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DOMINO

Teatro Nucleo
Regia: Natasha Czertok
Drammaturgia: Natasha Czertok
Attori: Daniele Giuliani, Marco Luciano, Martina Pagliucoli, Veronica Ragusa, Chiara Venturini, Theano Vavatziani
Trailer: Link
Anno: 2018


Generi: Teatro-danza, Performance, Altro

Tags: Teatro per spazi aperti, Teatro di Ricerca, Teatro distopico, Teatro urbano

Nel presente distopico di DOMINO, calzante metafora teatrale del presente che quotidianamente viviamo, non ci sono buoni e cattivi, i personaggi si muovono come pedine di un gioco crudele, freddi ingranaggi e funzioni di un sistema perverso che sembra non lasciare scampo.
Cuore del gioco è un misterioso meccanismo di selezione al quale sono sottoposte le quattro donne protagoniste, sorvegliate e condotte attraverso le varie fasi del processo da tre guardie dal sorriso perenne e inquietante. Sulla scena si staglia un parallelepipedo metallico, un cubo misterioso e criptico, allegoria di un potere sempre più difficile da identificare e quindi sovvertire, che scandirà le fasi della selezione che porterà alla scelta di una delle quattro concorrenti/prigioniere.
Le fasi che il “monolito” impone sono :
1 l’ammissione delle concorrenti/prigioniere alla selezione
2 il contratto di accettazione dei termini di partecipazione
3 la gara di odio
4 la selezione
Uniche regole della gara:
Vietata ogni forma di solidarietà;
Vietata ogni forma di ribellione e criticità ai meccanismi del sistema di selezione;
Ma non sempre tutto fila liscio, e anche in questa glaciale, ferrosa, acida atmosfera l’”umano” è sempre sul punto di emergere,… sbocciare, costringendo le guardie a sedare con violenza quasi impercettibile per quanto finemente subdola, ogni “sintomo” emotivo, ogni inceppo che potrebbe causare l’arresto del sistema di selezione, e alla fine, per quanto le quattro concorrenti provino a resistere, a difendere le proprie visioni e le proprie speranze, il sistema terminerà il suo lavoro, otterrà la sua nuova adepta, con una prassi tranquilla, lineare,… agghiacciante.
Ma si sa che i sogni sono qualcosa che raramente si riesce a distruggere del tutto, si sa che un sogno è un germe positivo, una gemma capace di vivere senza terra, senza acqua, senza sole, qualcosa che può restare dormiente per 10, 100, 1000 anni, e che alla fine tornerà a splendere, costruire, irradiarsi, respirare.

Traendo ispirazione da romanzi quali ‘1984’, di Orwell, ‘Il mondo nuovo’ di Huxley, ‘Il racconto dell’ancella’ di Margaret Atwood DOMINO vuole portare l’attenzione, tramite un linguaggio multidisciplinare che va dalla danza, all’uso delle proiezioni, al teatro e alla musica, sulla progressiva diminuzione di beni primari, sulla concreta, lenta e graduale perdita della libertà di pensiero, sull’innalzarsi di nuovi muri e frontiere anche sociali, sulla poesia come strumento di salvezza, sul bisogno di credere in qualcosa o qualcuno. Sulla rivolta come atto necessario.

Altri crediti: Scenografie :Teatro Nucleo , RedoLab artigiani del riutilizzo, Luca Bernasconi

Sartoria Chiara Zini

Inserti video Anne Corporaal

Parte tecnica Alessio Bettoli, Franco Campioni , Studio di registrazione Animalhouse – Service Suono e Immagine

Produzione: SProduzione Teatro Nucleo 2017/2018 col sostegno di Regione Emilia Romagna e Mibac

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Un teatro indipendente, un laboratorio permanente, che da quasi 50 anni si occupa di ricerca sull’arte dell’attore | formazione di attori e registi | teatro comunitario | promozione del teatro di strada come arte autonoma | progetti di teatro nel sociale | teatro in carcere | teatro nella salute mentale | teatro nella cultura urbana | formazione professionale per operatori socio-sanitari | pedagogia teatrale per giovani e per l’infanzia | conferenze, stage, workshop.Teatro Nucleo vede il teatro come strumento di evoluzione sia per lo spettatore che per l’attore. Focalizza la sua attenzione sulla relazione che si crea tra questi, curandone gli aspetti più intimi. Quest’ottica trasversale permea il suo agire nelle produzioni, nella formazione, nella direzione artistica. Non vede un pubblico preferenziale, identifica nell’essere umano di qualsiasi genere, etnia, età, classe sociale un possibile interlocutore. Da un imperativo di giustizia elementare e dall’idea che proprio in costoro è possibile trovare nuova linfa e nuovo senso all’arte, Teatro Nucleo è spinto a rivolgere grande attenzione a tutti gli esclusi dalla fruizione e dalla produzione artistica. Su questa rotta orienta la sua costante ricerca di un linguaggio quanto più universale orientato dal motto: ora e qui!
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