Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Homo homini lupus - a workin' regr-ess

Giovanni Magnarelli
Regia: Giovanni Magnarelli
Drammaturgia: Giovanni Magnarelli
Attori: Giovanni Magnarelli
Trailer: Link
Anno: 2014


Generi: Teatro-danza, Performance, Installazione

Tags: Teatro, danza, magnarelli,

Homo homini lupus – a workin’ regr-ss è un palinsesto di formazione (vedi “romanzo di formazione”) dei nostri giorni. In scena un uomo e un televisore in una sorta di caverna del contemporaneo. Un luogo essenziale, spoglio, che riflette le luci e le ombre emanate dal “media”. Passano trasmissioni, documentari assurdi, storie d’amore, favole nere, canzonette, tutte vissute nel corpo dell’uomo, corpo nudo, messo a nudo, inerme, fatto a pezzi, scombinato, in una rappresentazione della frantumazione interiore di cui l’uomo è vittima, costretto a vestire a panni che non gli competono, preso in un frullatore mediatico che non dà il tempo per pensare, ritrovare un centro che consentirebbe di dire semplicemente, “preferirei di no”. Il televisore dirige, interpreta, proietta luci e musiche adatte alla messa in scena di turno, sembra divertirsi sulle disgrazie, a tratti, in quel trita carne che lo vede personaggio principale e aguzzino, quasi un media consapevole e prim’attore di quella piccola orgia del potere dell’uomo sull’uomo. Si passa da un’emozione all’altra, si salta, proprio come in un palinsesto televisivo, senza soluzione di continuità. Ci vengono presentati mondi artefatti ai quali quell’uomo finisce “stranamente” per credere, mondi filtrati da un media che plasma e ricostruisce realtà (vedi il televisore, ma vedi anche internet, altro filtro, schermo tra l’uomo e la realtà, o vedi, ancora, un qualsiasi “modello”, una personalità (un santo, un politico, uno steve jobs della situazione) che ci parla del mondo, del suo mondo, del mondo nel quale vuole che l’uomo creda, nel tentativo di dare l’illusione che il mondo sia effettivamente quello di cui parlano loro. Il palinsesto è destinato a non finire mai, La formazione è continua e nullificante. Un lento regresso, una danza dei sette veli che scopre un nulla rimasto. Dietro a quelle ombre (vedi “il mito della caverna”) non c’è un modello, sono semplicemente ricreate in studio. Mai esistite, ma più vive e determinanti di quel corpo in carne e ossa che alla fine si inceppa, dando l’impressione di intraprendere una lunga camminata verso l’orizzonte della sua scomparsa. Rimane solo un rumore di fondo ininterrotto. Non c’è buio completo. Il buio non è mai completo in questo mondo. Non si dorme mai in questa realtà.

Produzione: Temp d'Images - Fondazione romaeuropa - Von Krahl Theatre

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Giovanni Magnarelli è un'artista indipendente che si muove tra il teatro e le arti performative. Dal 2002 crea e produce i suoi spettacoli curandone ogni aspetto: dalla drammaturgia, all'illuminotecnica, dall'elaborazione sonora all'interpretazione, dalle scene e i costumi al montaggio video, rielaborando, di volta in volta, il suo linguaggio “scenico” per piegarlo alle esigenze del racconto del momento, ripartendo ogni volta dalla base imprescindibile del suo fare teatro: il corpo. Corpo attraversato dalla parola, dalla necessità del gesto, dall'impellenza della danza, dalla coazione ad esprimere anche (e soprattutto) attraverso il silenzio e la sospensione tra un respiro e l'altro un sentire che sempre cerca la sincerità della messa a nudo che vuole essere rassicurante apertura e invito rivolti allo spettatore, risiedendo nella continua ricerca dell'incontro il principale motivo d'essere del suo teatro. Negli anni i suoi lavori sono stati co-prodotti da realtà italiane e internazionali quali: Fondazione Romaeuropa, Temp d'Images, Von Krahl Theatre.
Condividi