Regia: Serena Facchini, Ermanno Nardi, Francesco Angelo Ogliari
Drammaturgia: Serena Facchini, Ermanno Nardi, Francesco Angelo Ogliari
Attori: Serena Facchini, Ermanno Nardi, Daniele Pennati e con Elena Parretti
Altri crediti: contributi video Roberto Polimeno costumi Elisa Bartoli produzione Elea Teatro/Industria Scenica con il sostegno di MiBACT
Parolechiave: futurismo, serata futurista, gran varietà, Marinetti, fisicofollia, nonsense, comico-grottesco, velocità, simultaneità
Produzione: Elea Teatro/Industria Scenica
Anno di produzione: 2018
Genere: Prosa
Cosa vuol dire oggi parlare di Futurismo?
Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 ripudia il classico e il passato trasformandoli in una tela neutra, che poi colora con le tonalità che meglio si addicono a uno stile giovane e nuovo.
Noi “rubiamo” questa tela e, senza cancellarla completamente, la “sporchiamo” con i colori che ci riguardano.
Come un pout pourri è un cocktail apparentemente inutile di frutti e fiori di diverse forme e colori, così questo spettacolo vuole essere un miscuglio “futile” di richiami futuristi. Vogliamo far seccare i fiori del passato e riprofumarli con nuove fragranze.
I futuristi immaginavano un nuovo teatro che abbandonasse la trama, il verso, la prosa, che distruggesse la sintassi in favore del verso libero. L’unico teatro che salvavano era quello di Varietà, della sorpresa ed improvvisazione.
Noi ci divertiamo a portare in scena una serata futurista oggi.
Lo spettacolo è pensato come un nuovo varietà strutturato in scene indipendenti e tra loro scollegate, percorse da un sottile filo comune “condito” dalle parole chiave del teatro futurista: sorprendere, provocare una reazione, sconcertare. Utilizziamo un linguaggio comico, a volte non-sense, ma che sotto la sua patina, nasconde qualcosa di tragico.
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