Regia: Adriana Follieri
Drammaturgia: Adriana Follieri e Carlo Galiero
Attori: Paola Maria Cacace, Francesca Capasso, Veronica D’Elia, Mariasilvia Greco, Gianluigi Signoriello, Andrea W.
Altri crediti: Disegno luci Davide Scognamiglio Elementi di scena Emanuele Perelli e Giulio Pastore Paesaggio sonoro Luca Caiazzo in arte Lucariello Suono Francesco Troise Costumi Giusi Giustino Organizzazione e curatela Velia Basso Collaborazione organizzativa Eleonora Rossit Foto di scena Ivan Nocera Tirocinante Istituto CREA Pedro Fiascunari Collaborazione artistica Mariachiara Damiano, Daniele D’Ari, Federica Di Gianni, Mario Di Mare, Alessia Di Pace, Anastasiia Dmyterchuk, Sofiia Dmyterchuk, Francesco Esposito, Francesca Diletta Iavarone, Nicoletta Marchetti, Carlo Martello, Brunella Paolillo, Maria Paolillo, Giulia Sergi, Tasi Tasev, Pasquale Termini, Antonio Testa Ufficio Stampa Rossella Gibellini – PepitaPuntoCom Amministrazione Pronos Produzione MANOVALANZA in collaborazione con CCO – Crisi Come Opportunità Con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival e del Teatro di San Carlo di Napoli Si ringraziano la Direttrice dell’IPM di Airola (BN) Dott.ssa Eleonora Cinque, il Magistrato di sorveglianza Dott.ssa Margherita Di Giglio, il Comandante e tutto il personale di Polizia Penitenziaria, l’Area Educativa dell’Istituto. Si ringraziano il NEST - Napoli Est Teatro, Davide Iodice e la Compagnia Interculturale Tutto il mondo è paese. Si ringrazia l’Associazione Textures di Airola per l’ospitalità e il Festival Dialoghi di libertà.
Parolechiave: disadirare, manovalanza, teatro e carcere, classico contemporaneo, la tenda di achille
Produzione: MANOVALANZA
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa Performance
Schierati nell’ambiente sconfinato - dipinto da Emanuele Perelli e illuminato da Davide Scognamiglio - dal carattere ora lattiginoso, ora cupo e profondo come un buco nero, i corpi autoriali muovono i propri slanci e le rispettive sorti attraverso relazioni spinte e determinate dal libero arbitrio, facendo della storia mitica evocata dai propri nomi un’eco dissonante. L’Iliade omerica è una traccia dissestata la cui ammirata lettura suggerisce inediti slanci: vediamo protagonisti fortemente umani, contemporanei, che realizzano finalmente a partire dalle predestinazioni granitiche e schiaccianti un trampolino per ben altri tuffi, disponendo sul terreno del presente scenico un atto politico e poetico fatto di vitali precipitazioni di sé nel senso collettivo.
L’azione si sviluppa tra quello che potrebbe essere l’accampamento degli Achei e il mare, uno spazio esteso e desolato abitato da persone lontane con all’orizzonte l’agognata reggia di Itaca. Incombenti le mura di Troia da espugnare, anche se di quell’esercito nemico non vi è traccia. È la sola idea del conflitto che brucia. In una suadente prossimità sta la tenda di Achille, dove i corpi in vicinanza seppur apolidi trovano la casa, il nido ideale per elaborare la propria crescita e la trasformazione che ne deriva. La violenza incombe, straziante. Tuttavia il processo che porta a disadirarsi continua tenacemente. Connotato ciascuno da un Ex Voto, frammento di armatura Per Grazia Ricevuta - che è qui anche simbolicamente inteso come tratto caratteriale e gabbia identitaria - , ogni eroe ed eroina attraversa la possibilità di deporre le protezioni in gesto di sovversiva rinuncia alla guerra, verso un capovolto sistema di affermazione di sé, in campo aperto di anime esposte, rovesciate.
La composizione drammaturgica, la scena e la regia di Adriana Follieri sono create e disegnate accuratamente per la compagnia di attrici e attori: artisti che attraverso l’innesto tra classico, contemporaneo e futuro remoto, si fanno simbolo discreto del moto di rivoluzione artistica e incisione sulla realtà auspicato e posto alla base del teatro di Manovalanza.
\"Come respirare, camminare, guardare le cose piccole e quelle grandi? Come lavorare, amare un cane, una pianta, una persona, una casa? Con quali parole dire lo sgomento e sentirlo risuonare nel mondo che è un campo di battaglia? La guerra mi riguarda. Violenza e prevaricazione da lontano arrivano fin qui, nelle pupille, nel teatro che faccio, e aprono un varco desiderante in mezzo al tutto pieno dell’ira, del conflitto, dell’amore mancante. Abbiamo il libero arbitrio, anche in scena. È qui che cominciamo a fare spazio alla vita disadirata.\"
Lo spettacolo LA TENDA DI ACHILLE, II capitolo del progetto DISADIRARE nato nel 2022 dall’incontro tra CCO–Crisi Come Opportunità e Manovalanza nell’ambito degli Istituti Penali Minorili, supera il confine del teatro in carcere allargando le maglie dell'istituzione totale per un teatro di libertà.
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