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ce l'ho, ce l'ho, mi manca

CirilloDavid

Genere Prosa Performance Altro
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Regia: Ariele Vincenti

Drammaturgia: Matteo Cirillo, Fabio Morgan, Ariele Vincenti

Attori: Matteo Cirillo

Altri crediti: scritto da Matteo Cirillo, Fabio Morgan e Ariele Vincenti con Matteo Cirillo regia Ariele Vincenti aiuto regia Simone Giacinti scene e costumi Alessandra Muschella organizzazione Gianni Parrella

Parolechiave: edicole crisi giornali cambiamento panini

Produzione: produzione Progetto Goldstein, il debutto è stato patrocinato dal Municipio Roma I e realizzato con il supporto di Ministero della Cultura e Regione Lazio.

Anno di produzione: 2024

Genere: Prosa Performance Altro

NB: Lo spettacolo è ambientato e messo in scena, dentro una vera edicola in strada ma può essere rappresentato anche in teatro.

L’edicola, pietra miliare nell’infanzia e nella vita adulta di tante generazioni, ha sempre svolto un ruolo particolare ed è stata un punto di riferimento per ogni quartiere delle città. Eppure negli ultimi 15 anni le edicole italiane sono passate da 42.000 a 11.000. In media, dal 2018, hanno chiuso circa 4 edicole al giorno registrando una riduzione del 26% dei punti vendita esclusivi e sono scomparse dal 35% dei comuni italiani. “Ce l’ho, ce l’ho, mi manca” è uno spettacolo che racconta le edicole e il loro ruolo d’istituzione pubblica, in grado di raccogliere negli anni, le molte umanità che nel tempo l’hanno attraversata.

La storia di Carlo, terza generazione di “giornalai”, è quella di molti altri e, man mano, fa riaffiorare ricordi sopiti dal tempo: dalle figurine Panini e l’agguerrito mercato ai pezzi mancanti, come l’iconico Pizzaballa, alle Settimane Enigmistiche con la tanto amata rubrica “forse non tutti sanno che”. I “Cioè” che hanno segnato i ragazzi di quattro diverse generazioni, fino alle notizie che hanno tenuto un Paese intero col fiato sospeso, dall’ingresso delle truppe alleate sino alla tragica storia di Alfredino.

Il titolo dello spettacolo, “ce l’ho, ce l’ho, mi manca” non è solo il richiamo ad un tempo passato e spensierato comune a tutti, ma anche uno specchio della società contemporanea, in cui abbiamo e possiamo avere tutto, ma ci sentiamo pervasi costantemente da un senso di incompletezza, da qualcosa che manca. Qualcosa che non sappiamo nemmeno più bene cosa sia, perché la fugacità del tempo e la frenesia sociale lo hanno fatto piano piano scivolare nel dimenticatoio, così come sta accadendo alle edicole.
Per una sera l’edicola mette via la sua veste quotidiana e diventa lo scenario dove raccontare storie: perché di spezzoni di vita l’edicola ne vede tantissimi, tutti i giorni, e la sua stessa esistenza e sopravvivenza sta diventando una storia da raccontare.

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