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Io So e Ho Le Prove

Virus Teatrali

Genere Prosa
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Regia: Giovanni Meola

Drammaturgia: Giovanni Meola

Attori: Giovanni Meola Daniela Esposito

Altri crediti: musiche originali | Daniela Esposito assistente alla regia - direttore di scena - datore luci | Annalisa Miele regista assistente | Chiara VItiello scenografia | Monica Costigliola - Angelo De Tommaso foto di scena | Nina Borrelli liberamente tratto dall'omonimo saggio-memoriale di | Vincenzo Imperatore

Parolechiave: banca, manager, conversione, gola profonda, fisarmonica

Produzione: Virus Teatrali

Anno di produzione: 2017

Genere: Prosa

Il libro di Vincenzo Imperatore ‘IO SO e HO LE PROVE’, con svariate decine di migliaia di copie all’attivo, è stato uno dei casi letterari degli ultimi anni.
Lo spettacolo, libero adattamento dal titolo omonomo, racconta la ‘conversione di un ex-manager bancario’ che, dopo un quarto di secolo al servizio della più importante banca italiana, ne è uscito denunciandone tutte le nefandezze, comuni all’intero settore bancario nazionale ed internazionale negli ultimi due decenni.
In questo monologo non ci sarà, però, un solo corpo in scena, bensì due: affianco all’attore, una musicista e rumorista, nonché attrice muta.
La messinscena diventa così un racconto per corpo e parole ma anche per suoni e rumori, un incontro a volte sopra le righe, altre volte ironico, altre ancora serrato e diretto.
‘IO SO e HO LE PROVE’ non è quindi del tutto un monologo, la sua drammaturgia scenica si avvale di un’altra presenza in grado di incarnare in maniera più o meno indiretta, attraverso suoni, vocalizzi, e composizioni musicali originali, personaggi e ‘segni’ che l’epopea dei due decenni di esuberanza e scelleratezza bancaria senza freni ha creato, andando poi a sbattere nella grande crisi del 2008.

sinossi
Enzo, di estrazione popolare ma ambizioso, si trova al posto giusto nel momento giusto: la deregulation del sistema bancario.
In questo modo, fa carriera e soldi per più di vent'anni.
Poi... la conversione.
Che, come tutte le conversioni, è irta di ostacoli, contraddizioni, difficoltà.
Ma Enzo è ostinato e vuole diventare un uomo diverso e perciò crea un'azienda che difende dagli abusi delle banche.
Così ora si trova ad accompagnare un suo cliente, un imprenditore vessato dalla propria banca ma che ha bisogno vitale di un fido, ad un incontro con una funzionaria piacente, alta e snella, una di quelle ‘serial-killer’ per le quali lui, da manager, stravedeva (‘...perché le femmine sanno come far mettere una firma molto più di noi uomini’).
Enzo riuscirà ad evitare al suo cliente la sorte che lui, inesorabilmente, faceva fare invece, a parti invertite, a imprenditori come quelli, contribuendo così alla distruzione dell'economia reale ?

Un lavoro urgente, in un momento storico nel quale migliaia di risparmiatori fanno i conti con i default dei loro istituti bancari.
Un lavoro nel quale dramma e commedia si intrecciano senza sosta e nel quale provare a far ridere, far piangere, indignare, spingere a informarsi.
L’umanità che trasudava dai passaggi più cinici o delicati del libro mi ha spinto a immaginare un personaggio in carne ed ossa pronto a raccontare le sue malefatte, a svelarne i retroscena come un mago che svela i trucchi del mestiere, e il cui tormento interiore è quello di un personaggio shakespeariano che ha sempre saputo di fare la cosa sbagliata ma che la fa perché… così si doveva fare.
Un personaggio dall’apparente cinismo e il reale tormento, dalla provocazione ghignante al fiducioso autoaccusarsi.

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