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tempestati

Guarducci
Regia: Chiara Guarducci
Drammaturgia:
Attori: mauro barbiero, sonia coppoli, simone rovida
Anno: 2010
TEMPESTATI
di Chiara Guarducci

con
Mauro Barbiero in Ariel
Sonia Coppoli in Prospero
Simone Rovida in Kaliban

regia Chiara Guarducci
assistente regia Brunella Baldi
luci Giordano Baratta
allestimento scenico Tina Di Marino
brano musicale Kimagure
foto Sandra Nastri

Il tempo incalza, il tempo fiorisce.
Il vuoto è un luogo di prigionia e un luogo di apparizioni.
E l'attesa è angoscia ma anche sospensione, stato onirico.
Da questi contrasti, da questi punti nevralgici dilaga il cuore di "tempestati", uno spettacolo che rielabora alcuni temi del capolavoro scespiriano per mettere a fuoco le urgenze di un mondo frantumato ma ancora palpitante.
Come uno specchio l'isola/teatro mostra le nostre miserie e le nostre meraviglie.
Un mare scomparso. è questo il naufragio. Ariel e Kaliban in costume da bagno che portano sul palco articoli da spiaggia e giocano il vuoto del teatro. non sono più spiriti, ma gli avanzi di un sogno, i servi di scena. dicono la fine dell'infanzia e dello stupore. se ne stanno chiusi in un'attesa amara e scanzonata de la tempesta/spettacolo. di un risveglio, di un nuovo giorno. in un'atmosfera surreale e grottesca, mischiando comicità e tragedia.

Ariel e Kaliban sono i veri dispersi, naufragati alla fine dei sogni, chiusi nel nulla, in una scanzonata e amara attesa della tempesta/spettacolo e nella solitudine di aver preso il posto di Dio. Se i due così tragici, ridicoli, irridenti, rappresentano la caduta degli uomini, Prospero è il punto più alto, la parola che crea l'isola, 'dove la vanità è meraviglia'. I protagonisti, seppur diversi e divisi condividono il rifiuto del limite e sono schegge del medesimo specchio. La tempesta/spettacolo strapperà ognuno dalla propria fissità e metterà in azione metamorfosi fino al risveglio. Una nuova vita dove non resta altro che festeggiare la vulnerabilità come unica soglia sull'infinito.
"Ho scritto tempestati spinta dal bisogno di elaborare alcuni temi sottesi all'ultimo capolavoro scespiriano quali lo smarrimento, lo smascheramento del 'gioco', il conflitto tra addio e attesa in tutto il loro sapore luttuoso e nello smascheramento della finzione come crinale tra vuoto e libertà. In questa riscrittura de La tempesta ho elaborato e portato alle estreme conseguenze alcuni temi quali il lutto, la non finzione teatrale, il tempo, l'attesa, l'addio al teatro-vita, la vanità umana, il tempo come smisura dell'attesa." (chiara guarducci)

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poetessa, drammaturga e regista, inizia il suo percorso teatrale con la scrittura di monologhi che indagano gli estremi dell’anima, stati febbrili di deserto e piena, attraverso creature ingombranti che dicono la ferita e la fame smisurata di vivere. Questi testi, interpretati da Silvia Guidi al Teatro della Limonaia di Sesto vengono scelti da Barbara Nativi per “Intercity Plays” (2000), raccolta di teatro contemporaneo internazionale, e pubblicati successivamente nel libro “La neve in cambio” (2002). Tra le opere successive scrive "la Salome'" (che nel 2007 verrà inclusa col titolo "salomè ballerà" nel volume II di "poesia e teatro, teatro di poesia" della rivista Ulisse) e approfondisce anche la sua inclinazione noir con "blu carne" (2005 Fabbrica Europa),"sk" (2006) fino al gelido ritratto psicotico di una serial killer "inverno" (2009), nello stesso anno viene portato in scena un testo scritto molti anni prima, un omaggio alla disperazione dirompente di Marilyn Monroe, un ritratto a nervi scoperti, brutale e carico di poesia (“Bye Baby Suite”) diretto e interpretato da Alessia Innocenti che gira per i festival d Italia fino alla Versiliana (2012). Con “Tempestati” (2010) porta alle estreme conseguenze il congedo dalle illusioni e la prospettiva metateatrale dell’ultima opera di Shakespeare. Spettacolo, di cui cura anche la regia, sul fare (e disfare) teatro, sulla dialettica tra ispirazione e vuoto di senso, sulla distanza da Dio e la nostra inguaribile necessità di sognarlo. Il ruolo registico la distacca dalla parola e sprigiona in lei fantasie grottesche che producono “Suicide Project” (2011), che ha per protagonista Pinky, un fumetto vivente alle prese con la sua giornata tipo, parodia dell’alienazione contemporanea. Con "Caliban's Solo" interpretato da Simone Rovida vince il premio Premio Franco di Francescantonio 2011. Nel 2012 corona il sodalizio artistico con l'attrice Sonia Coppoli e inizia la collaborazione con l'attore Antonio Branchi e l'artista, grafica e fotografa Roberta Lovino,tutti riuniti in "Martha e Raymond", dove commedia grottesco e noir si mischiano, in uno spettacolo ispirato alla strampalata coppia Martha Beck e Raymond Fernandez, conosciuti come i killer dei cuori solitari.
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