Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

what is a fancy word for ending

basti/caimmi
Regia: basti/caimmi
Drammaturgia: basti/caimmi
Attori: Anna Basti, Chiara Caimmi
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti


Generi: Performance

Tags: performance, fine, inizio, fragilità, esercizio

What is a fancy word for ending è un percorso di indagine sul tema della fine e su ciò che accade tra una fine ed un nuovo inizio.
Quanti ultimi baci hai dato? Quanti scatoloni da trasloco hai imballato? Quanti biglietti solo andata hai comperato? A quanti progetti hai detto addio? Quanti lavori hai cambiato? Quante volte hai sentito il tuo cuore farsi in mille pezzi? Quante volte hai dovuto ricominciare?
A noi tutto questo è successo tante, tantissime volte. E nonostante ciò, ogni fine ci coglie impreparate.
"Così l'addio diventa un vizio. Spento uno, se ne riaccende un altro. Di quanto faccia male smettiamo presto di preoccuparci." (Catalogo degli addii, M. Mander – B. Giacobbe)
A differenza della generazione precedente, la narrazione delle nostre vite è continuamente spezzata: il lavoro non dura più una vita intera, tanto meno le relazioni e anche i luoghi diventano transitori, così come le nostre case. Ai grandi finali irreversibili, se ne accompagnano molti altri, figli di una precarietà del tutto nuova ed imprevista, di cui siamo gli sfortunati pionieri.
"Il tratto caratteristico dell’incertezza attuale [...] è il fatto che esiste senza che ci siano disastri storici incombenti. Al contrario, la sua esistenza è integrata nella vita quotidiana di un vigoroso capitalismo: si dà per scontato che l’instabilità sia normale." (L'uomo flessibile, R. Sennett)
Eppure della fine, non sappiamo prenderci cura. La si supera, si va avanti si ricomincia. La fragilità, il fallimento, lo spaesamento, tutte condizioni che non trovano mai lo spazio di essere, ma che rimangono sepolte come un sottofondo sommerso nel rumore di mille nuovi inizi.
Usiamo lo spazio scenico come luogo di osservazione e sperimentazione. Nel nostro mondo in cui chiusa una porta si apre un portone, scegliamo invece di osservare e osservarci mentre la porta si chiude. Quali le paure? Quali le possibilità?
Cerchiamo di fermare questo momento sospendendolo, portandolo all'estremo attraverso la reiterazione, ripercorrendolo attraverso il meccanismo del loop e del rewind, come uno studio scientifico per prove ed errori. In cui la cavia siamo noi.
La narrazione si genera su più piani: uno affidato alle immagini video e al suono ed un secondo livello, incarnato dai corpi in scena, alla ricerca di nuove possibilità che sfidano questa ineluttabilità, ne studiano i limiti, in un gioco alla ricerca di soluzioni che vadano oltre il binarismo inizio-fine.
Il corpo in scena apre nuove temporalità, nuovi possibili finali, luoghi di stasi, dandosi la possibilità di sottrarsi, abitando, quindi, quello spazio liminale che ci viene costantemente negato.
Immaginiamo uno spettacolo composto dall’accostamento ritmico di suoni, immagini video e di corpo in scena, in un dialogo la cui drammaturgia funziona per rimandi, contrapposizioni e e giustapposizioni. La linearità della narrazione è continuamente spezzata e si fa metafora della temporalità frammentata che caratterizza oggi le nostre vite.

Altri crediti: da un’idea di Chiara Caimmi

di e con Anna Basti e Chiara Caimmi

in console luci Alessio Troya

con il sostegno di Tendance

con il sostegno di ATCL Lazio

con il sostegno di Florian Espace_Progetto OIKOS

con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo

con il sostegno di Artinvita – Festival Internazionale degli Abruzzi

con il sostegno di Muta Imago

con il supporto di ORBITA/Spellbound

Progetto finalista del Premio Pim Off per la scena contemporanea 2021



artiste residenti Ostudio Roma

Produzione: basti/caimmi con il sostegno di Muta Imago

File scaricabili:
fancy.word.dossier.SMall.pdf
portfolio.basti_caimmi.2022.pdf

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Anna e Chiara iniziano a lavorare insieme nel 2016, condividendo il desiderio di indagare la realtà attraverso il corpo.
Questa indagine genera il progetto di ricerca Relax_nothing is under control, incentrato sugli effetti dei dispositivi di controllo sul nostro corpo e ospitato in residenza nel 2017 da Macao_Milano, l'ex Asilo Filangieri_Napoli e Carrozzerie Not_Roma (Cikorea festival).
Nel 2018 gli stessi temi vengono declinati nel progetto UNLOCK, una piattaforma di ricerca che comprende la performance UNLOCK e il laboratorio UNLOCKING, aperto a tutti i corpi possibili e immaginabili. UNLOCK, con il sostegno di Inteatro Festival, Centrale Fies, KOMM TANZ / Teatro Cartiera residenze artistiche Compagnia Abbondanza / Bertoni e Muta Imago, è stato presentato come work-in-progress a Inteatro Festival 2019 (Polverigi) e ha debuttato all’interno di Ipercorpo 2020.
Oggi si stanno dedicando al nuovo progetto what is a fancy word for ending, incentrato sul tema della fine e lo spazio liminale tra una fine ed un nuovo inizio. Questo comprenderà lo spettacolo what is a fancy word for ending e il percorso esperienziale per un partecipante deep sea diver.
Anna e Chiara sono co-fondatrici e artisti residenti di Ostudio a Roma.
Il loro approccio alla scena è influenzato dai vari linguaggi che hanno individualmente attraversato, con l'obiettivo di porre il corpo in situazioni concrete in cui possa agire e reagire, emancipato da ogni obbligo rappresentativo.
La loro metodologia di ricerca si sviluppa attraverso la creazione di piattaforme di progetto, che possono ospitare linguaggi e formati diversi, come emergenti dalle esigenze specifiche di ogni processo e tema.


Anna si forma come danzatrice e performer. Collabora con diverse compagnie: Asphalt, Aterballetto, Linga (Losanna), Cie Twain, come interprete e assistente alla coreografia per 4 anni; Atacama, Industria Indipendente, Gruppo E-motion, Les gens d’Uterpan (Parigi), Muta Imago per il progetto Displace e Gruppo Nanou. Collabora inoltre con O. Caiti, J. D. Puerta Lopez, A. Berdini, A. Redi.
Dal 2013 affianca all’attività di interprete, un proprio percorso di ricerca, che porterà al primo studio per moto perpetuo_prima deviazione, presentato ad Appunti coreografici per DNA_RomaEuropa Festival e inserito in Nuove Traiettorie, curato dalla rete AnticorpiXL. Nel 2014 moto perpetuo_prima deviazione viene selezionato per AnticorpiXL_Vetrina della giovane danza d’autore.
Nel 2017 scopre Marosi Festival (http://www.marosistromboli.com) e nel 2018 entra a far parte del team di progettazione.

Chiara si forma come attrice e performer teatrale a IFA_Inteatro Festival Academy 2008 (N. Humpel - Nico and the Navigators, B. Verdonk, M. Abbondanza, Big Art Group, D. D’Urso) e prendendo parte negli anni a workshop e laboratori (tra gli altri con Fanny Alexander, S.Calderoni e I.Caleo, G.B. Corsetti, N. Karpoff, J. Cura). Come interprete collabora principalmente con la compagnia Muta Imago (dal 2009 a oggi per gli spettacoli Madeleine, Napoli Primo Passo, Rabbia Rossa, Displace, In Tahrir, Sonora Desert) e con la compagnia OHT di Filippo Andreatta (dal 2009 ad oggi per gli spettacoli Delirious New York, Un ballo in maschera e Project Mercury). Con i Muta Imago lavora inoltre in qualità di assistente alla regia e alla drammaturgia (dal 2013 al 2017 per Pictures from Gihan, Hyperion, L’aumento e Canti Guerrieri).
Condividi