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DON GIOVANNI IN SOFFITTA

Teatro Laboratorio Isola di Confine
Regia: Valerio Apice
Drammaturgia: Giulia Castellani
Attori: Valerio Apice, Giulia Castellani, Davide Tassi
Trailer: Link
Anno: 2016
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Don Giovanni, maschera, Commedia dell'Arte, musica live

“Prima ancora che morale e religiosa, quella di Don Giovanni è una ribellione tecnica[…]. Il Don Juan di Molière non è che un viaggio, un pellegrinaggio, la discesa di due vivi fra i morti, o di due morti tra i vivi”. (C.G.)

La storia di Don Giovanni affonda le sue radici nel teatro del diciassettesimo secolo, nell’opera di Tirso de Molina e in numerosi canovacci della Commedia dell’Arte, da cui Molière scrisse il suo Don Juan nel 1665. Narra le vicende e le avventure di un coraggioso seduttore che sfida il Cielo, arrivando a confrontarsi con la morte, incarnata nelle varie versioni del testo nella statua del Commendatore. Accanto a Don Giovanni troviamo Sganarello, un servo che sostiene e consiglia il suo signore. E troviamo molte donne verso cui Don Giovanni si comporta con ambivalenza e provocazione. Soltanto Donna Elvira riesce a trasformare un animo inquieto in un’occasione di conversione.

Lo spettacolo ha inizio in una soffitta, in un tempo sospeso, dove Sganarello/Pulcinella, sopravvissuto alle vicende del suo padrone, sente la necessità di raccontare e riscoprire la propria storia. È meglio vivere da servi o morire da padroni? In un tempo in cui il Potere non riesce più ad evitare la dittatura della maschera, lo spettacolo apre delle finestre sulla storia del teatro che cerca una sua vita nel qui ed ora della comunità in cui viviamo.

Don Giovanni in soffitta nasce dalle suggestioni che gli attori-cantanti hanno generato e dalla drammaturgia sonora che i musicisti hanno composto. La scena è immersa in un contesto acustico che accoglie le azioni degli attori, i testi e le canzoni. Teatro e musica dialogano attraverso una recitazione cantata e accompagnata dal suono del synth, delle percussioni e della chitarra elettrica. La musica sottolinea il ritmo della traduzione di Cesare Garboli.

Altri crediti: Riscrittura scenica da Molière e Cesare Garboli
Chitarra e basso: Gian Domenico Ceccarini
Batteria, percussioni e synth: Francesco Brozzetti
Maschere: Fabio Butera
Disegno luci: Lanfranco Di Mario
musiche originali: Trouvez Margot

Produzione: Teatro Laboratorio Isola di Confine

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Il Teatro Laboratorio Isola di Confine è diretto da Valerio Apice e Giulia Castellani,
ha sede in Umbria e dal 2007 svolge le proprie attività in ambito locale e nazionale.
Valerio Apice è attore, autore, regista, poeta ed educatore teatrale. Dal 1997 lavora sulla maschera di Pulcinella per un recupero della tradizione scritta e orale. Cura seminari sulle tecniche dell’attore in Italia e all’estero, in collaborazione con Università, Istituti Italiani di Cultura, istituzioni teatrali. Giulia Castellani è attrice, educatrice teatrale e dal 2000 si occupa di pedagogia teatrale per l’infanzia. È Dottore di ricerca in discipline dello spettacolo e laureata in Scienze dell’Educazione.
Isola di Confine opera con l’obiettivo di creare spazi di incontro tra i linguaggi artistici e le culture del territorio, attraverso l’organizzazione di eventi culturali, spettacoli, laboratori, attività di formazione del pubblico. Dal 2009 cura il progetto “Il Teatro va a scuola” coinvolge ogni anno circa mille alunni tra le Direzioni Didattiche di Marsciano, Todi e San Venanzo. Nel 2016 è vincitore, in collaborazione con la Dir. Did. Primo Circolo di Marsciano, del bando del MIUR “Promozione del Teatro in classe” dedicato alla promozione dell’educazione alla teatralità nelle scuole.
Dal 2017 porta avanti il progetto IL VILLAGGIO DEL TEATRO che prevede attività rivolte a tutte le generazioni. Nel 2019 è stato pubblicato il libro IL VILLAGGIO DEL TEATRO. Laboratorio Scuola Comunità a cura di Valerio Apice e Giulia Castellani, con la prefazione di Eugenio Barba.
Dal 2020 organizza il Teatro Comunità Umbria Fest come segno di ripartenza dopo l’emergenza Covid-19, con l’obiettivo di utilizzare il teatro come strumento di trasformazione e di inclusione sociale.
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