Generi: Prosa, Performance
sinossi
Due donne (forse madre e figlia, o forse, un’unica donna colta in due fasi diverse della propria esistenza) con irridente leggerezza, trascinano un mondo sotto le loro gonne, per indossare parole e lasciare che cantino. Due attrici, vengono invase da voci, suoni, volti e ricordi: “Su’ ddocu …!” (sunnu ddocu) : loro sono là! A poco a poco, i volti si rianimano, i suoni riprendono vita, e, come in un gioco di pazienza, ogni cosa sembra trovare il proprio posto

presentazione delle linee artistiche del progetto
Su’ddocu è un’esplorazione sulla parola che scardina il significato per risalire al senso. La lingua scelta è il siciliano, ma il siciliano di Su’ddocu produce senso al di là della parola, nella forza dirompente di una volontà di denuncia, nella timidezza di una dichiarazione di amore ed odio. Il montaggio serratissimo delle battute scardina la parola, la divora, e crea una lingua onomatopeica, inventata, ma vera: ricostruzione di un Sud universale. Il lavoro attinge, dunque, ad un patrimonio linguistico e, allo stesso tempo lo scardina, entrando nelle maglie di un’ identità culturale, dando corpo e rendendo evidenti in scena i processi di legame tra le diverse soggettività, le abitudini mentali e le modalità di pensiero che, se non consapevoli, costituiscono le storture di una comunità culturale. La leggerezza con cui il tema è affrontato rende lo spettacolo adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Il gioco onomatopeico della lingua inventata filtra l’amarezza e la durezza di un territorio attraverso la dolcezza della vita: la possibilità di esistere nel battito delle piccole cose.

la reprise
Il progetto Su’ddocu! …omaggio al soffitto n.1.1 (LA REPRISE), è il proseguimento del proggetto Su’ddocu! …omaggio al soffitto n.1.1(già vincitore del Bando REACTSantarcangelo/miglior Progetto di Ricerca/ supervisione di E. Montanari). REPRISE in francese vuol dire riprendersi qualcosa, ma anche ricominciare, rimettere insieme i pezzi. Questo spettacolo è contro tutti i tradimenti. Perché le parole bambine, mantengano il loro incanto il più a lungo possibile: perché siano protette contro la violenza delle cose e del mondo.
Una nuova interprete in scena, ma, soprattutto, al processo di ricerca drammaturgica di M. Ortolani - incentrato sulla decostruzione ed influenzato dall’esperienza francese – si accosta ora una sperimentazione del segno che investe l’ambito dell’ allestimento: le maschere di Paolo Roberto D’Alia, scultore, attualmente finalista al premio Terna, più volte prestato al teatro (tra le più recenti collaborazioni L’Aida di R. Torre), i costumi di Vito Bartucca burattinaio (Teatro degli Spiriti) che dona, con le sue creazioni, una dimensione di sogno indispensabile alle creaturine animate di Su’ddocu!, e l’immagine di locandina realizzata da Francesca Frigoli (http://figurebianche.tumblr.com) che sintetizza e sublima alla perfezione l’anima dello spettacolo.