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"Se Questa è una Rana" - La Satira come Dioniso comanda -

Ciurmastorta
Regia: Andrea Dezi e Stefano Luci
Drammaturgia: Andrea Dezi e Stefano Luci
Attori: Stefano Luci
Trailer: Link
Anno: 2012
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa, Performance, Altro

Tags: Aristofane, Rane, Grecia classica, Attore, Dioniso

rogetto e regia di Andrea Dezi e Stefano Luci
con Stefano Luci

Scenografia sonora di Massimilano Peri




Il Progetto

Enigmatiche e sfuggenti da sempre, "Le Rane" per molti lo sono fin dal titolo, considerato dai più atipico se non addirittura oscuro.
L’incontro di Dioniso con le rane, che cantano il loro amore per la poesia, è un singolo episodio che non lascia tracce nel prosieguo della storia, ma questi anfibi altro non fanno che rappresentare una distinzione tra il valore assoluto della poesia e la fallibilità delle scelte singole.
Per Aristofane quindi le rane sono lo strumento, comico ed evidentemente ambiguo, del quale egli si serve per esaltare quella che lui riteneva essere la forma più alta di poesia, e cioè la tragedia, unica tra le forme d'arte che riesca ad influire anche sul comportamento etico-politico dei cittadini spettatori.
La Atene di Aristofane era una città in crisi, all'imbarbarimento dei costumi faceva eco un degrado sociale e politico, e come se non bastasse tutto questo si rispecchiava anche nel teatro di quel tempo: Euripide era morto l'anno prima della messa in scena de "Le Rane", e dopo di lui nessun grande poeta sembrava poterne raccogliere l'eredità.
La scena teatrale ateniese è un deserto, e in questo deserto il dio Dioniso decide di scendere all'Ade per recuperare il suo amato Euripide (finendo invece per riportare in vita Eschilo), questo viaggio così assume la doppia valenza di salvezza per il teatro e per Atene.
Aristofane scrive una commedia profondamente nostalgica, in cui riportare in vita i morti è l’unico modo per ridare ad Atene gli splendori del passato.
"Se questa è una rana"
è una trasposizione del testo aristofanesco che però non tradisce il messaggio più profondo de "Le Rane", che è quello di usare il teatro per parlare di teatro, perchè oggi, come allora, viviamo in una condizione di impoverimento sociale, politico e culturale.
Come reagirebbe Aristofane spettatore di una messa in scena contemporanea delle sue "Rane"? Glielo abbiamo voluto chiedere, e, così come in una visione, in un sogno ebbro, lo abbiamo evocato, e abbiamo immaginato che un attore lo incontri in occasione di un'attesissima prima rappresentazione proprio de "Le Rane". Il pubblico è in visibilio, gli unici a non esserlo sono l'attore e uno strano personaggio seduto accanto a lui.
I due si rendono conto di condividere lo stesso giudizio negativo su ciò che sta accadendo sul palcoscenico.
Spazientito, lo strano personaggio, si precipita fuori dalla platea, inseguito dall'attore, ormai incuriosito.
L'inseguimento, attraverso i corridoi e le sale dell'edificio teatrale, culmina nel bar del teatro, dove l'attore ritrova lo sconosciuto intento a servirsi da sé un drink. Quest'ultimo, in un crescendo alcolico, rivela la sua identità: Aristofane in persona, o meglio la sua ombra tornata dall'Ade con un solo scopo: trovare un eroe di animo nobile e d'intelletto puro capace di affrontare un pericoloso viaggio nell'aldilà, per resusc

Altri crediti: Musiche live Max Peri

Produzione: Ciurmastorta

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Stefano Luci e Davide Stecconi si conoscono alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano dove incominciano a collaborare alla creazione di spettacoli e dove si diplomano.

Davide Stecconi si diploma al corso di Drammaturgia (1999), Stefano Luci al corso Attori (2000).

I due fondatori successivamente incontrano Massimiliano Peri, musicista da 25 anni, ricercatore sonoro e maestro di percussione, diplomato all’Accademia Ignacio Servantes Havana di Cuba.
Ha studiato per tre anni sotto la guida personale del Maestro taoista Chino Chian, l’arte ed il segreto del suono cosmico-mistico del tamburo tradizionale. Ha collaborato con il gruppo Rossomaltese.
Ha collaborato con Teresa De Sio, Cristiano De Andrè, PFM e Mauro Pagani.
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