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Epizón

Collettivo EFFE
Regia: Giulia Odetto
Drammaturgia: collettivo EFFE
Attori: Greta Cisternino, Cecilia Francesca Croce, Lidia Luciani
Trailer: Link
Anno: 2019


Generi: Danza, Teatro-danza, Performance, Installazione

Tags: digital tools, site-specific, interazione,

IDEA
Pensiamo che quando si parla di interazione non si debba cadere nel rischio di creare una performance fatta di tanti linguaggi non in relazione. Il nostro lavoro è in sottrazione: cerchiamo quel link, per piccolo che sia, che rende complementari i vari linguaggi. Siamo alla ricerca di quello che rimane, che sopravvive
PROGETTO
Epizon, dal greco, sopravvissuto
Tre performer abitano uno spazio in cui, facendo ricorso ad un codice fisico comune, scoprono diverse tipologie d’interazione. Attraverso l’utilizzo creativo del loro battito cardiaco sono in grado di influenzare lo spazio a livello sonoro e visivo.
Il cuore è l’elemento centrale: simbolo di umanità ed elemento di contatto con HART, device capace di processare il battito cardiaco digitalmente e, di conseguenza, ampliare la gamma espressiva del performer.
Il battito cardiaco è l’elemento base della composizione sonora. Se il performer decide di attivare il device e amplificare il proprio battito, attiva una performance visiva tramite l’utilizzo del video mapping.
L’elemento luminoso ha il compito di svelare il luogo in cui la performance avviene in modo da esplicitare la relazione tra i movimenti coreografici e lo spazio e valorizzare visivamente il luogo in cui la performance accade.
Epizon indaga il concetto di selezione creativa, dove gli elementi performativi che sopravvivono ai vari tentativi di interazione diventano le basi per un nuovo linguaggio
MOVIMENTI
La modalità di ricerca del materiale coreografico è legata allo spazio in cui avviene la perfromance, usando un processo di creazione passiva che si basa su un vero e proprio dialogo fisico con lo spazio. Architetture, forme, suoni, sensazioni, sguardi dei passanti sono la prima vera fonte creativa. Dei dialoghi con lo spazio quali elementi coreografici sopravvivono nel performer, e poi nel gruppo? E di questi quali si inseriscono in un dialogo anche con gli aspetti tecnologici?
SUONI
Il suono ha una funzione iperreale, atto a svelare/amplificare il battito del cuore delle performer. Sono loro infatti le vere esecutrici della composizione, avendo la possibilità di connettere e sconnettere il device e controllare il loro battito. Il resto è un’eleborazione digitale delle frequenze e dei disturbi che genera il nostro corpo in movimento
VISUAL
Le proiezioni si mettono a servizio dei performers e ne sono dipendenti: reagiscono al loro battito cardiaco. Illuminano lo spazio nella scena collegato con il movimento del performer, ogni volta in modo diverso e a seconda dell’intensità del cuore. L’immagine creata dalla proiezione non è finalizzata all’aggiunta di qualcosa nella scena, ma alla valorizzazione dello spazio preesistente
HART
Prima di essere un dispositivo sperimentale in grado di amplificare battito cardiaco, HART è una ricerca su quali siano le tecnologie migliori per consentire l’amplificazione del cuore di un individuo in circostanze creative, tramite la una ricerca su flussometria e le nuove wearable tecnology

Altri crediti: assistente alla creazione Valentina Spaletta Tavella
suoni Lorenzo Abbatoir
visual Lea Brugnoli
con l’utilizzo del prototipo HART
design di Marco Conte

creato in residenza presso gli spazi del Festival Mirabilia

Produzione: Collettivo EFFE e Compagnia Effetto Pullman

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Il Collettivo EFFE nasce nel 2018 con l’intento di approfondire l'uso di applicazioni tecnologiche in ambito performativo, fuori e dentro gli spazi teatrali sviluppando anche progetti comunitari. Tra i membri stabili: Giulia Odetto (regista/autrice), Antonio Careddu (dramaturg/autore), Daniele Giacometti (video/performer) e Lorenzo Abattoir (sound artist).

Esploriamo la percezione e sfidiamo quella del pubblico. Studiando il metodo di inclusione dei diversi linguaggi performativi con i nuovi media, cerchiamo di aprire alternative in cui la tecnica sia naturale estensione del corpo umano, sperimentando differenti modalità di approccio alla scena. Per farlo cerchiamo di emanciparci dalla supremazia della razionalità.

Disegniamo utopie nello spazio, per mostrarne la possibilità.

I nostri spettacoli sono stati ospitati in numerose stagioni e festival, tra cui: Teatro Stabile Torino, Festival Opera Prima, Biennale Teatro Venezia, Romaeuropa Festival, Festival Mirabilia, Teatro in Quota.

L'aspetto amministrativo è curato da OHT - Office for a Human Theatre
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