Regia: Cecilia Ligorio
Drammaturgia: Cecilia Ligorio
Attori: Beppe Salmetti e Simone Tangolo
Altri crediti: testi: Beppe Salmetti e Guglielmo Shakespeare musiche: Simone Tangolo
Parolechiave: Romeo, Giulietta, Paride, Amore, Shakespeare
Produzione: LUDWIG - officina di linguaggi contemporanei
Anno di produzione: 2015
Genere: Prosa
Un cabaret poetico? Un concept album degenerato? No, è più semplice ancora. È un po’ di tempo trascorso con un amico. È probabile che un’oretta e poco più sia insufficiente per
rispondere alla spinosa domanda che tutti, immancabilmente, ad un certo punto ci poniamo: Che cosa è l’amore? Ma è abbastanza per ammettere che ne siamo tutti, in qualche maniera, vittime.
L’amore fa schifo, ma la morte di più. Molto di più. Almeno da vivo puoi morire d’amore.
Sul palco si racconta com’è diventato Romeo oggi e come risponde al suo amore Giulietta, ma soprattutto grazie all’ausilio della musica si canta di Paride e altri personaggi lasciati in disparte, e sofferenti.
In scena troviamo due attori, due amici, due persone innamorate, due amanti, che soffrono della condizione disumana dell’amore non corrisposto e degli sbalzi d’umore che l’amore causa. Che cercano di venirne a capo. Che cercano di capire cosa succeda al loro corpo, alle loro menti, alla loro percezione del mondo quando l’amore arriva. Che si attaccano a quel che possono per uscirne vivi, anche alla letteratura.
La storia di Romeo e Giulietta, il loro amore, non investe solo loro. Intorno ai due amanti si muovono ridono, piangono e soffrono tanti altri personaggi a loro volta sconvolti dall’amore. Romeo e Giulietta li conoscono tutti, ma perché non parlare del Povero Paride? Di certo non meno vittima dell’amore di Giulietta.
E’ uno spettacolo cantato, ballato e saltato. Uno spettacolo spericolato e lieve, che stuzzica un mostro sacro come il Romeo e Giulietta di Shakespeare con la voglia di gettarlo nella vita di tutti i giorni, nei turbamenti di tutti noi, un lavoro che ne riconosce la sorprendente poesia e la quasi violenta universalità, ma non trova altro rimedio che riderne per avvicinarcisi, per poterne partecipare almeno un pochino.
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