipendenze.
Dedica i primi anni di attività allo studio utilizzando prevalentemente Shakespeare come palestra di apprendimento e formazione dell’attore, e forma i propri giovani artisti con work shop e stage intensivi diretti da importanti nomi del panorama teatrale italiano: Mario Perrotta, Micaela Casalboni, Marco Toloni, Nicola Bortolotti, Erica Giovannini, Alessandro Bedosti, Roberto Mantovani, Cesar Brie, solo per citarne alcuni.
Si costituisce Associazione Culturale nel 2001, e nel 2004, a consolidamento dell’attività teatrale svolta sino a quel momento, viene fondata la Compagnia “le Saracinesche” (con la direzione artistica di Pietro Floridia fino al 2006).

L’Associazione ha ormai sulle spalle dieci anni di attività, i suoi membri sono giovani alla continua ricerca di nuovi modi comunicativi ed espressivi che tra spettacoli, eventi culturali, festival e attività laboratoriali svolte sul territorio provinciale e nazionale, sono riusciti ad ottenere importanti riconoscimenti. La menzione speciale alla finale della IX edizione di Premio Scenario con lo spettacolo “Il balcone di Giulietta” recitava: “La grande inventiva, la spiccata capacità corale e la costante ricerca di nuovi linguaggi teatrali, che sono le principali peculiarità del gruppo”. Tali peculiarità si sono espresse negli anni non solo nei cosiddetti “teatri ufficiali”, ma in luoghi normalmente non adibiti al teatro stesso, come fabbriche abbandonate, capannoni industriali, scuole, strade, piazze, e tutti i luoghi della vita quotidiana.
Dal 2009 il gruppo ha iniziato numerose collaborazioni con professionisti e compagnie di danza contemporanea e teatro danza (C&C Company, Compagnia della Quarta, DNA Danza), affinando e ampliando la propria ricerca teatrale verso il mondo del Physical Theatre. Ne sono un esempio il progetto biennale “Die Sieben Todsunden-performing act”, o lo spettacolo “Ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio” (da P.P. Pasolini)
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