Regia: Nicolò Sivieri
Drammaturgia: Nicolò Sivieri
Attori: Federico Dall'Ara, Tommaso Grassano, Riccardo Quarta, Nicolò Sivieri, Emiliano Troiano
Altri crediti: Costumi: Letizia Sabadini Scenografie: Giovanni Zuffi Musiche: Mr Steens, Nicholas Guandalini e Lorenzo De Vincentiis
Parolechiave: Performance teatrale; Teatro fisico; Shakespeare; Alienazione; Solitudine
Produzione: "AMLT - Dramma inutile in 6 atmosfere" è il terzo spettacolo di Compagnia Ganimede, prodotto da Aleo Film.
Anno di produzione: 2024
Genere: Teatro-danza Figura
SINOSSI:
Nella penombra della scena i personaggi attraversano lo spazio alienati nel corpo e nello sguardo, sopraffatti dalla musica che comanda un obbiettivo nascosto; l’attore è sulla soglia del personaggio sentendo solo il solletico che la trama fa, tenendolo incastrato fra dentro e fuori la scena. Continua a raggiungere dei punti per poi essere risucchiato da una forza oscura che sembra comandarlo.
Ogni corpo esala una parola fissa su di un’ombra: Amleto. Un nome che ogni personaggio sibila, rincorre, sussurra. Gli attori attraversano dei riflessi e delle sagome che la luce compone con e attraverso di loro, fino a disgregare totalmente i loro corpi e a ridurli materia informe che grida e si contorce.
Tutti scompongono il loro corpo fino a raggiungere un coro esausto di voci che si intersecano. Nel boato finale il silenzio invade il palcoscenico e Amleto entra come rigettato su una scena che già conosce ma che non riesce a ricordare. Come svegliatosi dentro al sogno, si guarda intorno, stranito. Ancora gli spettri di quegli attori emergono, risvegliati dalla luce che li condanna a vivere.
Amleto rincorrerà il suo destino appropriandosi di una domanda a cui solo lo spettatore può trovare risposta. Una voce spettrale lo interroga, gli comanda un destino che Amleto raggiunge senza sapere, a favore di luce, morendo per l’ultima volta.
LAVORO SUL TESTO:
L’operazione svolta sul testo è un’estrapolazione. Un trapianto. Amleto è un personaggio pre-testuale. Una figura piena, in cui gli archetipi e gli spettri danzano, in cui le immagini esondano da un personaggio così rinomato, così pieno. È il principe degli attori. La sua figura contiene un’immagine di teatro, un’immagine dell’arte nell’uomo. In AMLT, v’è la trama iniziale di W. Shakespeare, da cui vengono trapiantati i personaggi, con i loro nomi, con le loro storie, e la dissacrazione di J. Laforgue, con la sua poesia e musicalità. I personaggi di AMLT sembrano ricordare quasi per sbaglio qualche stralcio di battuta, di una trama sfocata, come da un sogno da lontano.
LAVORO IN SCENA:
AMLT è frutto di una ricerca su di un teatro senza identità. È la ricerca sull’impossibilità di un attore di immedesimarsi in un ruolo, e quindi di essere attraversato dall’energia che il testo tramanda, che serba dentro di sé. Lo spettacolo, creato improvvisando sul vuoto scenico, si compone di atmosfere, mini-dimensioni sceniche, in cui i personaggi attraversano delle situazioni che non hanno per forza un senso logico o un richiamo narrativo, ma che sono pertinenti per trasmettere un senso di alienazione: alienazione dei personaggi dalla trama, dei corpi dal ruolo, dalla staticità psicologica che un personaggio può conferire all’attore. I personaggi, attraversati da una continua tensione corporea, si trovano a dissociare il senso dalle parole per far diventare ogni suono melodia, ogni discorso un canto.
Informazione riservata agli Organizzatori
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