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UCCELLI DI PASSO

BEstand
Regia: Giuseppe Maria Martino
Drammaturgia: Dario Postiglione
Attori: Luigi Bignone, Martina Carpino, Giampiero de Concilio, Francesca Fedeli
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Tempo, adolescenza, immaginario, gioco, trauma

Gli uccelli di passo sono presenze di una breve stagione, che vivono tempi e luoghi transitori.
Quattro adolescenti esplorano un albergo in rovina, un non-luogo abbandonato di un’Italia di provincia. Giochi e invenzioni si susseguono in bizzarri non sequitur: si inscenano matrimoni, parti, funerali, indagini e processi sommari, pestaggi, sbronze tra pirati, in un movimento frenetico che corre sul posto. Ma ogni gioco che si protrae all’infinito prima o poi svela il suo volto perturbante. La gioventù è un mito che urta contro il muro del tempo.

Uccelli di passo è una scrittura scenica che indaga l’immaginario esploso delle nostre infanzie e i riti d’iniziazione alla vita adulta, in cui la crescita è un trauma e il principio di realtà è il mostro che ci divora. O anche, un gioco di castelli di sabbia che cadono con il cambiare dei codici: un disturbo dell’attenzione agisce sugli eventi, spostando costantemente il senso delle azioni. La drammaturgia parte dalle suggestioni del Peter Pan di J.M Barrie e le sviluppa tramite un lavoro di autofiction che coinvolge gli attori. Con loro entriamo in un albergo fatiscente di cui emergono pochi elementi sospesi nello spazio: una vasca da bagno, dei tendaggi laceri, teli di plastica, un carrellino per il trasporto dei bagagli. Attraverso una continua risignificazione degli oggetti e degli spazi, l’albergo diventa un microcosmo fantastico, ora una chiesa ora un cimitero, un ristorante o una questura, una nave vichinga. È un mondo-isola in cui il tempo ha natura granulare, come ipotizza la fisica quantistica: passato presente futuro coesistono
e si sovrappongono, tutte le possibilità racchiuse in un unico istante. La regia rende conto di questa singolare forma del tempo attraverso fermi-immagine, ralenty, accelerazioni, ripetizioni, bolle che si aprono nel mezzo delle azioni in cui la voce amplificata degli interpreti restituisce una dimensione interiore.
Al centro di questo tempo sospeso e destrutturato c’è un evento traumatico che viene man mano alla luce: tutto ciò che lo precede e lo segue è una deriva, una fuga che si apre in un momento puntuale e si sviluppa per allucinazioni, spostamenti, proiezioni fantastiche. Allo sguardo del pubblico è demandato il compito di ricostruire e interpretare l’evento.
La drammaturgia si muove su due binari. Da un lato l’onnipotenza del “facciamo che io ero”, una formula capace di evocare e disfare mondi in una battuta: i nostri ragazzi diventano di volta in volta vandali, preti, sindaci, mogli e mariti, datori di lavoro, imitano le forme della vita adulta, si prendono gioco di ogni ruolo e gerarchia mettendone in luce la violenza e l’assurdo. Sull’altro versante, abbiamo lavorato su uno spaccato di realtà, un’adolescenza vissuta in una provincia possibile, e il sentimento di malinconia e perdita che segna ogni processo di maturazione. L’intento è di usare l’esperienza viva per costruire una biografia collettiva riconoscibile, in cui si confondano reale e fittizio.


Altri crediti: Luci Sebastiano Cautiero
Scene Simona Batticore
Foto Tommaso Vitiello

Produzione: Collettivo BEstand

File scaricabili:
DOSSIER_UCCELLI.DI.PASSO.ottobre.2022.pdf

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Il Collettivo BEstand opera nell’ambito del teatro contemporaneo con progetti autoriali che indagano attualità, politica, immaginario. Il gruppo si occupa di scrittura scenica come via preferenziale per indagare e restituire un immaginario contemporaneo. Approfondisce il lavoro di autofiction – che assume di volta in volta le forme più adeguate al progetto di ricerca – coinvolgendo gli attori e le maestranze nel processo di creazione di un lavoro. Lo sguardo è rivolto alle relazioni umane e post-umane, alle loro mutazioni nell’accelerazione ipermoderna e a “ciò che rimane” (il tedesco bestand), in cerca di linguaggi che aprano nuovi modi di significare e visioni che mettano in crisi un’immagine consolidata di mondo. Gli autori si incontrano durante il Master in drammaturgia presso l’A.N.A.D. Silvio d’Amico nel 2018. Nello stesso anno il collettivo vince il bando di Ricerca Permanente presso Teatro Studio Uno con il progetto “Mare Anarchico”, finalista di “Stazioni d’Emergenza XI” presso Galleria Toledo. Nel 2019 con “Dov’è la Vittoria”, riceve una menzione speciale al premio “Nuove Sensibilità 2.0” (TPC), il premio “Antonio Neiwiller” e il premio di drammaturgia “Artigogolo”. Il progetto, prodotto da Casa del Contemporaneo e Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, debutta nel contesto del Campania Teatro Festival 2021 ed è inserito nella rassegna “Colpi di scena 2023” di Accademia Perduta, in Emilia Romagna. Nel marzo 2021 il collettivo riceve il premio di produzione “Leo de Berardinis” con “Occidente”, testo finalista al bando Autori della Biennale College Teatro 2019. L’opera debutta presso il Ridotto del Mercadante ed è finalista del premio “PimOff” a Milano. Il lavoro di scrittura scenica “Uccelli di passo” è finalista del premio alle arti sceniche “Dante Cappelletti” e selezionato per la rassegna “OVER/Emergenze Teatrali” ospitata da Argot Studio in collaborazione con NEST. Il progetto è andato in scena al Teatro India nell’ambito del festival Contemporaneo Futuro del Teatro di Roma, a Genova per la rassegna Voci dall’Arca, e al Teatro Elfo Puccini di Milano in occasione dell’Hystrio festival 2023. “Open House – Un’esposizione di Humana”, il più recente lavoro del collettivo, debutta nell'ambito dei progetti speciali del Campania Teatro Festival 2023. Il progetto “Ho visto un cavallo” è stato semifinalista al bando Registi della Biennale College Teatro 2022.
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