Regia: Michele Eynard
Drammaturgia: Federica Molteni
Attori: Federica Molteni
Altri crediti: costumi: Francesca Biffi rielaborazione musicale: Pierangelo Frugnoli Foto di scena: Alessandra Merisio
Parolechiave: donne, emancipazione, sport, bicicletta, desiderio
Produzione: Luna e GNAC Teatro
Anno di produzione: 2022
Genere: Prosa
Alfonsina Morini Strada è figlia di contadini e di un tempo che non ha scelto, i primi del ‘900.
Un tempo in cui il ciclismo è per impavidi eroi. Sono forti, sono gagliardi.
E sono tutti maschi.
Alfonsina è una bambina di dieci anni quando si innamora della bicicletta.
È una ragazzina quando si allena di nascosto con la vecchia bici del padre.
È una donna quando diventa una ciclista, una campionessa, una vera sportiva.
Ma soprattutto, Alfonsina è uno SCANDALO.
Perché vive nell’Italia di cento anni fa.
L’Italia del fascismo, l’Italia del pensiero maschilista, l’Italia in cui le donne non votano.
In questa Italia Alfonsina si inventa e si costruisce il proprio destino, scardinando preconcetti e convenzioni e partecipando - unica donna nella storia - al Giro d’Italia, nel 1924.
Quella di Alfonsina è una storia VERA e straordinaria.
E’ strana la storia di questa donna. Perché è la storia di una sconosciuta, di una donna dimenticata dalla storia,
eppure è una vita incredibile, successa cento anni fa.
Quando le donne non potevano scegliere marito, professione, destino... e nemmeno gli abiti da indossare.
Quando le donne non potevano studiare, frequentare l’università, votare, andare al bar o a teatro.
Alfonsina rompe le convenzioni, per misurarsi con un mondo tutto maschile, perché il ciclismo è uno sport di forza e fatica. Inforcare una bicicletta, pedalare con le gambe nude, indossare una maglietta...
oggi sono la normalità, ma nel primo ‘900 erano uno scandalo,
soprattutto in piena ascesa fascista.
Ma Alfonsina è come il vento, che non conosce leggi né limiti e corre finché ha forza, finché le gambe reggono,
finché c'è un orizzonte da raggiungere e superare: correre il Giro d’Italia del 1924.
Prima e unica donna nella storia.
Per parlare di una donna dimenticata, di diritti conquistati, di strade ancora da percorrere.
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