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Piccolo e Squallido Carillon Metropolitano

Avamposto Teatro

Genere
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Regia: Davide Sacco

Drammaturgia:

Attori: Orazio Cerino Giovanni Merano Eva Sabelli

Altri crediti:

Parolechiave:

Produzione:

Anno di produzione: 2014

Genere:

Piccolo e squallido Carillon metropolitano
Testo e Regia: Davide Sacco

Con:
Orazio Cerino
Giovanni Merano
Eva Sabelli

Scene: Luigi Sacco
Costumi: Silvia Tagliaferri
Luci: Francesco Barbera
Sinossi: Un nucleo familiare lesionato nel suo nocciolo e in cui il disagio, la solitudine quanto l’affetto sono protagonisti della scena. Tre fratelli abbandonati a se stessi, ma che contemporaneamente, per alcuni versi, sentono il peso del dovere, della responsabilità. Soli, senza un genitore che possa supportarli, soli a fare i conti con i problemi di un’esistenza e di una società per le quali il ritardato o l’omosessuale sono ai margini. . Sono queste le parole pronunciate da uno degli attori. Ci si abitua al degrado, a vivere in uno spazio claustrofobico, alla sporcizia, a dover dormire due ore a notte per portare i soldi a casa. Simbolo del loro isolamento è, senza ombra di dubbio, un pesce rosso in un’ampolla che da anni dorme; ovvero è morto. Metafora del bisogno di racchiudersi in un luogo ovattato e protetto, come quelle quattro mura di un monolocale, perché, come sottolinea sul finale uno degli attori, .
Note di regia:
Siamo nel mondo dei fragili, degli inadatti, degli sconfitti.
Siamo in una periferia, una delle troppe delle tante fabbriche di cemento e vomito, di ignoranza e paura. Si vive nel degrado dei sogni, nella paura di se stessi; vivere è una faticoso atto di coraggio.
In uno scenario lunare da catastrofe dei sentimenti una bambina troppo vecchia si crea un suo mondo, un specchio opposto votato al bello, come un pesce in un acquario lontano da tutto e tutti, ma abbastanza vicino da capire l'orrore dell'isolamento, dello squallore, della violenza.
Una storia d'amore tra fratelli, nel senso più ampio del termine, una storia d'amore sul limite del giudizio e del perdono, sul limite della ghettizzazione e dell'accettazione.
Un piccolo carillon metropolitano. (Davide Sacco)

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