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La Trappola

Bottega di Mastro Porpora
Regia: Sergio Beercock
Drammaturgia:
Attori: Sergio Beercock, Noa Di Venti, Giorgio Russo
Anno: 2013
di e con
Sergio Beercock
Noa Di Venti
Giorgio Russo

Produzione Compagnia dell'Arpa

La storia:
Un campo di grano. Un suono stridente e confortante di cicale che cantano nell'afa. Tre “bambini” sulla scena: Sergio, Noa e Giorgio. Non sanno come, non sanno quando, non sanno da dove, prima o poi nel tedio di questo pomeriggio rovente d'estate giungerà una volpe. Sanno che lì intorno vi è la sua tana, ne hanno sentito parlare da un nonno. E' una volpe millenaria, nessuno l'ha mai vista se non di sfuggita, da lontano. E' la Volpe. La Volpe che tutti, una volta nell'infanzia, avremmo voluto incontrare, vederne i cuccioli, sbirciare il suo modo di cacciare.
E' proprio il caso di catturarla, per vederla da vicino: a tal proposito costruiranno la Trappola. Come? Con l'inventiva e la capacità di interpretare il mondo come un gioco molto serio che i bambini hanno.
Si armeranno di pastelli a cera. Progetteranno l'agguato con gli oggetti che hanno a disposizione nei paraggi: un secchio, una catena, dei lacci di scarpe, una carota, una lamiera arrugginita e tanta immaginazione.
Toccherà infatti alla fantasia di Sergio (il Sordomuto), Noa (la Grande) e Giorgio (il Poeta), il compito e la responsabilità di far di questa immaginaria e mai avvenuta cattura un'importante esperienza di vita.
Ho detto immaginaria? Sì. Perché la trappola la costruiranno solo in parte, e la Volpe non verrà mai, ma ne è valso il Gioco, che è la cosa essenziale.
D'un tratto, al canto delle cicale si aggiunge un ronzio. Api? Un favo di vespe? Il ronzio aumenta di volume, si fa più nitido: è un rombo. Il rombo di aerei da guerra che stanno passando sopra le loro teste. E dunque il gioco è finito? Si conclude in Tragedia, nel buio dell'Ignoto, il Gioco della Vita di questi tre bambini? Non sia mai. Loro non concepiscono quell'immagine di Guerra come Morte, ma anch'essa come un gioco, uno un po' strano e che fa piangere i grandi. Questo non impedisce loro di riprendere ad aspettare di vedere la loro Volpe, che è l'unica speranza di sopravvivenza, l'unica cosa Vera in un mondo pieno di battaglie insulse.

E' uno spettacolo per bambini o per grandi?
Al solito, noi non scriviamo spettacoli PER bambini, ma DEI bambini.
Stiamo dalla loro parte, insomma. Il nostro intento non è moralizzare. Piuttosto è dare un senso al nostro Teatro dando la chiave di lettura “dell'infanzia” al pubblico. Questo permette ai piccoli di ritrovarsi emotivamente nel gioco, ai grandi di riscoprirsi più piccoli di quanto credano di essere.
I bambini non sono piccoli. Sono diversamente grandi. E questa definizione la diamo con un sorriso, ma senza mai ammiccare, con grande convinzione.
Il nostro auspicio è che tutti, sia i grandi che i diversamente grandi, una volta entrati a teatro, attendano la Volpe con più ansia di noi.
E chissà che qualche genitore, tornato a casa, dopo aver rimboccato le coperte ai figli, non lasci una fetta di prosciutto davanti alla porta, non si sa mai, dovesse mai esserci una volpe nei paraggi.

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Perché “PORPORA“?
I Fenici, grandi pirati e commercianti dell’antichità, estraevano la porpora da un particolare mollusco per rivenderla come pigmento per le stoffe dei sovrani stranieri.
La porpora mescolata con la cenere dava vita ad una pasta violacea, più scura: il pigmento “viola” in poche parole.
Il VIOLA è per tradizione, in Teatro, il colore della Sfortuna, della Discordia.
Noi lavoriamo sodo per portare tanta sfortuna a chi ci crede.
La Bottega di Mastro Porpora non è necessariamente un luogo fisico, è una circostanza, una situazione che prende vita ogni volta che ci mettiamo in gioco, con l’obbiettivo di imparare e sperimentare sempre nuove forme di Teatro. Imparare come? Studiando. Sfogliando. Scrivendo. Elaborando. Confrontando. Incontrando i nostri maestri. Sudando. Sudando tanto. FACENDO, insomma. Il nostro è un lavoro sempre al gerundio.
La Bottega di Mastro Porpora è nata e ha sede ha Enna, per iniziativa di Sergio Beercock.
I suoi odierni membri sono Sergio Beercock, Noa Di Venti, Floriana Sabato, Giorgio Russo; al momento è in attivo con due spettacoli "LA TRAPPOLA" e "CIARLATANI DI SILENO".

Dicono di noi:
- Si nasce e si diventa insieme qualcosa di nuovo. Si lavora come semplici artigiani per rimuovere blocchi espressivi, per dare forma ad un’immagine. Teatro è ogni luogo, ogni cosa, ogni storia. Teatro è dentro ad una parola, una parola che diventa storia, un gesto che si mescola con quello di un altro, per caso, per destino, perché è perfetto così. La Bottega è una sorta di onda creativa che consente di entrare e di uscire quando si vuole. La storia è il tappeto su cui muoversi, l’unicità è data dall’istante in cui si lavora insieme. E’ un punto di approdo ideale e reale al tempo stesso, per chi vuole rivendicare il diritto alla fantasia, sapendo di essere pronti a fare teatro ovunque. Attori per il tempo di un sogno, attori per strada, attori con un sipario vero e proprio che si alza e cala, attori perché accade di esserlo. Ogni cosa ha un’anima, ogni cosa nella Bottega non sa di essere soltanto una cosa, sa di potere avere un ruolo ma soprattutto di potere cambiare quando serve o forse quando semplicemente vuole. Ogni persona che entra deve essere pronta a vivere una trasformazione, perché il teatro è trasformazione, perché la libertà è sapersi vedere altrove, tra le cose, nella gente. -
[Tiziana Tavella, giornalista]
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