Regia: Giuseppe di Bello
Drammaturgia: Giuseppe di Bello
Attori: Chiara Stoppa e Virginia Zini
Altri crediti: da un’idea di e con Chiara Stoppa e Virginia Zini scene e costumi di Maria Paola Di Francesco luci di Marco Ottolini musiche originali di Omar Nedjari
Parolechiave: amicizia, empatia, disagio sociale, cambiamento, scuola
Produzione: ATIR - Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca
Anno di produzione: 2024
Genere: Teatroragazzi (11-14) Prosa
“Io come lei” è la storia di due donne che raccontano di quando, ragazzine, sono state protagoniste di un momento straordinario che, oltre alle loro vite, ha cambiato anche le relazioni tra tutti gli abitanti del loro vicinato.
Andrea e Andrea (questi i loro nomi), compagne di classe, per niente amiche, vivevano nella Città di M, in un quartiere molto colorato ma anche socialmente degradato, dove le differenti provenienze e le reciproche diffidenze e pregiudizi impedivano di fatto qualsiasi serena comunicazione tra le persone.
Quella situazione, ovviamente si rifletteva pienamente nel disastrato quotidiano della classe frequentata dalle due, dove regnavano l'insofferenza, l'intolleranza, la sonnolenza e uno scontato pessimo rapporto con gli insegnanti.
Ma... (nelle storie c'è sempre un “ma”) un giorno, a sorpresa, entrò nella loro classe un supplente di musica, con pochi anni più di loro, fresco di incarico, ancora pieno di energie.
Trattandosi di un supplente, e per di più di una materia che neppure consideravano, la classe assaporò subito l'idea di fargli passare immediatamente la voglia di continuare a insegnare, ma, appunto, le cose piano piano andarono completamente in un'altra direzione. Il giovane professore infatti sembrava sapere esattamente come attivare le loro giovani e riluttanti menti, fino a farle riflettere, partecipare, comunicare e infine creare.
Ed è proprio raccogliendo uno dei tanti spunti che l'insegnate gli offriva, che le due ragazzine, dopo varie vicissitudini diventate finalmente amiche, si imbarcano nel sogno di una grande festa durante la quale una canzone da loro creata finisce per diventare l'inno del grande cambiamento.
NOTE DI REGIA
Se dovessimo cercare un'immagine capace di riassumere le tante componenti di questo spettacolo, disegneremmo certamente quello che può accadere in un deserto quando piove: l'acqua va risvegliare tutti i semi dormienti e in poco tempo, a sorpresa, tutto fiorisce cambiando completamente l'intero paesaggio.
Questo è quello che abbiamo fatto accadere in “Io come lei” presentando dapprima un territorio socialmente inospitale, un deserto di relazioni tra culture diverse che si concretizza anche nelle relazioni tra i ragazzi a scuola.
E così avrebbe continuato ad essere se un giorno, a scuola, inaspettato, non fosse comparso un giovane professore, supplente di musica, fresco di incarico e pieno di energie, istintivamente capace di sorprendere i ragazzi che piano piano cominciano ad apprezzarlo sempre più.
[...] I linguaggi utilizzati, dal parlato ai gesti e fino alla scelta del rap finale, alternando momenti esilaranti ad altri più coinvolgenti emotivamente, disegnano un territorio fisico ed esperienziale che favorisce un'immediata identificazione da parte dei giovani spettatori, senza mai rinunciare alla poesia o alla verità dei sentimenti o delle emozioni. Insomma, alla fine quello che abbiamo cercato di fare è stato produrre bellezza.
Proprio come un deserto. Fiorito.
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