Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Martin Luther King la diceva meglio

Christian Gallucci
Regia: Christian Gallucci
Drammaturgia: Christian Gallucci
Attori: Christian Gallucci
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa

Tags: I have a dream, amleto, attore, crisi, sogno

PROGETTO.

Mettere in scena l’Amleto, il più bramato, agognato e sognato tra i ruoli teatrali; il punto di riferimento per generazioni di teatranti che nel tempo ne hanno fatto la loro palestra o un’ossessione personale. In questo “Martin Luther King la diceva meglio”, trova il suo incipit, prendendo come punto di riferimento particolare il monologo dell'“Essere o non essere” che diventa espediente per raccontare la vita faticosa dell'attore con i sogni e le aspettative che si scontrano con una realtà fatta di lavori duri e ritagli di tempo da dedicare alla realizzazione delle proprie aspirazioni. Un lavoro che punta sull’insistere, e quindi sull'“essere” mettendo da parte, nascondendo – forse soltanto sotto il tappeto - il “non essere” che rimane comunque lì, visibile, ad ammonirci che resistiamo solo perché, per dirla con le parole di Shakespeare, non sappiamo quali sogni possano assalirci una volta sdipanati dal groviglio mortale..
Si tratta di un lavoro che tocca delle corde ironiche e leggere, ma che allo stesso tempo sa essere poetico e toccante; un lavoro che si rivolge direttamente al pubblico e che vuole essere trasversale, una sorta di dedica ai più giovani e a quelli che giovani non lo sono più.

SINOSSI

Io ho un sogno, ma non so come dirlo. I have a dream? Martin Luther King la diceva meglio. Il racconto di un giovane attore che sogna di mettere in scena Amleto - tra intuizioni sceniche irrealizzabili, invettive contro la mancanza di mezzi e il desiderio di modernizzare il grande classico di Shakespeare – diventa il pretesto per riflettere in maniera leggera ma toccante sulla condizione dell’artista e sulla generazione dei trentenni che ancora non si arrende pur non sapendo se riuscirà a realizzarli, i propri sogni.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Christian Gallucci
Classe ’86, milanese. Si laurea in lingue e letterature straniere (inglese e svedese) e si avvicina al teatro, frequentando la scuola di Teatri Possibili a Milano e successivamente la scuola triennale Csa, diretta da Irina Galli e Alessandro del Bianco. Successivamente, si perfeziona con maestri quali Michael Margotta, Michele Bottini, Yuri Kordonsky, Cesar Brie, Marco Sgrosso. Nel 2020 partecipa al Corso di Alta Formazione di Residenza Idra (Brescia), lavorando con Fausto Paravidino, Massimo Sgorbani, Sonia Antinori, Milena Costanzo, Enzo Cosimi.

Come attore, lavora con Andrea Baracco in Troilo e Cressida per Teatro Stabile d’Abruzzo; Massimo Chiesa e Eleonora D’Urso in Rumori Fuori Scena per Teatro della Gioventù, Genova; Vittorio Vaccaro in Prometeo di Eschilo e Nuvole di Aristofane per Teatro alle Vigne, Lodi. Collabora stabilmente per diverse compagnie su Milano.

Nel 2015 fonda la compagnia Coperte Strette, intraprendendo anche un percorso autorale e di regia. Con lo spettacolo Hotel Lausanne vince il premio NEXT 2017/2018; la trilogia Si stava Meglio è prodotta da Teatroi e selezionata a Mediterranea – Young Artist Biennale ’17 a Tirana; lo spettacolo Tiffanys – Fenomenologia di una scena d’amore viene prodotto e debutta nel 2019 con il sostegno, tra gli altri, di ERT – Arena del Sole, R.a.m.i, Manifattura K. Nel 2016 il suo spettacolo Martin Luther King la diceva meglio vince il premio Visioni Shakesperiane e viene prodotto da Archetipo/Teatro Comunale di Antella/Fondazione Teatro Toscana.

Nel 2019 il suo testo La vita delle piante è finalista al Premio Riccione per il Teatro, nel 2020 è vincitore del premio Cendic Segesta ed è tra i testi segnalati da Italian and American Playwrights association.
Nel 2020, con Dicono che farà caldo, vince il bando di residenza Artefici, di Artisti Associati ed è finalista a Testinscena per Fondazione Claudia Lombardi per il teatro.
Nel 2021 il lavoro è incluso per il secondo anno nel progetto Artefici e debutta al teatro comunale di Cormons (Gorizia).
Il suo ultimo lavoro “Cadono fiocchi di neve, soggetti alla gravità”, nel 2021 è semifinalista al Premio Scenario.
Nel 2022 è vincitore del bando “Mezz’ore d’autore” di Fondazione Teatro Due, Parma con il testo Il pane di Brahms.
Sempre nel 2022 è selezionato a partecipare alla Masterclass per autori a Centro Teatrale Santa Cristina, sotto la guida di Alejandro Tantanian.

È anche formatore teatrale all’interno di istituti di ogni ordine e grado di Milano e provincia.
Condividi