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KARENINA

Compagnia Francesca Caprioli
Regia: FRANCESCA CAPRIOLI
Drammaturgia: FRANCESCA CAPRIOLI
Attori: PAOLA SENATORE
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa
KARENINA, monologo liberamente ispirato ad Anna Karenina di Lev Tolstoj.

C’è un treno che arriva, un treno che ti passa davanti, un treno che ti schiaccia sotto.
E’ un treno che abbiamo preso tutti, che abbiamo perso tutti, che qualche volta abbiamo trovato vuoto e su cui per giorni ci siamo stipati come bestie per essere trasportati.
La locomotiva scoppia di vapore, è un cuore grosso che pompa il sangue del treno; le ruote cigolano come le mani degli innamorati che ancora non sanno dove toccarsi e il metallo del corpo brilla e taglia, indifferente come l’orgoglio.
C’è un treno che arriva e sul treno c’è una storia, una donna, Anna. Anna Karenina. Anna di Karenin. Ed è in questo nome, tutta la sua tragedia.
In 59 minuti lo spettatore segue la storia di Karenina che si apre in medias res nel momento in cui la donna, già convinta dell’idea della fine, già innamorata della morte, decide di salutare Serioza, il figlio avuto dal primo marito.
Un istante dilatato in un’ora in cui attraverso la danza, la parola, la musica, il canto, una madre dice addio ad un figlio. Addio, per sempre.
Ma Karenina non muore, non subito almeno, e mentre guarda negli occhi la locomotiva che sta per schiacciarla decide di scansare il primo treno e rivoltarsi contro il suo creatore, Tolstoj.
Qui comincia la seconda parte della piece, un canovaccio che cambia di spettacolo in spettacolo e che vede Karenina impegnata in una profonda critica alla sua stesa esistenza.
La crisi che la donna affronta non è più legata a un uomo che perde l’amore per lei, è la società intera ad essere “disamorata, frustrata, spersonalizzata”, è l’umanità che si allontana sempre di più dalla grandezza dei messaggi universali per concentrarsi sui drammi individuali: una umanità che brulica di individui piccoli e divisi capaci di produrre danni enormi, globali.
Anna, la sposa della morte, si confronta con un altro tipo di morte, meno eroica, meno coraggiosa, meno consapevole: la nostra.
E decide di morire per l’ultima volta. Poi basta. L’ultimo treno. Poi basta.
E la scena si svuota. E la responsabilità è tutta nostra.

Riproporre un classico come Tolstoj adesso, significa avere il coraggio di parlare d’amore: della potenza di questo sentimento che produce una devastazione atomica dentro i nostri poveri corpi. Ma non è solo questo il motivo per cui c’è bisogno di rappresentare queste grandi storie. Le grandi storie devono avere spazio perché ci fanno essere umani: partecipi della vita perché capaci di viverla e di immaginarla allo stesso tempo.
Questa è la scommessa del nostro teatro, riuscire a rubare a un grande romanzo russo tutto il suo potere espressivo ed evocativo e di riproporlo, puro e fuori dall’epoca, allo spettatore.
Attraverso gli occhi di una eroina del passato indagare lo sguardo del presente, per capire che alcuni valori sono coperti di polvere ma non sono poi così cambiati, perché il tempo nasconde, ma non ruba.

Altri crediti: MUSICHE ORIGINALI STEFANO CAPRIOLI

Produzione: COMPAGNIA FRANCESCA CAPRIOLI

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Francesca Caprioli nasce a Roma il 21-2-1991.
Professionista nel settore del teatro di prosa, del teatro lirico e della drammaturgia, Francesca Caprioli si diploma presso l’ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO di Roma nel 2014, qui crea il suo personale gruppo di lavoro composto di circa dodici figure artistiche fra attori e tecnici. Durante il periodo alla Silvio d’ Amico vince una borsa di studio e sceglie di trasferirsi alla LMTA di Vilnius dove collabora e studia con maestri del calibro di E. Nekrosius e O. Korsounovas. Oltre che promuovere il lavoro della sua personale compagnia teatrale, ha collaborato come assistente e come allieva con grandi maestri: G. Zsambeki, A. Latella, T. Terzopoulos, A. Cirillo, M. Popolizio, Terry Gilliam, Sofia Coppola e molti altri ancora.
Si dedica inoltre, fin dal 2009, alla traduzione, all’adattamento e alla scrittura di testi originali per il teatro.
I suoi lavori hanno debuttato in Italia e all'estero: Solo Festival-Mosca, Manipulate festival, Voilà Festival, E45 fringe festival, Travers theatre, Cockpitt theatre, LMTA drama theatre, Spoleto 2019.
Collabora al momento alla sezione NEON-10 di Fabulamundi.
L'idea di teatro che la compagnia porta avanti dal 2014 è quella di un teatro etico prima che estetico, una poetica visiva che si potrebbe definire espressionista o post-espressionista in cui l'immagine è deformata dalla emozione e l'astrazione e il simbolo assumono un proprio peso specifico nel corpo dell'attore-performer.


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