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Ombra

MaMiMò

Genere Teatroragazzi (8-14) Prosa
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Regia: Angela Ruozzi

Drammaturgia: Federica Ombrato

Attori: Federica Ombrato Massimiliano Sozzi

Altri crediti: scene Alice Benazzi video Samuele Huynh Hong sonorizzazioni Filippo Bedeschi

Parolechiave: Emozioni, Stereotipi, Ombre, Ricordi, Relazioni

Produzione: Centro Teatrale MaMiMò

Anno di produzione: 2017

Genere: Teatroragazzi (8-14) Prosa

OMBRA - ispirato a Ombra di SZY LEE -
Stefano e Alice sono fratello e sorella e non si sopportano. Non si parlano né si vedono da molti anni. Un giorno però ricevono una lettera di nonno Ennio. Lui ora non c’è più, ma rivela di aver lasciato in eredità un tesoro nascosto nella sua vecchia casa in Toscana. Ai suoi “esploratori preferiti” il compito di trovarlo. Entrambi si precipitano, ignari dell’arrivo dell’altro. Alice, estrosa ed esuberante, è convinta che il nonno abbia sepolto il tesoro in un angolo segreto della casa e inizia a spostare i mobili e a scavare buche in giardino. Stefano, invece, manager cinico e disinteressato, pensa che l’unico tesoro possibile siano i soldi che potranno ricavare dalla vendita del casolare. Così, divisi tra la possibilità di vendere oppure no, Stefano e Alice iniziano a sistemare e a spulciare tra le vecchie cose. Ma “le cose non sono mai soltanto cose”, come diceva il nonno. E infatti gli oggetti che casualmente i due si trovano tra le mani, aprono loro il mondo dei ricordi, riportando alla mente le abitudini di nonno Ennio e nonna Iride e le avventure vissute insieme da bambini. Quella casa “parla”. O forse è lo spirito del nonno a farlo? Quel luogo speciale popolato di ombre e ricordi riaccenderà la loro relazione e li trasformerà. E il tesoro di nonno Ennio? Riusciranno a trovarlo?
Questo spettacolo è la seconda parte della Trilogia dell’immagine ispirata alla Trilogia del Limite di Suzy Lee. Dopo Mirror, un altro silent book ci fornisce lo spunto per approfondire il tema del “varcare la soglia” per scoprire cosa c’è dall’altra parte, perché c’è qualcosa anche al di là delle cose. L’Altrove, infatti, è raggiunto qui grazie alla mediazione dei più bizzarri oggetti accumulatisi nella casa di nonno Ennio. Ovviamente gli oggetti non parlano. O lo fanno? Quella catasta di vecchie cose impolverate, appartenute un tempo a qualcuno, ci racconterà le storie degli antenati di Stefano e Alice e le “impronte” che hanno lasciato su di loro. Quella catasta si fa museo dei ricordi diventando per Stefano e Alice rappresentazione delle ombre del passato e luogo di svelamento.
Conservare le eredità che riceviamo dal passato, riconoscere il segno che gli altri lasciano su di noi, custodire i tesori, tramandare la memoria. Questi i temi dello spettacolo, che s’intrecciano dialogando su due piani: il piano reale-fisico in cui agiscono fratello e sorella attraverso il linguaggio
del teatro d’attore e il piano del ricordo e delle sensazioni raccontato attraverso il linguaggio delle proiezioni video che popoleranno la casa del nonno.

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