Regia: Nadia Milani
Drammaturgia: Nadia Milani
Attori: Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes e Giacomo Occhi
Altri crediti: Ideazione Miriam Costamagna e Andrea Lopez Nunes Scene, figure e puppets Gisella Butera, Andrea Lopez Nunes, Miriam Costamagna, Nadia Milani, Matteo Moglianesi Musiche originali Andrea Ferrario Voci di Aurora Aramo, Arianna Aramo, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Nadia Milani, Giacomo Occhi Disegno luci Andrea Lopez Nunes e Matteo Moglianesi Consulenza registica Matteo Moglianesi Con il sostegno di Festival Mondial des Théâtres de Marionnettes e BIBOteatro In collaborazione con Teatro Gioco Vita, Associazione culturale Artemista, Zona K, In Scena Veritas e Teatro Comunale di Limbiate Si ringraziano Marco Lam, Andrea Cagnazzo e Nicoletta Garioni Spettacolo selezionato per Progetto Cantiere 2019 – Festival Incanti (Torino)
Parolechiave: paura, crescita, bosco, relazione genitori-figli, scoperta
Produzione: Drogheria Rebelot
Anno di produzione: 2021
Genere: Teatroragazzi (3-8) Figura
SINOSSI
«Caro Lupo» è l’inizio di una lettera che ha il sapore di una favola.
C’è una piccola casa in mezzo ad un grande bosco e lì si sono appena trasferiti la mamma, il papà e la piccola Jolie. Jolie è una bambina particolare, ha una fervida immaginazione che la porta ad inventare milioni di storie, tanto che anche lei ogni tanto si interroga sul confine labile tra realtà e finzione. È curiosa, coraggiosa, intraprendente, le piacciono le costellazioni, il suo inseparabile orso di pezza Boh e le cose che fanno un po' paura. I suoi genitori sono eccentrici, in molte faccende affaccendati, la ascoltano poco sebbene cerchino di fare del loro meglio. Così non le credono quando Jolie si accorge di una presenza insolita, una creatura del bosco che la affascina e contemporaneamente, la terrorizza. E quando Boh scompare, Jolie sente un coraggio inarrestabile, quel coraggio che solo l'amore sa regalarci. E decide di partire verso l'ignoto, si addentra nel bosco e quando pensa di essersi perduta per sempre, Nonno Nodo e Nonna Corteccia le regaleranno la chiave per superare la paura. Perché a volte le cose, se le guardiamo da vicino, diventano più piccole di quel che sembrano. Dipende sempre dal nostro sguardo su di loro.
I LINGUAGGI
Lo spettacolo si susseguirà con l'alternarsi di due livelli dimensionali, micro e macro, in un continuo cambio di punto di vista dello spettatore. Alle immagini si sovrappongono le parole, la drammaturgia musicale originale e la drammaturgia luminosa che si compone di tagli di luce, di riflessi, di sovrapposizioni e di dissolvenze. Il nostro desiderio è quello di far dialogare il linguaggio del teatro delle ombre con quello del teatro su nero. La scelta del linguaggio del teatro d'ombre è determinata dalla sua intrinseca natura evanescente e misteriosa. L’ombra è qualcosa che vediamo ma che non possiamo toccare e sulla quale non possiamo agire: l'ombra rappresenta così la paura stessa. Il teatro su nero è un linguaggio profondamente immaginifico dove l'applicazione di un taglio di luce permette l'animazione di oggetti, materiali e pupazzi rendendo gli animatori completamente invisibili. Il nero ci permette di inscenare un mondo magico dove reale ed irreale si confondono.
Informazione riservata agli Organizzatori
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