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Scusate se non siamo morti in mare

MaMiMò
Regia: Pablo Solari
Drammaturgia: Emanuele Aldrovandi
Attori: Luz Beatriz Lattanzi Marcello Mocchi Matthieu Pastore Daniele Pitari
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Prosa

Tags: Immigrazione, migranti, container, balene, wikipedia

LA TRAMA In un futuro non troppo lontano la crisi economica – che invece di finire si è aggravata – ha trasformato l’Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere i paesi più “ricchi”, ma devono farlo clandestinamente perché questi paesi, nel frattempo, hanno chiuso le frontiere.
Fra i tanti mezzi per espatriare illegalmente uno dei più diffusi è il container: i clandestini salgono a bordo, pagano mille dollari alla partenza e mille all’arrivo, senza sapere dove verranno scaricati.
I personaggi di questa storia sono quattro e non hanno nome, sono identificati dalle loro caratteristiche fisiche: il Robusto, la Bella e l’Alto sono i tre migranti e il Morbido è il proprietario del container. Partendo dal presente e immaginando un possibile futuro, il testo s’interroga sulla migrazione, sia come fenomeno politico che come evento naturale.
NOTE DI REGIA Davanti al catastrofico numero di morti che con cadenza quotidiana sono cronachisticamente raccontati dai telegiornali, il sentimento più diffuso è un comune senso di smarrimento e lontananza, un’impossibilità di comprendere sino in fondo l’entità del fenomeno migratorio, le sofferenze e le disgrazie da esso provocate.
La società sistematica e telematizzata in cui viviamo ci ha abituato a questo senso di “indifferente consapevolezza”, ma cosa succederebbe se da un momento all’altro fossimo noi i migranti, i protagonisti di questa tragedia dalle connotazioni ancestrali?
Scusate se non siamo morti in mare formalizza questa domanda attraverso la sapiente creazione di personaggi dal sapore realistico di grande empatia universale: portatori di speranze, di illusioni e fallimenti. La struttura drammaturgica eleva i temi portati dai personaggi e dalla storia attraverso una solida struttura filosofica fatti di continui “giochi” teatrali, su tutti: dinamiche servo-padrone; distruzione delle unità spazio-temporali; eros – thanatos; conflitti intellettuali; cambi di genere e di registro; sviluppo di circostanze estreme come morte, fame, terrore e infine cannibalismo.
Lo spettacolo avanza verso un finale catartico: l’arrivo delle balene, simbolo universale di migrazione e del mondo naturale. Un finale dal sapore metafisico che si lascia dietro ogni vera tragedia, come a dire che la vita nel fondo delle cose, nonostante ogni mutamento delle apparenze è indistruttibile nella sua potenza e nella sua gioia; balene come un coro di esseri di natura, che vivono per cosi dire indistruttibili a ogni civilizzazione e che rimangono sempre gli stessi nonostante l’avvicendarsi delle generazioni e i mutamenti delle storie dei popoli.
“L’essere umano è l’animale nomade per eccellenza, le attuali razze sono il frutto di miscugli millenari, nel sangue italiano scorre tanto DNA africano quanto indoeuropeo. Accettare la migrazione come fenomeno naturale necessario è il primo passo per rivendicare con orgoglio il nostro essere umani”.

Altri crediti: scene : Maddalena Oriani e Davide Signorini
sound designer: Alessandro Levrero
grafica locandina: Francesco Lampredi

Produzione: Centro Teatrale MaMiMò

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Il Centro Teatrale MaMiMò è un gruppo di lavoro stabile, che attraverso una continua attività di perfezionamento e scambio artistico, costituisce un punto di riferimento teatrale produttivo di rilevanza nazionale, e un modello di aggregazione culturale sul territorio.E’ costituito come associazione di promozione sociale (A.P.S.) dal 2004 e dal 2012 è sostenuto dalla Regione Emilia Romagna come Organismo di produzione di spettacolo attraverso la L.13/1999.Gestisce un teatro pubblico comunale, il Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, e ha costruito nel tempo una Scuola di Teatro profondamente radicata nel territorio che ad oggi conta oltre 400 iscritti di tutte le età e collaborazioni con istituti scolastici di ogni ordine e grado.Fa capo all’associazione una Compagnia di produzione teatrale, riconosciuta dal Ministero della Cultura come Impresa di produzione teatrale di Innovazione nell’ambito della Sperimentazione (Art.13 c.3 DM 2017), che produce spettacoli di prosa, teatro ragazzi ed eventi culturali.Il Centro Teatrale MaMiMò pone grande cura all’impegno sociale, ai giovani, alle relazioni tra gli individui, alla dignità della persona, e ai grandi temi dell’attualità. Una grande attenzione é riservata all’educazione, poiché MaMiMò crede che la pedagogia unita alla cultura sia la chiave di accesso a un futuro migliore, e per questo deve essere un percorso riservato a tutti, dove ognuno può scoprire se stesso e acquisire più strumenti per nutrire l’immaginazione e comprendere la realtà che lo circonda. Proprio per questo spesso la forma artistica scelta è quella di un teatro colto e popolare insieme, atto collettivo di un ensemble riunito da una visione comune.Il Direttore Artistico è Marco Maccieri.
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