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Come vorrei non morire

Attolini
Regia: Daria Pascal Attolini
Drammaturgia: Daria Pascal Attolini
Attori: Daria Pascal Attolini
Trailer: Link
Anno: 2018


Generi: Prosa, Performance, Altro

Tags: Tragicommedia, narrazione, nuova drammaturgia, monologo, prosa

Quando ho parlato di questo mio progetto a amici e colleghi abbiamo tutti pensato si trattasse di
un lavoro molto rischioso. Una storia vera, personale, fortemente autobiografica: il rapporto con
un padre che è stato assente per buona parte della vita e che a un certo punto rivela di essere
malato di cancro e con pochissime possibilità di sconfiggere la malattia. L’emotività che ancora
traspariva dalle mie parole aumentava il rischio di rendere questa storia una confessione o una
testimonianza che poteva avere solo un valore catartico per chi l’aveva scritta. Poteva essere
un’esperienza legata al teatro-terapia, dove il palcoscenico fosse il mezzo di un’operazione
psicanalitica. Eppure continuando a rileggerlo ho sentito, invece, che c’era la possibilità di far
emergere il lato più semplicemente umano, condivisibile, allontanandosi dall’autoreferenzialità. Si
trattava di osare senza dissacrare o di dissacrare senza offendere. Il testo aveva un potenziale
fortemente ironico, a tratti comicissimo. E ci siamo sorpresi a ridere molto più spesso di quanto
credessimo possibile. Ci siamo sorprese a sorridere di molti aspetti di un’esperienza tanto tragica.
Si trattava di trovare un modo semplice, il più leggero possibile, per trattare un argomento
delicato come la morte di un padre e di quel padre nello specifico, senza perdere di vista il senso, il
perché di questo racconto. Gli unici oggetti di scena hanno attinenza con la nostalgia, con
l'abbandono. Quasi tutti gli oggetti hanno una possibilità maggiore di immortalità rispetto
all’essere umano. Attraversano i secoli, ricevono le cure di chi li vuole mantenere in vita, e passano
di mano in mano , di famiglia in famiglia, testimoni silenziosi di cambiamenti. Il tema della morte ,
più specificamente dell'abbandono viene declinato in diverse forme. Tutto comincia e si
interrompe e la sensazione è che non si riesca a portare nulla fino in fondo, che non si riesca mai ad arrivare all'ultimo atto, che tutto sia destinato a finire-non finire mai.

Altri crediti: Disegno luci : Alessandro Barbieri

Produzione: Daria Pascal Attolini

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Daria Pascal Attolini è attrice bilingue italo tedesca. Comincia la sua formazione artistica professionale frequentando la Scuola Europea per l'arte dell'attore(Teatro verdi,Pisa).Prosegue gli studi di recitazione alla Scuola d' arte drammatica Paolo Grassi(Milano) dove si diploma nel 2007.Lavora in teatro con i registi Carlo Cerciello, Alessio Bergamo, Fabrizio Montecchi, Beppe Navello, Gigi Proietti, Andrea Baracco, Emiliano Bronzino, Leo Muscato, Robert Talarczyk. Si perfeziona lavorando con Jan Lauwers,Rimini Protokoll e Lluis Pasqual alla biennale di Venezia e nel 2015 frequentando la masterclass per attori del Centro teatrale Santa Cristina,fondata da Luca Ronconi.Dal 2012 collabora stabilmente con il Teatro Astra(Torino).
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