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La stanza del tramonto - Appunti sulla vita ordinaria di un mammifero

Accademia Mutamenti
Regia: Giorgio Zorcù
Drammaturgia: Lina Prosa
Attori: Sara Donzelli, Giampaolo Gotti
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Prosa

Tags: stanza tramonto

Un Fratello e una Sorella si ritrovano, dopo anni di separazione, dietro la porta chiusa della stanza di un ospedale; dalla penombra arrivano il respiro e il canto della madre morente. Siamo in un luogo di frontiera, ognuno lo può riconoscere. Scompare il corpo che ti ha generato: la fine è un atto mitico, eppure è anche così quotidiano, un momento come tanti altri, che accade in un dato giorno, ad una certa ora.

La scena dell’inizio ha i caratteri dell’iperrealismo: una parete grigia simula un corridoio d’ospedale, che schiaccia i due attori verso il pubblico, sotto la luce di lampade al neon. Eppure c’è una simbiosi metafisica con quello che accade di là: l’intermittenza della coscienza e della percezione, i vaneggiamenti, vedere voci, parlare con i fantasmi dell’infanzia. In un gioco di dialoghi e conflitti, ricordi e visioni, i due fratelli si rincorrono, si osservano, si contendono il corpo della madre, per portarla ognuno a casa propria. Con un linguaggio surreale, a tratti divertito, che restituisce la verità di questa situazione così comune e paradossale.

Improvvisamente la scena si apre; la madre si dissolve, la parete viene risucchiata verso il fondo e si è proiettati in un paesaggio interiore, dai toni caravaggeschi: lievi squarci di luce, un lampadario di cristallo abbandonato, cenere che cade dall’alto, sibili di vento, i suoni di una radio lontana. E’ il luogo / casa surreale dove la sorella accoglie il fratello ammalato, dopo un anno dalla morte della madre. Qui i due orfani costruiscono progressivamente i paesaggi del proprio tramonto, si travestono e mutano l’uno nell’altra, attraversando presagi di bellezza e di abbandono. Lontani dai reparti ospedalieri rigorosamente suddivisi in maschili e femminili, riscoprono il rito elementare della cura “di quando i mammiferi si leccavano da soli le ferite”. Lui intraprende una discesa salvifica nel femminile fino a che, insieme, aprono finalmente la mitica porta chiusa - di cui ormai sono padroni - e scompaiono in un abbagliante tramonto.

La stanza del tramonto, frutto della collaborazione di uno staff artistico che si è incontrato per la prima volta in questa occasione, è una creazione sui temi della Fine e della Cura.

E’ tratto da una scrittura originale di Lina Prosa - autrice palermitana che sta conoscendo una grande stagione di successo internazionale - per Accademia Mutamenti, a seguito di incontri di laboratorio con attori e regista.

Si avvale inoltre della collaborazione artistica di Claudia Sorace e Riccardo Fazi, della compagnia Muta Imago, la cui particolare visione del rapporto tra drammaturgia e spazio scenico si è confrontata con le qualità attoriali di Sara Donzelli e Giampaolo Gotti.

La lavorazione dello spettacolo è durata circa 5 anni; un primo studio è stato presentato al Teatro Vascello di Roma (maggio 2014), l'anteprima a Castiglioncello (ottobre 2015), la prima a Teatri di Vita di Bologna (febbraio 2016).

Altri crediti: Drammaturgia e spazio scenico: Claudia Sorace e Riccardo Fazi (Muta Imago)

Produzione: Accademia Mutamenti

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Fondata da Giorgio Zorcù e Sara Donzelli nel 2005, produce spettacoli per adulti e per ragazzi. E’ tra la compagnie riconosciute e sostenute dalla Regione Toscana come Residenza artistica, per la qualità della produzione teatrale e della progettualità sul territorio della provincia di Grosseto. I Comuni in cui attualmente svolge la Residenza artistica sono: Castiglione della Pescaia, Cinigiano, Roccastrada.

I due artisti hanno fatto confluire nella compagnia le loro precedenti esperienze: quella di direttore artistico, regista e produttore di Giorgio Zorcù, dal Festival di Santarcangelo alla direzione del CRT di Milano, dall’insegnamento alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi fino alla guida dell’Accademia Amiata, e quella di Sara Donzelli, attrice attiva da più di venti anni tra teatro (Toni Comello, Flavio Ambrosini, Enrique Pardo, Ludwig Flaszen, Jurij Alschitz), cinema (Carlo Lizzani, Heinz Butler) e televisione (Gianni Serra) e formatrice di artisti e non professionisti (Master in pedagogia teatrale al GITIS di Mosca, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica della Russia).

Le caratteristiche centrali del suo linguaggio teatrale sono la grande attenzione per la qualità del lavoro dell’attore e la visionarietà della scena; i temi affrontati sono legati soprattutto alla dialettica maschile-femminile, affrontata col doppio sguardo della contemporaneità e del mito, della fiaba e della tragedia. Per le proprie creazioni si circonda di volta in volta di staff di grande qualità artistica: attori, drammaturghi, musicisti, scenotecnici e light-designer; per l’ultima creazione La stanza del tramonto l’autrice Lina Prosa, Claudia Sorace e Riccardo Fazi dei Muta Imago, l’attore italo/francese Giampaolo Gotti.

La compagnia mantiene una vocazione al lavoro sociale e culturale, per questo idea progetti di residenza artistica / azione sociale in vari territori; realizza eventi e rassegne tra cui il festival-laboratorio estivo Toscana delle Culture – Laboratorio Internazionale di Teatro, Musica e Arti Visive.

Ha prodotto gli spettacoli: fino al punto che si può raggiungere (Milano, 2005), La Regina dei banditi di Federico Bertozzi (Bassano del Grappa, 2006), La camera di sangue di Angela Carter (Grosseto, 2008), Socialismo a passo di Valzer di Giuseppe Di Leva (Torino, 2011), La stanza del tramonto di Lina Prosa (Bologna, 2016), il Recital Circe / Fango di Margaret Atwood (Vetulonia, 2014). Per ragazzi Fiabe italiane di Italo Calvino (Arcidosso, luglio 2005), Il segreto di Shahrazàd (Siena, maggio 2006), Stalker (Castel del Piano, 2010), Il Mondo dei Grimm (Bibbiena, 2013).
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