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VERONICA

Fabio Massimo Franceschelli / OlivieriRavelli_Teatro
Regia: Fabio Massimo Franceschelli
Drammaturgia:
Attori: Cristina Aubry
Trailer: Link
Anno: 2012
VERONICA
Con Cristina Aubry
Drammaturgia e regia di Fabio M. Franceschelli
Disegno luci Marco Fumarola
Scene Cinzia Iacono e Fabio M. Franceschelli
Costumi Cinzia Iacono
Produzione OlivieriRavelli_Teatro in collaborazione con amnesiA vivacE - Consorzio Ubusettete – Franz Biberkoff

Due fatti di cronaca ispirano il monologo.
Il primo: nel gennaio del 2007 Veronica Lario, moglie di Silvio Berlusconi, scrive una lettera al quotidiano La Repubblica in cui chiede pubblicamente le scuse del marito colpevole di alcune «affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: " ... se non fossi già sposato la sposerei subito", "con te andrei ovunque". Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità». Due anni dopo, quando gli scandali sessuali stanno per travolgere il marito, con una nuova lettera, stavolta all’agenzia ANSA, la Lario annuncia l’intenzione di divorziare.
Il secondo: nel 2011 Dominique Strauss-Kahn, Direttore Generale del FMI, viene arrestato a New York con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni della cameriera di un hotel. Sua moglie, la giornalista Anne Sinclair, lo difende. In un’intervista dichiara: «non sono una santa, non sono una vittima, ma una donna libera».
Veronica è entrambe queste donne e quindi, di fatto, nessuna delle due.
È una donna che riflette su se stessa e sul senso di una vita passata a fianco di un uomo che ormai disprezza; una donna che tenta disperatamente di dare una sintesi coerente alla contraddittorietà delle sue scelte; una donna che esamina con spietata lucidità la sua vita, chiusa tra il marito, i figli e il ruolo pubblico che non vuole mai più avere; una donna che pianifica il proprio futuro e la propria rinascita meditando una vendetta dal sapore catartico.
È un testo di riflessioni e meditazioni, di impercettibili sfumature rese con una musicalità placida e amara. Il ritmo è cullante, a tratti ipnotico. L’amarezza è il sentimento sovrastante e più che l’ironia regna il sarcasmo.

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Fabio Massimo Franceschelli, nato a Roma nel 1963, è drammaturgo, scrittore, saggista, critico e regista teatrale.
È autore di svariati drammi, commedie, monologhi e adattamenti. Negli ultimi anni, le riviste web di critica teatrale “Teatro e Critica” e “KLP” lo hanno definito rispettivamente “una scrittura unica nel nostro teatro” e “tra le voci più interessanti della nuova drammaturgia”.
Tra i suoi tanti testi, si segnala: Terzo Millennio, tradotto in tedesco e messo in scena nel 2002 in Austria (Graz); Appunti per un Teatro Politico, oggetto nel 2008 di un ciclo di lezioni all'Università del Vermont (USA), dedicate al teatro politico italiano. Veronica, monologo parzialmente ispirato alla figura di Veronica Lario, pubblicato nel 2012 nella collana “Scenamuta”, Edizioni Progetto Cultura. Penombra del Primo Mattino, dramma in quattro atti omaggio al cinema di David Lynch, pubblicato nel 2013 nella collana “Scenamuta, Edizioni Progetto Cultura. XXX Pasolini, libero adattamento teatrale dell’immaginario pasoliniano, pubblicato on-line dal principale sito italiano di studi pasoliniani, http://www.pasolini.net;
Dal 2013 è redattore di “Perlascena – non periodico per una drammaturgia dell’oggi”, rivista di selezione e diffusione di drammaturgia contemporanea italiana.
Come regista ha firmato numerose regie mettendo in scena sia i propri testi, sia personali adattamenti di Boccaccio, Beckett, Pinter, Sofocle, Genet, Cechov, Pasolini. E' tra i fondatori della compagnia romana OlivieriRavelli_Teatro. Inoltre è tra i fondatori del consorzio teatrale “UBUSETTETE”.


OlivieriRavelli_Teatro, collettivo teatrale capitolino, è nato nel 1996 su progetto di Claudio Di Loreto (attore e regista) e Fabio Massimo Franceschelli (drammaturgo e regista). Nel 2005 si è costituito nell’Associazione Culturale “Figli di Hamm” (Presidente Alessandro Margari).Dall’anno della sua fondazione ha lavorato nell’ambito del teatro di prosa in una duplice, seppur parallela, direzione:- da un lato un “teatro di regia”, rivolto all’attualizzazione di classici della storia della drammaturgia (Sofocle, Molière, Genet, Cechov, Beckett, Pinter);- dall’altro la drammaturgia contemporanea, con la messa in scena dei testi di Fabio M. Franceschelli. Il percorso artistico di OlivieriRavelli si tiene lontano da un teatro fine a se stesso, caratterizzato da una certa tendenza “archeologica” alla ciclica riesumazione di letterature e approcci registici ormai irrelati e anonimi; nonché da un teatro autoreferenziale e autocompiacente, teso alla ricerca di un’estetica elitaria e vuota, tipica di molta avanguardia. L’interesse è quindi sul recuperare la funzione sociale del teatro. Ossia il teatro come forma di riflessione, come specchio di una società (attori e spettatori) che si interroga su se stessa. Ciò impone la presenza di una coscienza vigile e critica rispetto all'attualità e la continua ricerca di linguaggi stilistici che sappiano scuotere il pubblico resuscitandone l'interesse per l'azione scenica. Le produzioni di OlivieriRavelli_Teatro sono orientate a sorprendere lo sguardo spesso “intorpidito” dello spettatore, attraverso un uso accorto della scrittura, della caratterizzazione dei personaggi e del ritmo. Il risultato è una prassi teatrale che lavora sull'eccesso, che predilige le atmosfere ipnotiche, ossessive e dissonanti, i ritmi elevati, i personaggi grotteschi, le situazioni surreali e paradossali e un linguaggio devoto a maestri quali Beckett, Ionesco, Pinter.
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