Regia: Adriana Follieri
Drammaturgia: Adriana Follieri
Attori: Con le attrici e gli attori abitanti dei Bipiani di Ponticelli e la comunità artistica di #Foodistribution Carmela Barone, Immacolata Bisaccia, Morena Di Matola, Pasquale Di Matola, Rebecca Di Matola, Alessia Di Pace, Sire Camara, Francesco Esposito, Pedro Fiascunari, Xhesika Kolici, Marco Matarese, Klea Matodashaj, Dao Lacina, Valbona Lamce, Miriam Lanzini, Carmela Marchionne, Elseda Nikolli, Serena Padula, Giulio Pastore, Raffaele Romano, Gaetano Ruggiero, Gioia Antonia Terrano, Ginevra Toure, Emanuela Felicia Tushi, Gabriella Tushi, Antonio Varriale, Fatima Varriale, Ylenia Varriale, Monica Vezza e con Paola Maria Cacace, Francesca Capasso, Veronica D’Elia, Rino Rivetti e con la partecipazione della soprano lirico Flavia Scognamiglio
Altri crediti: Disegno luci Davide Scognamiglio Spazio scenico Emanuele Perelli Consulenza musicale Guido Barbieri Costumi Carmela Barone Collaborazione alle luci e responsabile tecnico Sebastiano Cautiero Sound designer Fiore Carpentieri Assistenti alla regia Paola Maria Cacace, Francesca Capasso Assistenti alla drammaturgia Paola Maria Cacace, Sire Camara, Francesca Capasso, Veronica D’Elia, Xhesika Kolici, Carla Pastore, Emanuele Perelli, Gaetano Ruggiero, Antonio Testa Direzione di scena Monica Palomby, Gianluigi Signoriello Assistenti di scena Serena Padula, Giulio Pastore Assistenti scenografia e attrezzeria Alessia Di Pace, Raffaele Romano Assistente costumi Brunella Paolillo Documentazione fotografica Tommaso Vitiello Acconciature Anna Benedyk Collaborazione artistica Mauro Calise, Lello Casillo, Silvia Cioni, Mariachiara Damiano, Daniele D’Ari, Federica Di Gianni, Christian Esposito, Diego Esposito, Francesco Esposito, Francesca Diletta Iavarone, Carlo Martello, Kristel Pisani Massamormile, Benedetta Parenti, Massimo Vezza, Jasmir Vezza Tirocinante Istituto CREA Pedro Fiascunari Direttore di sala Mariano Parascandolo Direzione organizzativa Velia Basso Organizzazione esecutiva e logistica Eleonora Rossit, Gianluigi Signoriello Location manager Xhesika Kolici Osservatorio critico Valentina Vittoria Mancini con Carlotta Campobasso, Mario Di Mare, Sara Esposito, Noemi Marotta Video Pietro Di Francesco Foto di scena Ivan Nocera Cerimoniale Nicoletta Marchetti Fornitura audio e video DM Service di Daniele Piscicelli Comunicazione social Emanuele Di Cesare – Sokan Communication Ufficio Stampa Rossella Gibellini – PEPITApuntoCOM Amministrazione Pronos Produzione MANOVALANZA Con il sostegno del Comune di Napoli nell’ambito di Affabulazione In co-produzione con la Fondazione Pietà dei Turchini per gli aspetti dedicati al suono, con la consulenza musicale di Guido Barbieri In co-produzione con Coop4Art per la cura e gestione dello spazio urbano e delle strutture dedicate al pubblico Progettazione tribuna Amodio Parenti | architetti Con il sostegno di IUO Istituto Universitario Orientale di Napoli - PRIN – Progetti di rilevante interesse nazionale 2024 indetto dal MUR Ministero dell’Università e della ricerca In collaborazione con Accademia di Belle Arti di Napoli, cattedra di scenografia Prof. Luigi Ferrigno, per il coinvolgimento di tirocinanti scenografi Media partner Malgrado le Mosche, Sokan Communication Sponsor Mainsolution, S.A.V.I.C., CEIE POWER S.p.A., SO.CO.EL. SRL
Parolechiave: EXAUDI , ANTENATI , DIASPORA , ESODO , FOODISTRIBUTION
Produzione: MANOVALANZA
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa Teatro-danza Performance Altro
EXAUDI è il titolo beneaugurante che parte dal desiderio degli abitanti dei Bipiani di avere una casa in muratura, una casa vera le cui particelle aeree e sonore possano finalmente smettere di penetrare fin dentro i polmoni, fin dentro l’anima. Questo desiderio, che chiede come una preghiera di essere esaudito, è l’inizio della nostra drammaturgia. Alle spalle del pubblico, di fronte alle attrici e agli attori, si estende l’area che ospiterà le nuove case. Andiamo in quella direzione.
Lo spazio scenico è uno spazio urbano: siamo nel campo detto Bipiani, a Ponticelli, nella periferia est di Napoli. Precisamente lo spettacolo si sviluppa nell’interstizio tra due blocchi di containers di colore blu avio, tonalità compresa tra terra e cielo, sul retro delle abitazioni provvisorie in cui vivono in rapporto di vicinato famiglie di albanesi, senegalesi, napoletani; le loro finestre con le veneziane mosse dal vento affacciano sul nostro palcoscenico, che si estende in lunghezza per oltre trenta metri, con le due uniche quinte naturali, varchi per entrate e uscite di scena, poste in fondo, e protette da un basso muretto con un varco centrale. Il fondale naturale, costituito e incorniciato anch’esso dalle case, ha porte e finestre delicatamente protette da tende bianche. Il pavimento è irregolare e lascia intravedere fessure, tracce, buche, al cui interno le piante prendono spazio. Un tubo dell’acqua rotto le irriga. In lontananza altre case, altri tetti, vetrate, luci che si accendono a sera, un ventilatore che gira. In alto il cielo.
Il luogo parla, non c’è che da scrivere sotto dettatura e dal reale edificare il surreale: una letteratura scenica fantastica e poetica che nulla abbia a che vedere con la biografia, che sia piuttosto un trampolino per sperimentare altre altezze e altre profondità, insieme alla comunità degli abitanti che sono anche autori, attori e attrici dello spettacolo: sono molte le mani che firmano questo lavoro.
La drammaturgia si divide in tre capitoli concepiti come stanze o quadri compiuti e indipendenti, che sviluppano scenicamente i temi e le domande principali della nostra ricerca artistica condivisa; la fruizione consecutiva dei tre capitoli lascia al pubblico lo spazio di collegamento e sintesi.
CAPITOLO PRIMO. ANTENATI
Quanti antenati hanno le nuove case?
CAPITOLO SECONDO. DIASPORA
Probabilmente l’andare non sarà per tutti. Forse l’attesa porterà a una separazione.
CAPITOLO TERZO. ESODO
Siamo come l’umanità dipinta da Guttuso ne ‘L'occupazione delle terre incolte di Sicilia’: andiamo verso ciò che sta per principiare.
Informazione riservata agli Organizzatori
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