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Miraggi Migranti

stradevarie
Regia: Soledad Nicolazzi
Drammaturgia:
Attori: Soledad Nicolazzi, Alem Teklu, Alessandra D'Aietti
Trailer: Link
Anno: 2016


Generi: Figura

Tags: migranti, ironia, pittura, musica, viaggio

Lo spettacolo racconta al pubblico del nord "perché non se ne stanno a casa propria" e al pubblico del sud "che partire può essere solo un miraggio".
Senza parole. Tout public. Con musica e pittura in scena.
Il lavoro è un incontro tra teatro, arte figurativa e musica frutto di una collaborazione tra quattro donne che da anni si occupano di migrazione: Alem Teklu, pittrice etiope e migrante, Soledad Nicolazzi, attrice e regista, Barbara Monaco giornalista e impegnata in progetti di cooperazione e Alessandra D’Aietti, musicista e insegnante.
Mettiamo in scena una grande illusione, quella di chi, dai villaggi dell'Africa, immagina che la Fortezza Europa racchiuda un eldorado di pace e prosperità, illusione alimentata dall'autonarrazione dell'emigrante che tace difficoltà, rischi e fatiche della vita al di qua del Mediterraneo.
Il linguaggio è visivo e sonoro per uno spettacolo fruibile da tutti: da chi parte, da chi accoglie e da chi resta a casa aggrappato a un miraggio. Il lavoro è artigianale sia nella creazione sia nell'atto performativo: in scena le figure in legno prendono vita dalle mani delle attrici e dalla musica e i colori di Alem animano lo sfondo nero, un dipinto che scandisce la narrazione e che si completa solo alla fine dello spettacolo.
Il progetto nasce con una grande sfida: arrivare là, dove i migranti partono pagandosi con sacrificio il biglietto per l'inferno e prendere spunto dal teatro per parlare insieme della storia del “grande miraggio”. Lo faremo con una tournée nei villaggi dell’Etiopia dove realizzeremo anche un documentario con l’obiettivo di portare nelle scuole medie e superiori italiane e in spettacoli-incontri il fenomeno migratorio, i perché e le storie di chi arriva nel nostro paese.
Avremmo potuto raccontare a parole la storia di Alem, o di tante e tanti che abbiamo incontrato in questi anni di lavoro con migranti. Ma ci è sembrato importante cercare una modalità comunicativa universale: un linguaggio semplice, se possibile, ironico. Perché pensiamo che la vita, anche nei momenti più tragici, abbia risvolti comici, che l'autoironia sia l'arma più efficace per affrontare le difficoltà e combattere i luoghi comuni. E perché il registro ironico, antinaturalistico, ci sembra straordinariamente comunicativo. Per questo i personaggi sono irreali, fumettistici.
Nel nostro percorso drammaturgico sfioriamo un tema importante della vita del migrante, la "doppia assenza" di cui parla efficacemente Abdelmalek Sayad:
«l'emigrato è al contempo assente sia dalla società d’origine che da quella presso cui risiede, straniero presso il mondo intero. E' una "persona fuori luogo", un soggetto privo di un proprio spazio sia all’interno della società d'origine che da quella di destinazione. Egli non è né cittadino né straniero, votato all’eterna contraddizione e alla nonappartenenza».
Ed è a questi stranieri del mondo, in cerca di un riscatto al di là del mare che dedichiamo questo spettacolo.

Altri crediti: in collaborazione con Barbara Monaco

Produzione: Campsirago Residenza

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Stradevarie, compagnia indipendente nata nel 1999, esplora le strade del teatro con generi e linguaggi diversi, dal teatro civile e di ricerca all’interazione fra teatro di figura, musica e parola. Al centro del lavoro storie contemporanee, fragili, grottesche, surreali. E rivoluzioni sotterranee. Storie che vengono raccolte, riscritte e raccontate, anche senza parole, con uno sguardo al femminile e una punta di ironia“Gli spettacoli covano per anni sotto le nostre orecchie e poi, improvvisamente, si fanno urgenti. Ci piace svelare i trucchi, e guardarci negli occhi con lo spettatore. Crediamo davvero che il teatro sia per tutti e invitiamo, se possibile, qualche vecchia zia ai nostri debutti. Alcuni spettacoli sono per i bambini, nostri maestri.” Soledad Nicolazzi.Premi:Menzione speciale del premio Ustica per il teatro del 2007 con lo spettacolo "A piazza delle Erbe"Premio Anna Pancirolli 2003 per il monologo "Ciclonica"Small size, big citizens Widening of the European Network for the diffusion of performing arts for early childhood 2012 per lo spettacolo per la prima infanzia "Carta Canta"Menzione speciale Concorso “MigrAZIONI17” indetto dall’ANAP Agis per l’alto valore sociale e culturale, 2017 per lo spettacolo "Miraggi Migranti".Premio Marcello Meroni 2019 per il monologo "MarblelandNegli anni Stradevarie ha prodotto numerosi spettacoli di teatro civile e di teatro per l'infanzia e avuto una particolare attenzione per la formazione: ha collaborato con l’Organizzazione Internazionale della Migrazione con un progetto di formazione teatrale presso il dipartimento di Pedagogia dell’Università di Pristina (Kosovo). Ha tenuto corsi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Bicocca di Milano, laboratori presso il Circolo Gianni Bosio di Roma e ha collaborato con l’Ente Teatrale Italiano nell’ambito del progetto “CTE – Lo spettacolo dal vivo come esperienza educativa”. La compagnia ha inoltre curato diversi progetti con le biblioteche aderenti al programma “Nati per leggere”, ha organizzato tre edizioni de”Il gioco dell’arte”- Festival di Arte e Teatro per l’infanzia, in collaborazione con il Comune di Carrara (MS) e con la Biennale di Scultura, e ha collaborato con “Il teatro degli incontri” di Milano diretto da Gigi Gherzi in progetti teatrali all’interno dei centri di accoglienza per rifugiati politici.Dal 2013 Stradevarie è una delle compagnie residenti di Campsirago Residenza. Nel 2016, lo spettacolo “Miraggi Migranti” ha portato la compagnia tournée in Etiopia, dove è stato realizzato anche un laboratorio di tre mesi rivolto ai giovani, in collaborazione con il Comitato Collaborazione Medica. Dal 2018 al 2020 la compagnia ha cogestito con altre compagnie carraresi lo Spazio per le Arti Performative Ex Ospedale San Giacomo a Carrara.Attualmente Dalia Padoa e Soledad Nicolazzi stanno lavorando allo spettacolo "Piccola Umana Specie" con la regia di Vincenza Modica.
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