Regia: Letizia Sacco
Drammaturgia: Barbara Rizzo e Letizia Sacco
Attori: Letizia Sacco
Altri crediti:
Parolechiave: Anticonformista, libertà, anarchia, punk
Produzione: TeatrOsfera
Anno di produzione: 2021
Genere: Prosa
Parlare da sole, riflettere e lasciare traccia dei nostri pensieri più intimi, dei nostri dolori,
delle nostre gioe, dei nostri ricordi e delle nostre grandi riflessioni sul mondo. Da sempre
donne e uomini tengono e tessono trame per futura memoria, lasciando tracce di se.
Goliarda Sapienza lo ha fatto riempiendo pagine di taccuini, nelle sue parole e nei suoi
pensieri ritroviamo traccie di noi stesse/i, ci riconosciamo.
Questo spettacolo nasce inazitutto da un amore per Goliarda, leggendo la raccolta dei
suoi taccuini, ci siamo completamente immerse nei suoi pensieri, sentendoli come nostri,
le sue parole hanno vibrato e risuonato in noi, da qui la decisione di farci megafono e
portrle in scena.
Abbimo selezionato e cucito insieme parti dei suoi diari, quelle che più sentivamo essere
urgenti, raccontando Goliarda, raccontiamo tutte e tutti noi. Goliarda sono io. Goliarda siamo noi, tutte e tutti noi che abbiamo mente libera e cuore aperto. Noi che non ci lasciamo definire da un nome da un luogo da un pensiero
unico. Goliarda siamo noi che ci mettiamo e mettiamo costantemente in dubbio il mondo che ci circonda per rinascere dalle nostre ceneri. Noi che anche se ci voltano le spalle non ci sentiamo sole, ma uniche. Noi che abbiamo “ Il vizio di parlare a noi
stesse”
Ricordare è tutto: L'etica fondamentale della vita. Attrice, antifascista, artista, anarchica,
scrittrice, partigiana. Molteplici vite in una sola, di cui pochi, troppo pochi ricordano la firma.
Goliarda Sapienza, la ladra di gioia. La sua è stata una vita di contraddizioni rivoluzionarie.
Ottomila pagine di quaderni, agende, fogli irregolari, densi o a volte appena scarabocchiati, qui
si trova la vera voce di Goliarda. Tra le pieghe degli appunti spiccano riflessioni politiche e analisi delle differenze
generazionali, che rivelano il cambiamento di una società che inseguendo un'utopia si è ritrovata davanti a una violenta menzogna.
(Da “Il vizio di parlare a me stessa”, edizione Einaudi a cura di Gaia Rispoli, prefazione Angelo Pellegrino)
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