Regia: Luca Rodella
Drammaturgia: Fabrizio Bianchi e Alessandro Grima
Attori: Fabrizio Bianchi e Alessandro Grima
Altri crediti: Scene di Biù Lab Voice over di Luciano Mastellari
Parolechiave: suicidio, vuoti interiori, angelo custode, tragicomico, fatalità
Produzione: Viandanti Teatranti
Anno di produzione: 2017
Genere: Prosa
Una strada deserta, due poveri cristi, un ponte.
Abbraciami pirla è la storia di un incontro fortuito e fatale. Fausto, un trentacinquenne disoccupato con il vizio delle scommesse e Angelo, un trentenne professore di Fisica, hanno solo una cosa in comune: farla finita da quel ponte.
Per un'imprevista beffa del destino si ritrovano però, contro il loro volere, ad essere l'uno l'angelo custode dell'altro, senza averne la minima convinzione o l'esperienza per poterlo essere. Si scatena così tra i due una catena di ostacoli paradossali e grotteschi, talvolta poetici e talvolta tragicomici, che li porta ad oscillare tra vita e morte, tra cielo e terra, tra amicizia e odio, fino alla più misteriosa domanda fondamentale: come colmare i nostri vuoti interiori?
Lo spunto iniziale del progetto Abbracciami pirla nasce dai tristi fatti di cronaca che vedono il ponte di Paderno d'Adda (LC) protagonista di numerosi casi di suicidio, tanto da essere ribattezzato "il ponte dei suicidi". A queste tragiche vicende si aggiunge anche la notizia di due ragazzi trentenni che, in un appartamento di Milano, decisero di suicidarsi insieme.
Con il rispetto dovuto alle fonti originali, nasce nei due attori la volontà di raccontare i vuoti che chiunque può avere, con un taglio che possa essere non solo riflessivo ma anche fortemente ironico. La drammaturgia così spazia su piani differenti, dalla pungente comicità sull'assurdità della vita di tutti i giorni, alla tragedia imminente, dall'introspezione del singolo personaggio, al viaggio totalmente surreale e fantastico nei mondi che sarebbero potuti accadere e non sono mai accaduti.
In scena solo quello che serve: un tappeto che funge da ring, un lampione, una pedana sul vuoto, una via di fuga. Il resto è lasciato agli attori, perché la decisione ultima va presa solamente sperimentando il calore o la delusione di un contatto umano. Dall'alto sporgono delle file di lucine bianche a pioggia sopra tutto lo spazio scenico, di diversa intensità all'occorrenza, come stelle che nella loro attenta immensità osservano impotenti la vita di questi piccoli uomini.
Qualche breve estratto in voice off ispirato dalle parole bibliche tratte dal Libro di Giobbe intorno alla vacuità della nostra esistenza scandisce le fasi di questa folle nottata senza tempo.
Una notte che per Fausto e Angelo potrebbe durare un solo istante o una vita intera.
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