Regia: Emanuele D'Errico
Drammaturgia: Emanuele D'Errico
Attori: con Antonella Morea e Dario Rea e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
Altri crediti: scene Rosita Vallefuoco musiche originali Tommy Grieco suono Hubert Westkemper luci Desideria Angeloni costumi Rosario Martone aiuto regia Clara Bocchino realizzazione scene Mauro Rea macchinista Michele Lubrano Lavadera fonico Stefano Cammarota foto di scena Laila Pozzo ufficio stampa Antonella Mucciaccio produzione Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Putéca Celidònia in collaborazione con La Corte Ospitale – Forever Young 2022 con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e di C.RE.A.RE Campania Centro di residenze della Regione Campania
Parolechiave: Rione Sanità, realissimo surreale, Beckett, interviste
Produzione: Cranpi, Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, Putéca Celidònia
Anno di produzione: 2023
Genere: Prosa
Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della
solitudine il basso napoletano e quel che ne resta di Giorni Felici di Beckett.
Dal 2018 Putéca Celidònia vive attivamente il Rione Sanità di Napoli portando il teatro in mezzo ai vicoli bui ed
abbandonati.
“Ci è successo, dopo aver gradualmente preso confidenza, di entrare in alcuni bassi (la tipica abitazione al
piano terra con ingresso su strada) e di trovare una situazione surreale.
Così abbiamo deciso di iniziare un viaggio!
Nello zaino abbiamo messo la macchina da presa, il quaderno degli appunti e le domande che il testo di Giorni
Felici ci ha mosso, immergendoci nelle storie delle persone che ci hanno sorpreso, rapito e portato su di una
strada imprevista.
E tra un’intervista e l’altra abbiamo domandato loro chi fosse Beckett e nessuno lo aveva mai sentito
nominare. Eppure ci sembravano così vicini, così familiari.
Il testo è venuto da sé, lo hanno scritto loro: le storie di Assunta, Pasqualotto, Angela e di tutti gli altri sono
così pregne da poterci scrivere romanzi per ognuno di loro. Questo testo è anche la storia di una donna di
centonove anni C-E-N-T-O-N-O-V-E ANNI che ancora si trucca, che mette lo smalto e “sente” la gente intorno
che suona e che canta.
Di queste storie si compone Felicissima jurnata, che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste
persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro città - nel migliore dei
casi - e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissà da quanto tempo dalla propria casa.
Non è prigionia questa? È una prigionia consapevole o inconsapevole?”
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