Generi: Prosa, Danza

Tags: Zefiro torna, Simonetta Vespucci, Botticelli

In ‘Zefiro torna’ si parla di Botticelli e di Simonetta Cattaneo Vespucci, la donna che ha prestato le sue fattezze a tanti capolavori botticelliani e non solo. Ma più di tutti si parla di Zefiro, o meglio si lascia che Zefiro parli, un po’ per dargli il ruolo di voce narrante ad uso dell’anziano pittore la cui mente è offuscata dall’età, ma ancor di più perché faccia nascere qualche ragionevole dubbio su quella presunta età dell’oro e sui suoi protagonisti. Zefiro è un vento, non appartiene né al passato né al presente, e perciò è immune dai pregiudizi umani, è innocente e dispettoso come un bambino o come uno spiritello dell’aria. Le preoccupazioni degli uomini lo incuriosiscono, le loro passioni le guarda con meraviglia. Gioca sempre, che tanto a lui la morte non lo tocca.
Dall’altra parte ci sono Sandro Botticelli e Simonetta, cioè noi, che invece la vita la viviamo e la subiamo e che siamo in perenne colloquio con la grande consolatrice che è la morte.
Sandro è un vecchio sul finire dei suoi anni al quale si annebbia la mente e che lotta perché non si perda almeno quel ricordo che gli è più caro. Simonetta è la presenza eterea di una danzatrice. Non parla perché la tisi l’ha spenta da più di trent’anni. Ma il suo è il racconto più vivido ed appassionato. La sua vita breve è stata un concentrato di sentimenti travolgenti che la sua bellezza, apparsa a Firenze proprio quando era più ricercata, ha scatenato.
Come direbbe Zefiro “non state a disputar di verità” ma continuate questo vostro gioco eterno. Lui continuerà a seguirci ad ogni nuova stagione.

Produzione: TUTTO IL BELLO DEL RIDERE