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UNLOCK

basti/caimmi
Regia: anna basti - chiara caimmi
Drammaturgia: anna basti - chiara caimmi
Attori: con: anna basti - chiara caimmi luci: maria elena fusacchia fonica: lukas wildpanner
Trailer: Link
Anno: 2018


Generi: Performance

Tags: corpo, dispositivo di controllo, disequilibrio, corpi femminili

Dispositivo di controllo: “qualunque cosa abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, mo- dellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi” (G. Agamben)

Due corpi femminili in assenza di equilibrio: la postura è instabile, la voce non trova il suo tono naturale, il respiro è limitato, co- stretto dai lacci di un corsetto. Due donne in bilico tra il tentativo di raggiungere un modello estetico, e il riconoscere che questo stesso modello è un’imposizione culturale e sociale.
I due corpi sono in una condizione di disequilibrio, determinata da due tavolette propriocettive che costituiscono l’unico spazio d’azione. Due giroscopi, applicati alle tavolette, misurano il grado di disequilibrio. Questo dato, processato, agisce sulle voci microfonate delle performer, che quindi salgono e scendono di tono in base all’ampiezza del disequilibrio. Così come la postura, anche la voce non trova il suo stato “naturale”.

Unlock è un percorso di riappropriazione e di scoperta del corpo e della voce, nel tentativo di eludere il controllo. La scoperta della mobilità del ventre si affianca all’indagine sulle possibilità della voce nei suoi toni più bassi e viscerali, mettendo in discussione l’immagine del femminile legata soltanto alla grazia, all’armonia, al rassicurante. Una discesa che riemerge nel tentativo di esplosione energica e liberatoria, che cerca di eludere lo stereotipo.
La performance, della durata di 35 minuti, non adotta un linguaggio unico, ma esiste nella contaminazione tra la danza ed il teatro: la prima come canale di uso e studio del corpo in scena, il secondo come riferimento per la costruzione drammaturgica del lavoro. La scenografia è un’asettica scatola bianca, che con i suoi cambi di colore, segue e segna i passaggi drammaturgici. La musica, insieme alla luce, sono gli elementi attraverso cui il percorso di liberazione dal controllo si manifesta: da un’ironica canzone anni ‘50 su sfondo rosa, UNLOCK affonda nel blu delle vibrazioni a 60hz e ci conduce fino alla cassa dritta e la luce stroboscopica.
È possibile resistere agli attacchi dei dispositivi? Possono degli spazi conquistati di libertà sfuggire al controllo?


Altri crediti: da un’idea di anna basti
elaborazione e messa in scena anna basti e chiara caimmi
con anna basti e chiara caimmi
direzione tecnica e disegno luci maria elena fusacchia
musiche originali di iva stanisic/iva and the toy george
assistenza fonica lukas wildpanner
supporto tecnologico di alessandro petrone e francesco castrovilli
musica iniziale you don't own me - lesley gore
testo musica finale liberamente tratto da I am emotion - eve ensler


con il sostegno di Inteatro Residenze

con il sostegno di Centrale Fies

con il sostegno di KOMM TANZ/Teatro Cartiera residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto

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Anna e Chiara iniziano a lavorare insieme nel 2016, condividendo il desiderio di indagare la realtà attraverso il corpo.
Questa indagine genera il progetto di ricerca Relax_nothing is under control, incentrato sugli effetti dei dispositivi di controllo sul nostro corpo e ospitato in residenza nel 2017 da Macao_Milano, l'ex Asilo Filangieri_Napoli e Carrozzerie Not_Roma (Cikorea festival).
Nel 2018 gli stessi temi vengono declinati nel progetto UNLOCK, una piattaforma di ricerca che comprende la performance UNLOCK e il laboratorio UNLOCKING, aperto a tutti i corpi possibili e immaginabili. UNLOCK, con il sostegno di Inteatro Festival, Centrale Fies, KOMM TANZ / Teatro Cartiera residenze artistiche Compagnia Abbondanza / Bertoni e Muta Imago, è stato presentato come work-in-progress a Inteatro Festival 2019 (Polverigi) e ha debuttato all’interno di Ipercorpo 2020.
Oggi si stanno dedicando al nuovo progetto what is a fancy word for ending, incentrato sul tema della fine e lo spazio liminale tra una fine ed un nuovo inizio. Questo comprenderà lo spettacolo what is a fancy word for ending e il percorso esperienziale per un partecipante deep sea diver.
Anna e Chiara sono co-fondatrici e artisti residenti di Ostudio a Roma.
Il loro approccio alla scena è influenzato dai vari linguaggi che hanno individualmente attraversato, con l'obiettivo di porre il corpo in situazioni concrete in cui possa agire e reagire, emancipato da ogni obbligo rappresentativo.
La loro metodologia di ricerca si sviluppa attraverso la creazione di piattaforme di progetto, che possono ospitare linguaggi e formati diversi, come emergenti dalle esigenze specifiche di ogni processo e tema.


Anna si forma come danzatrice e performer. Collabora con diverse compagnie: Asphalt, Aterballetto, Linga (Losanna), Cie Twain, come interprete e assistente alla coreografia per 4 anni; Atacama, Industria Indipendente, Gruppo E-motion, Les gens d’Uterpan (Parigi), Muta Imago per il progetto Displace e Gruppo Nanou. Collabora inoltre con O. Caiti, J. D. Puerta Lopez, A. Berdini, A. Redi.
Dal 2013 affianca all’attività di interprete, un proprio percorso di ricerca, che porterà al primo studio per moto perpetuo_prima deviazione, presentato ad Appunti coreografici per DNA_RomaEuropa Festival e inserito in Nuove Traiettorie, curato dalla rete AnticorpiXL. Nel 2014 moto perpetuo_prima deviazione viene selezionato per AnticorpiXL_Vetrina della giovane danza d’autore.
Nel 2017 scopre Marosi Festival (http://www.marosistromboli.com) e nel 2018 entra a far parte del team di progettazione.

Chiara si forma come attrice e performer teatrale a IFA_Inteatro Festival Academy 2008 (N. Humpel - Nico and the Navigators, B. Verdonk, M. Abbondanza, Big Art Group, D. D’Urso) e prendendo parte negli anni a workshop e laboratori (tra gli altri con Fanny Alexander, S.Calderoni e I.Caleo, G.B. Corsetti, N. Karpoff, J. Cura). Come interprete collabora principalmente con la compagnia Muta Imago (dal 2009 a oggi per gli spettacoli Madeleine, Napoli Primo Passo, Rabbia Rossa, Displace, In Tahrir, Sonora Desert) e con la compagnia OHT di Filippo Andreatta (dal 2009 ad oggi per gli spettacoli Delirious New York, Un ballo in maschera e Project Mercury). Con i Muta Imago lavora inoltre in qualità di assistente alla regia e alla drammaturgia (dal 2013 al 2017 per Pictures from Gihan, Hyperion, L’aumento e Canti Guerrieri).
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