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Se non sporca il mio pavimento - un melò

Giuliano Scarpinato
Regia: Giuliano Scarpinato
Drammaturgia: Giuliano Scarpinato, Gioia Salvatori
Attori: Michele Degirolamo, Ciro Masella, Francesca Turrini, Beatrice Schiros (in video)
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa

Tags: mélo, identità, provincia, metamorfosi

Gioia Montefiori ha 47 anni, è insegnante di sostegno in un istituto magistrale e vive con l’anziana madre nella casa di famiglia. Alessio Benedetti è uno studente di 17 anni, ha 12 profili su Facebook e sogna una società di servizi ad Antibes. Cosimo Comes è un parrucchiere di 54 anni, ha un salone di bellezza chiamato “Armonya” e un cane di piccola taglia che fa sogni premonitori.
Sono i protagonisti di un mèlo di provincia dalle tinte fosche, una favola noir fatta di rimozioni fatali, bugie sapienti, specchi e umori cangianti; e soprattutto di fantasticherie, latitanze dalla realtà che durano il tempo di uno schianto.
“Se non sporca il mio pavimento” prende le mosse da un recente caso di cronaca nera italiana, il delitto Rosboch; una vicenda che mi ha impressionato, oltre che per l’intreccio, per la forza archetipica dei suoi personaggi. Mi sembrò subito, quando la prima volta ne lessi, che in quella provincia piemontese fatta di supermarket, tubi catodici e fughe nei social, si fosse incarnato bizzarramente, attraverso Gloria Rosboch e il suo giovane seduttore Gabriele Defilippi, il mito di Eco e Narciso.
La ninfa dannata da Afrodite ad amare non corrisposta fino alla consunzione delle carni e il giovinetto perduto nella propria immagine riflessa sono scolpiti da Ovidio nelle Metamorfosi, quello che Vittorio Sermonti definisce “il poema dell’adolescenza come esperienza della labilità e vulnerabilità dell’identità, mentre il tuo corpo non fa che cambiare, che cambiare te stesso sotto i tuoi stessi occhi. E tu non sai più chi sei.” Percorrendo senza prudenza i gradi di separazione tra Eco e Narciso, Gloria e Gabriele, Gioia e Alessio, mi piacerebbe raccontare di questo incastro nel limbo dell’adolescenza. Di quella cameretta dove le identità si offuscano, distorcono, tardano a sbocciare; perché a ciascuno di noi capita di farvi ritorno, prima o poi, e di avere di nuovo sedici anni, tanti sogni, e poco talento per la vita.

Altri crediti: scene Diana Ciufo
progetto video Daniele Salaris
luci Danilo Facco
costumi Giovanna Stinga
visual setting Mario Cristofaro
foto Manuela Giusto
assistente alla regia Riccardo Rizzo
produzione Wanderlust Teatro
progetto vincitore “Odiolestate” – residenza produttiva Carrozzerie / n.o.t Roma
e con il sostegno di CSS – Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro di Rifredi, Corsia OF – centro di creazione contemporanea, Industria Scenica, Angelo Mai, Il Lavoratorio
debutto nazionale_5 ottobre, Romaeuropa Festival

Produzione: Wanderlust Teatro

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Giuliano Scarpinato nasce a Palermo nel 1983. Nel 2006 si laurea in lettere moderne con una tesi sul teatro di Pier Paolo Pasolini. Nel 2009 si diploma come attore alla Scuola del Teatro Stabile di Torino fondata da Luca Ronconi e diretta da Mauro Avogadro, dove studia con lo stesso Avogadro, Marise Flach, Franca Nuti, Marco Merlini, Emanuele De Checchi ed altri. Alla sua formazione contribuiscono stages e laboratori con artisti quali Marco Baliani, Antonio Latella, Alfonso Santagata, Valerio Binasco, Mimmo Cuticchio, Arturo Cirillo, Jurij Ferrini, Ricci/Forte, Susan Batson.

In teatro lavora come attore con John Turturro (“Italian folktales”), Carlo Cecchi (“La dodicesima notte”), Giancarlo Sepe (“Jekyll e Hyde”), Emma Dante (“Verso Medea”, “La muta di Portici”, “Feuersnot”), Marco Baliani (“Un paese di nuvole e fiori”), Daniele Salvo (“Gramsci a Turi”, “Aiace”, “Edipo re”, “Re Lear”, “Manfred”), Mauro Avogadro (“L’incorruttibile”, “Tre De Musset”), Carmelo Rifici (“Fedra”), Cristina Pezzoli (“Antigone”), Alessio Pizzech (“Che disgrazia l’intelligenza”).
Nel 2011 riceve la segnalazione speciale della giuria al Premio Hystrio alla vocazione.

Come regista debutta nel 2009 con “I ciechi” di Maurice Maeterlink per il Teatro Stabile di Torino (Festival delle colline torinesi 2009). Con “La fortuna di Philèas”, di cui è anche drammaturgo, nel 2012 è finalista al Premio Scenario Infanzia. Nel 2014 vince il Premio Scenario Infanzia con “Fa’afafine - mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, che nel 2015 diventa una produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo. Dopo il debutto a Bari, per il Festival Maggio all’Infanzia, lo spettacolo è stato ospite del FIT – festival internazionale del Teatro di Lugano, dove ha ricevuto il Premio Infogiovani. Dopo una prima tranche autunnale (Palermo, Torino), “Fa’afafine” riprenderà la sua tournèe italiana in marzo/aprile.
Per il Festival Dionisiache 2015, infine, Giuliano Scarpinato cura la regia e l’elaborazione drammaturgica di “Elettra”, di Hugo Von Hofmannsthal, nella splendida cornice del Tempio Dorico di Segesta. Lo spettacolo è occasione per la costituzione di CaveCanem, un collettivo di artisti (attori, musicisti, video maker) impegnato da allora nell’ideazione e realizzazione di diversi nuovi progetti.
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