Regia: Giovanni Battista Storti
Drammaturgia: Angelica Bifano
Attori: Angelica Bifano
Altri crediti: Disegno luci Federico Calzini Con il sostegno di Inteno 5-Napoli; Mittelfest-Cividale del Friuli In collaborazione con il Collettivo L'Amalgama
Parolechiave: Mamma, famiglia, domenica, Sud, pranzo
Produzione: Inteno 5-Napoli; Mittelfest-Cividale del Friuli
Anno di produzione: 2018
Genere: Prosa
“Mamma son tanto felice perchè” mette a confronto tre generazioni di donne abbracciando una fascia temporale che va dai primi anni del 1900 ai primi del 2000 grazie a tre personaggi: la Mamma (di ottant’anni), Delfina (la figlia di cinquanta) e Alice (la nipote di otto). Il passato, il presente e il futuro prendono corpo e dialogano mostrandoci le preoccupazioni, le necessità e i desideri delle tre donne in base al grado di vita vissuta e le esperienze fatte. Attraverso conflitti e complicità si instaura un tenero gioco in cui interagiscono la saggezza popolare di un’anziana donna di campagna, la praticità di una donna in carriera e l’imprevedibilità di una bambina. La bellezza di questo confronto risiede nella capacità che hanno i tre personaggi di scoprirsi, di far emergere la loro vera essenza, senza paura di mostrare al pubblico chi sono intimamente. Questo confronto è linfa vitale che scorre nelle loro parole e nei loro corpi, che li fa sbocciare, fiorire e, se il caso vuole, morire durante l’arcata della storia.
La figura femminile in primo piano intende parlare e mettere in risalto una società matriarcale in cui la donna è responsabile, custode e giudice della casa. Non a caso si scende in Sud Italia, nel Cilento, in cui questa caratteristica è ancora presente ed evidente. Qui le donne si passano il testimone, con onore e devozione. I loro occhi memorizzano compiti e doveri, fin da subito diventano donne esperte e concrete. Si teme per i nipoti, “i bambini di oggi”, perchè non si ha la certezza che abbiano lo stesso senso di responsabilità, si avverte che nuovi e sconosciuti stimoli li portano lontano dalla concretezza della vita. L’intera vicenda ruota però intorno ad uno solo di questi personaggi: Delfina. Lasciata per ultima e non a caso, con un interrogativo: è possibile ricominciare una nuova vita alla sua età, a cinquant’anni? Una domanda mai esplicitata dal personaggio ma che dà il via a questa storia familiare nel silenzio della sera, in compagnia di una sigaretta, quando gli occhi rimangono fissi nel vuoto e i pensieri si confondono.
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