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Gli Occhi di Bette Davis

Compagnie SIBI
Regia: Lorenzo Vanini
Drammaturgia: Lorenzo Vanini
Attori: Lorenzo Vanini
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: per tutti


Generi: Danza, Teatro-danza

Tags: Dialogo, Voce, Ironia.

Viviamo in una società che sottolinea l’importanza dell’apparire forti e
felici, nella vita reale e sui social network. Un sistema all’interno del
quale le nostre debolezze vanno nascoste e le fragilità, così come la
libera espressione delle emozioni, sono spesso oggetto del giudizio e
del sentimento di pietà altrui.
L’ansia, il senso di inadeguatezza e insensata colpevolezza, sono stati
d’animo da sempre presenti all’interno delle società europee di ogni
epoca.
In particolare il Novecento , secondo H. Sedlmayr, è stato un secolo
segnato da frustrazioni e tormentato da sensi di colpa, per le continue
evoluzioni socio politiche, un secolo durante il quale si è assistito, ad
una vera e propria negazione del bello, come sintomo di una
sofferenza inespressa.
Cosa succederebbe se questo malessere comune fosse valorizzato, a
tal punto da renderlo un punto di forza dell’individuo, seguendo le
tracce del pensiero greco del “pathei mathos”, secondo la quale il
dolore porta alla conoscenza di se stessi? Un modo per cambiare pelle
e migliorarsi?
Gli Occhi di Bette Davis è un progetto di creazione scenica, incentrato
sul concetto di “sovraesposizione”, in cui il performer è sempre, suo
malgrado, il centro dell’attenzione. Lo spazio scenico, privo di zone in
cui nascondersi, diventa una scatola in cui si è obbligati a creare,
produrre, performare di continuo, per dissimulare un malessere.
Il protagonista, un uomo comune di circa 30 anni, usa un linguaggio
colloquiale e ironico. Un personaggio nel quale è possibile ritrovare se
stessi o qualche conoscente. Un individuo alla ricerca della parte
migliore di se, con una profonda volontà di guarire, affidandosi agli
altri, ma prima di tutto a se stesso.
Si tratta di un lavoro in continuo dialogo con il pubblico, in cui la quarta
parete si sgretola gradualmente aprendo una breccia tra individuo e
collettività, un canale di scambio alla ricerca di supporto fisico ed
emotivo nell’altro. Una sorta di viaggio nelle paure del quotidiano, una
presa di coscienza, raccontata attraverso un’ironia dissacrante e un
susseguirsi di figure auliche da un lato e dall’altro vicine alla vita di tutti
i giorni.La ricerca corporea e propriamente coreografica si basa su un lavoro di mimetismo e rappresentazione di
opere pittoriche e scultoree di varie epoche, caratterizzate da differenti interpretazioni del dolore, e su una
ricerca vicina al Body Mind Centering, dove esplorazioni e improvvisazioni legate agli organi e ai liquidi del
nostro corpo, sono la base di creazione di un preciso materiale coreografico.
Il paesaggio sonoro caratterizzato da un susseguirsi di atmosfere diverse trasforma il corpo dell’interprete,
così come lo spazio intorno a lui. La visione musicale è quella di un passaggio graduale e quasi impercettibile
da sonorità astratte vicine alla musica elettronica, ad altre più accessibili e/o propriamente pop, passando
per destrutturazione e ricostruzione degli elementi singoli delle tracce finali.

Altri crediti: Musiche originali di Valeria Miracapillo

Produzione: Opificio in Movimento, Klap

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La Compagnie SIBI, composto da Anthony Barreri, Inès Josa e Lorenzo Vanini, nasce nel 2016 a Istres, in Francia. I tre interpreti si sono conosciuti durante la Formation Coline di Istres dove per due anni hanno lavorato assieme ad altri 9 danzatori, funzionando come una vera e propria compagnia.
Il lavoro del collettivo è caratterizzato da una forte teatralità e quotidianità del gesto, oltre che dal non raro utilizzo della voce.
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